Andrea Filloramo, c’è una profonda crisi della Chiesa Cattolica. Tutti ne parlano, tu che ne pensi?
Che ci sia una crisi profonda della chiesa cattolica è un fatto evidente. Si tratta di crisi di testimonianza, crisi di credibilità. Alla base ritengo che ci sia la mancanza di spiritualità. Per comprendere la crisi occorre fare alcune considerazioni. Oggi, se vogliamo confrontare i nostri tempi col modello della “societas christiana”, possiamo constatare che la crisi dei tempi moderni riguarda l’uomo stesso, che non si rende conto neanche di prendere la responsabilità della sua libertà. Queste considerazioni, a mio parere, sono alla base della crisi che la Chiesa cattolica sta attraversando.
La crisi della Chiesa è amplificata in questi tempi dai problemi gravi, anzi gravissimi, emersi particolarmente, come la pedofilia clericale e la corruzione, mali combattuti da Papa Francesco
Certamente gli abusi sessuali, la pedofilia e la corruzione sono sempre da condannare e da fermare con ogni mezzo. La Chiesa su queste tematiche, deve trovare e percorrere vie nuove più incisive di conversione e di autenticità. Per quanto concerne la pedofilia occorre però dire: secondo lo psicoanalista Richard B. Gartner, i preti non detengono certo il monopolio dell’abuso sessuale e scrive: «Ho conosciuto vittime di abusi perpetrati da familiari, insegnanti, allenatori, capi scout, baby-sitter, vicini e medici, per non citare gli esponenti del clero non cattolico. Tuttavia, gli abusi commessi dai preti hanno implicazioni particolari per le loro vittime”.
Quali possono essere, a tuo parere, le origini storiche della crisi della Chiesa?
E’ indubbio che la crisi della Chiesa, al di là del fatto che essa risenta della stessa crisi dell’uomo contemporaneo, sia ben più vasta di quanto possiamo percepirla. Essa ha origini ben lontane. Si tratta di una crisi che è interna e una crisi molto più vasta che coinvolge tutto il nostro mondo occidentale, del quale già aveva scritto Benedetto XVI: “Vediamo che nel nostro mondo ricco occidentale […] tante persone sono carenti dell’esperienza della bontà di Dio. Non trovano alcun punto di contatto con le Chiese istituzionali e le loro strutture tradizionali. Ma perché? Penso che questa sia una domanda sulla quale dobbiamo riflettere molto seriamente. (….) Ma essa, ovviamente, riguarda tutti noi (…..) La vera crisi della Chiesa nel mondo occidentale è una crisi di fede. Se non arriveremo ad un vero rinnovamento nella fede, tutta la riforma strutturale resterà inefficace".
Qualcuno afferma che è stato con il Concilio Vaticano II che è iniziata la crisi della Chiesa cattolica
La crisi non è iniziata con il Concilio, ma con questo grande avvenimento della seconda metà del secolo scorso, la crisi è diventata non solo più evidente ma molto più profonda. In tal caso, però, la crisi dobbiamo considerarla come un avvenimento positivo, come una sfida, che ha spinto verso il cambiamento. Non si può far risalire al Concilio Vaticano II il decadimento della chiesa. La causa della crisi della chiesa, quindi, deve essere cercata altrove: nella perdita di riferimenti alti, di valori spirituali autentici, di quelli che vanno sempre oltre il tempo, riferimenti che le ultime generazioni sembrano aver perduto.
Abbiamo visto, in questi anni, clero e religiosi abbracciare e condividere teorie e ideologie antropologiche e sociali come fossero i nuovi approdi dello spirito. Tutto ciò poteva servire a modernizzare Chiesa e a farle superare la crisi?
La postmodernità con le sue teorie e ideologie antropologiche può aiutare la Chiesa, purché però non venga confusa la ricerca edonistica, intellettuale con la ricerca spirituale e non venga abbandonato lo sguardo sempre attento alla parola di Dio. Spesso la sopravvivenza e non la profezia è diventata l’unica proposta e l’unico obiettivo che la Chiesa ha cercato di raggiungere.
La crisi si manifesta anche con il calo spaventoso delle vocazioni…
Non è possibile accogliere qualsiasi candidato pur di avere giovani da avviare al sacerdozio, come è avvenuto molto spesso nel passato. Non si può far apparire, attraverso la testimonianza di una parte del clero che vive nella ricchezza e nello spreco, la carriera ecclesiastica come proposta di un futuro economicamente sicuro.
Abbiamo visto il formarsi di lobbies che hanno occupato i ruoli di governo anche all’interno della chiesa. Che ne pensi?
Proprio così. Sono stati eletti in modo con metodi ancora “raccomandatizi” vescovi, non certo esemplari dal punto di vista evangelico e non aggiungo altro. Diventa sempre più lungo l’elenco di quelli che sono lobbisti, rimossi o invitati a dimettersi da Papa Francesco. C’è chi pensa che per ripulire totalmente la chiesa occorrerebbe sostituire buona parte del collegio episcopale, ma il tempo stringe per un papa ottantenne e chi verrà dopo non si sa. Ha tuonato forte il cappuccino Raniero Cantalamessa nella sua omelia davanti al papa in S. Pietro e ha detto con enfasi predicatoria come il pericolo che il danaro inquini la nostra vita, divenendo un padrone che ci costringe ad azioni immorali.
Tuttavia tanti sono i preti che vivono in modo autentico, dando testimonianza del compito loro affidato
Certamente! Tanti sono i preti che vivono in modo autentico, e a questo punto direi anche eroico, la propria scelta e vocazione, nella testimonianza della fede. Ma è il “modo eroico” che deve preoccuparci. A mio parere la Chiesa può fare molto per i preti che non devono essere costretti a fare gli eroi. Potrebbero vivere senza essere eroi.
Da più parti si accusa la Chiesa Cattolica di aver protetto e nascosto i propri mali
E’ proprio vero. Non si tratta di accusa ma di una dolorosa constatazione. La Chiesa, quella che non si riconosce nella tentata rivoluzione di Papa Bergoglio e l’ostacola in tutti i modi, ha nascosto e riesce ancora a nascondere il male o coprire i colpevoli. Il Papa, però, non si lascia intimidire da nessuno.
Da quanto abbiamo detto dovrebbero scaturire conseguenze pratiche e logiche per la formazione dei nuovi sacerdoti e la scelta di nuovi vescovi
Se un giorno di qualche anno fa il card. Ruini ebbe a dire che bisognava trovare criteri e modi nuovi nella scelta dei vescovi significava che si avvertiva fin da allora la necessità di nuove strade e nuove scelte. Ma le scelte più qualificanti per vescovi e preti, dovranno venire dalla spiritualità, cercata e vissuta in modo radicale e nuovo, basata su un ascolto attento e fedele della Parola; dovranno venire da una pastorale che non costruisca solo eventi, ma soprattutto percorsi spirituali e comunità di testimoni. Dalla fede che si accompagnerà alla carità rinascerà il cristianesimo per una nuova Europa.
Papa Francesco lotta contro il clericalismo, prevedi, quindi, un futuro della Chiesa senza il clericalismo?
Più volte il Papa ha condannato il clericalismo e fra le altre cose ha detto: “Il male del clericalismo è una cosa molto brutta! E’ una edizione nuova di questa gente. E la vittima è la stessa: il popolo povero e umile, che aspetta nel Signore. Il Padre sempre ha cercato di avvicinarsi a noi: ha inviato suo Figlio. Stiamo aspettando, aspettando in attesa gioiosa, esultanti. Ma il Figlio non è entrato nel gioco di questa gente: il Figlio è andato con gli ammalati, i poveri, gli scartati, i pubblicani, i peccatori – ed è scandaloso quello… – le prostitute. Anche oggi Gesù dice a tutti noi e a anche a quelli che sono sedotti dal clericalismo: «I peccatori e le prostitute andranno avanti a voi nel Regno dei Cieli»”.
Sono certo che Il futuro della chiesa sarà lontano da forme di clericalismo, sia vecchie che nuove.