In questi giorni in occasione del 25 aprile i sinistri sono scatenati contro il Governo Meloni, in particolare, contro la Destra, perchè non intende abiurare il Fascismo, quest’anno ad arroventare ulteriormente il clima ci ha pensato uno scrittore che si è autoproclamato martire del presunto regime in atto della Destra. Ma non è di questo che voglio argomentare, lo hanno fatto altri meglio di me.
Vi voglio invece raccontare di quello che è accaduto il 19 aprile scorso nell’Aula Magna della libera Università di Catania dove l’Associazione “Scienza & Vita”, aveva organizzato un Convegno di due giorni sul tema: “La disforia di genere nei minori e la carriera “alias” negli istituti scolastici: questioni mediche, giuridiche ed antropologiche” , con la partecipazione di illustri relatori (docenti universitari di Filosofia morale, di Pediatria generale, di Endocrinologia; professionisti operanti negli ambiti della Psicologia clinica e della Psichiatria). Un gruppo di studenti (una sessantina, molti non erano studenti) hanno impedito che si svolgesse il convegno, “con una organizzatissima e disciplinatissima coordinazione quasi oplitica”, “Tra striscioni, rivendicazioni e cori, in un vociare rauco e sguaiato dai contorni grotteschi come quelli che contraddistinguono le anime dannate di un girone dantesco, sono stati rivolti al tavolo dei muti e ammutoliti relatori soltanto insulti e slogan preconfezionati come “Dio è morto”, oppure “Ma quale scienza, ma quale Dio! Sul mio corpo decido io!” .
Sostanzialmente, “occupando nel vero senso del termine l’aula magna, salendo sulle poltrone e sbandierando striscioni con slogan ostili ed intonando cori da stadio contro i relatori, le associazioni che avevano organizzato il convegno, dando dei fascisti agli uni ed alle altre e persino contestando la presenza dell’Arcivescovo, invitato per i saluti, e qualche sacerdote anch’egli presente; insomma dando chiara ed evidente dimostrazione, con il loro comportamento, di cosa volessero intendere apostrofandoli come fascisti! Dopo circa due ore di inutili tentativi di richiamo a toni civili e proposte di confronto, nella disarmante inerzia dell’Istituzione (l’Università) che ospitava il convegno, lo stesso è stato sospeso”. ( “Catania, rettorato occupato dagli studenti e proteste al convegno su disforia di genere: il racconto dell’avv. Litrico”, 20.4.24, Corrieretneo.it). E’ interessante seguire il racconto dell’avvocato, che ha provato a dialogare con questi “ragazzi” (appartenenti a gruppi Lgbtq, e anarchici) cercando di spiegare che un simile comportamento,“contraddice quegli ideali di libertà in nome dei quali si avvia la contestazione, ma nessuno dei miei interlocutori sembrava interessato ed anzi mi è stato candidamente confessato che il loro intento era boicottare il convegno e che erano felici di esservi riusciti”. A questo punto, “ho concluso che i veri fascisti sono quelli che accusano gli altri di esserlo, che la democrazia è nelle mani dei (veri) fascisti, che le Istituzioni continuano a tollerare, se non a provocare o rendere possibile, di essere calpestate e strumentalizzate per dare voce a chi, in fin dei conti, rimane pur sempre una sparuta minoranza che tuttavia si erge a maggioranza a causa della solita assenza di chi la pensa diversamente…”.
Purtroppo del grave episodio la cosiddetta grande stampa ha dato poco spazio, come potete constatare io sto utilizzando giornali locali, come quest’altro il Resegoneonline:“Un manipolo di fascistelli arcobaleno, imbevuti di un’aberrante ideologia ostile al diritto naturale, ha avuto la meglio nei confronti di persone che da anni studiano e riflettono per trovare soluzioni a temi complessi posti dalla natura umana. Quanto avvenuto all’Università di Catania ha trovato uno spazio limitato nella cosiddetta “grande stampa” che però da una settimana sta gridando allo scandalo per la presunta censura del testo di uno scrittore avverso al Capo del Governo”. Il giornale di Lecco continua: “I sinistri non si smentiscono mai: strillano contro i fascisti (che vedono ovunque, anche dove non ci sono) e non si accorgono di comportarsi essi stessi da fascisti quanto negano agli altri la libertà d’esprimersi.
Gli eredi del comunismo si sono impossessati della festa della Liberazione, ma dimenticano che a combattere il nazifascismo furono, molto più numerosi di loro, i cattolici, i socialisti, i liberali, i repubblicani, gli azionisti e persino gli anarchici. I fascistelli arcobaleno di Catania sfileranno con le loro bandiere giovedì prossimo, 25 Aprile, inneggiando alla libertà? Alla loro libertà, ovviamente; non certo a quella dei docenti oscurantisti e repressivi”.(Alberto Comuzzi, I fascisti arcobaleno impediscono un convegno all’Università di Catania, 25.4.24, resegoneonline.it)
Del grave episodio di Catania si è occupato anche il blog di Alleanza Cattolica. (Gruppo Lgbt impedisce un convegno sulla disforia di genere, 22.4.24, alleanzacattolica.org) il giornale cattolico propone un’articolata riflessione: “Nei sistemi totalitari, infatti, alla diversità di vedute si sostituisce l’uniformità dell’ideologia ufficiale che tutti devono confessare e professare, sempre e in ogni istante, privatamente e pubblicamente, senza titubanze o eccezioni”. Pertanto, “La logica dell’ideologia totalitaria, proprio perché tale, non accetta il pensiero diverso, non consente la formulazione di altre idee che siano distinte da quelle ufficialmente professate dalla stessa ideologia totalitaria. La rigidità dell’ideologia totalitaria, infatti, da un lato pretende di incarnare l’unica e incontestabile verità sul mondo, sull’uomo e ovviamente su se stessa, dall’altro lato esige il sacrificio di ogni eventuale prospettiva differente che si discosti in modo più o meno profondo dall’ortodossia ideologica sancita dalla medesima ideologia totalitaria”.
Tutto questo è accaduto storicamente nel XX secolo, con ampiezza di esempi, sia sotto il regime nazionalsocialista sia sotto il regime sovietico, rivelando uno dei tratti caratteristici dell’ideologia totalitaria: silenziare il pensiero, come pensiero diverso, come pensiero alternativo, come pensiero in sé e per sé considerato.
E’ opportuno ancora riflettere sull’intolleranza del pensiero ideologico (quello del gruppo Lgbtq) che si differenzia da quello critico. “Mentre il pensiero ideologico, infatti, pretende che sia la realtà ad adeguarsi ai propri dettami, il pensiero critico, invece, è disposto a sacrificare parte del proprio sé per adeguarsi alla verità della realtà”. Appunto, era quello che doveva accadere in un luogo, l’Università, dove per vocazione, si dovrebbe consentire sempre un dibattito franco e aperto su tutto, “cioè universale appunto, senza apriorismi ideologici di alcun tipo e senza l’imposizione di ortodossie opposte come tali al pensiero effettivo. Continua il blog:“Che oggi si debbano ribadire simili lapalissiane ovvietà è indice di un doppio problema: la mancanza di consapevolezza del ruolo dell’istituzione universitaria e, ancor peggio, la mancanza di educazione al pensiero critico come pensiero autentico e strutturalmente diverso dal pensiero ideologico”.
“Il fascismo degli antifascisti”. Ultima considerazione, gli esponenti delle associazioni Lgbt e le loro rumorose e totalitarie milizie, che orgogliosamente rivendicano la propria azione silenziatrice nei confronti di chi la pensa diversamente dalla loro piattaforma ideologica, farebbero bene, fuoriuscendo dalla propria microscopica visione ego-centrata, a rivendicare e strepitare un po’ meno per leggere e studiare un po’ di più. Forse così facendo, potrebbero imbattersi negli scritti di un omosessuale come Pier Paolo Pasolini che aveva già denunciato, più di un trentennio or sono, il cosiddetto “fascismo degli anti-fascisti” che impedisce a chiunque di poter esprimere il proprio pensiero ritenuto non allineato rispetto all’ortodossia del pensiero unico.
DOMENICO BONVEGNA
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