L’11 ottobre, a Roma, l’incontro per condividere i risultati ottenuti, discutere le sfide ancora aperte e delineare strategie future contro il razzismo nello sport…
“Fermiamo il razzismo, non il gioco” è il titolo della conferenza internazionale che si terrà venerdì 11 ottobre a Roma, presso la Sala Conferenze Viagetti della Città dell’Altraeconomia (Largo Dino Frisullo), all’interno di Sabir, il festival Arci all’insegna del multiculturalismo. Si tratta dell’evento finale del progetto Monitora, finanziato dal programma europeo ErasmusPlus Sport e coordinato dall’associazione Lunaria, con la partecipazione di Uisp assieme ai partner europei LIIKKUKAA, Stop Racism in Sport, United for Intercultural Action. Dopo aver lavorato in questi anni per analizzare e monitorare sistematicamente le discriminazioni nel mondo dello sport, questa conferenza conclusiva sarà un momento cruciale per condividere i risultati ottenuti, discutere le sfide ancora aperte e delineare strategie future per rendere lo sport uno spazio realmente inclusivo.
Il primo panel, intitolato “Nello sport è tutto legittimo?”, si concentrerà sulla necessità di un cambiamento culturale profondo che liberi il mondo sportivo dalle dinamiche di razzismo e discriminazione e sarà coordinato da Grazia Naletto di Lunaria. Parteciperanno al dibattito Omar Daffe della Lega Serie A, Matteo Peradotto, direttore di UNAR, Matteo Tracchi della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa (ECRI), il sociologo dello sport Nicola Porro, Marylise Royer di Stop racism in sport, Luca Vettori e Arianna Scarnecchia, rispettivamente autore e autrice del podcast “Fuori dai giochi”, prodotto in occasione dei giochi olimpici da Altraeconomia.
Nella realtà di tutti i giorni, infatti, il razzismo nello sport, a ogni livello, continua a manifestarsi con comportamenti che vanno dagli insulti alle esclusioni, e sono spesso liquidati come “goliardate” o semplici “casi di maleducazione”. Questa tendenza alla normalizzazione rende il fenomeno particolarmente difficile da contrastare, anche perché la partecipazione alle attività sportive può essere limitata da condizioni socioeconomiche o dallo status di non cittadinanza.
Il secondo panel, intitolato “Il razzismo nello sport in Europa: monitorare, prevenire, agire”, sarà dedicato proprio a mostrare l’importanza del monitoraggio sistematico come strumento per comprendere e contrastare le discriminazioni. Saranno presentati i dati raccolti durante il progetto Monitora e verranno discussi esempi concreti di intervento per prevenire il razzismo nei contesti sportivi di base, assieme ai partner del progetto. Interverranno Alessandro Mazzola dell’Università di Liegi, Davide Valeri sociologo e collaboratore Uisp, Barbara Gecse di United, Jean-Marc Alingue di Liikkukaa, Daniela Conti di ISCA, e Stefania N’Kombo José Teresa di Lunaria. Il panel sarà moderato da Roberta Pomponi di Lunaria.
Il progetto Monitora è nato proprio con l’obiettivo di fornire strumenti per migliorare la capacità di riconoscere e segnalare episodi di discriminazione nello sport, contribuendo a rafforzare il networking tra organizzazioni locali e internazionali e a sviluppare metodologie di monitoraggio efficaci. Uno degli strumenti più innovativi messi in campo dal progetto è certamente il training online “Monitoring racism in grassroots sport”, rivolto a operatrici e operatori sportivi, allenatori e atleti che vogliano apprendere a monitorare ed affrontare il razzismo nel proprio contesto sportivo attraverso un protocollo efficace. Il training è strutturato in cinque moduli, che coprono aspetti teorici, l’analisi di casi studio e una parte pratica basata su esperienze reali delle organizzazioni coinvolte. Si può accedere tramite una piattaforma gratuita e interattiva, disponibile in qualsiasi momento e senza bisogno di iscrizione: una grande opportunità per chiunque voglia contribuire a rendere lo sport di base un luogo sicuro e inclusivo.
Alcuni dei casi di studio del training sono stati anche usati durante la campagna “Stop racism, not the game!” per sensibilizzare su questi temi e sono stati diffusi sui canali social di tutti i partner, come quella di Juha Sokka, allenatore di hockey finlandese, sospeso per aver interrotto una partita, sostituendosi di fatto all’arbitro, dopo che i suoi giocatori erano stati vittime di insulti razzisti. Altri video avevano invece come obiettivo dare una dimostrazione plastica della varietà delle discriminazioni che atlete e atleti incontrano nella pratica sportiva, come nel caso della serie “Put your fingers down”.
Lorenzo Boffa