
Giacomo Sereni, carabiniere non solo per la divisa che indossa ma anche nell’animo, perché è così che si affronta il male, con il bene. Lui è uno di quei buoni che, ferito nel profondo per motivi personali (la morte prematura della moglie) e lavorativi la (deluso dallo Stato che serviva con passione), decide di scendere all’inferno – perché in fondo, forse, l’inferno è solo per i buoni – e vivere per strada, di essere invisibile.
L’autore descrive con cura gli espedienti di vita e quel viaggio interiore che dalla caduta lo ha portato in cima, con una risalita dovuta grazie al Bene, con la b maiuscola, offertogli da don Paolo, il quale rivolge il suo sguardo proprio a quegli invisibili, a quegli ultimi che vivono ai margini della società.
Righe che mi hanno incuriosita, appassionata e coinvolta sempre più, fatto sentire in sintonia con quell’animo sensibile e allo stesso tempo coraggioso.
Ultimo di trentamila è uno dei pochi libri che ho divorato davvero in breve tempo.
Assolutamente consigliato!
Alessandra Vancheri