INTERVISTA AD ANDREA FILLORAMO…
Ogni tre del mese Gisella Cardia si riunisce con i fedeli e sostiene di assistere alle apparizioni della Madonna. Molti sono i dubbi che circondano la sua persona e le denunce di alcuni fedeli a cui avrebbe chiesto soldi, tant’è che si parla anche di truffa. Cosa ne pensi?
Gisella Cardia non esisterebbe senza le persone per le quali le presunte e mai dimostrate apparizioni non solo hanno lo stesso valore della rivelazione cioè il contenuto di fede che la chiesa riconosce come autentica nei Vangeli, ma addirittura lo corregge o lo supera. Quello legato alla Cardia è un fenomeno che con l’andare del tempo, se la Chiesa non interviene con gli strumenti di cui dispone, si accresce sempre di più, come è avvenuto a Medjugorje e altrove.
Come si spiega tale fenomeno, di cui dovremo indagare gli effetti e le cause?
La realtà che emerge, da questo e da altri episodi, è desolante: la gente ha fame di miracolismo, di soprannaturalità e di fronte a certi episodi abbandona ogni criterio logico e ogni sensatezza.
Niente, quindi, di nuovo sotto il cielo!
Sì, è proprio così. Non è diverso da tanti altri il fatto accaduto a Trevignano. Basta che accendiamo le nostre televisioni e vediamo non solo maghi, ciarlatani, venditori di pozioni magiche, ma anche sentire raccontare di apparizioni, di Madonne che trasudano o piangono sangue, di stimmatizzati, santoni, guru e, nel caso della Cardia di miracoli e fra questi quello della moltiplicazione degli gnocchi o del coniglio. Non mancano neppure i messaggi apocalittici e le minacce di guerre, a cui l’adesione acritica e fanatica della gente non solo non è espressione di fede, ma smaschera la sua povertà.
La domanda è d’obbligo: “Risulta che la proliferazione di visioni e di visionari c’è stata in ogni epoca. Quale è la posizione della chiesa riguardo a visioni e apparizioni?”
La Chiesa, pur non entusiasmandosi a questi fenomeni, non esclude a priori – che Gesù, la Madonna o un Santo possa in qualche maniera manifestarsi a determinate persone. Però per ammettere la realtà del fatto, pone dei criteri e sostiene che le visioni, i messaggi sono ‘optzional’ alla fede – è che non è obbligatorio credere alle apparizioni neanche a quelle riconosciute, per cui, anche alle apparizioni di Fatima, Lourdes, ecc.. la Chiesa dice che si può credere ma non è obbligatorio. Questa posizione è stata presa nell’Ottocento quando ormai le nuove discipline quale la psicologia, l’antropologia, la sociologia, e tante cose che prima magari non erano state verificate, si sono rivelate infondate. Quindi la Chiesa va molto cauta nel dare il suo assenso di fede cattolica
Cosa significa “un assenso di fede cattolica”?
La fede cattolica è quella fede che la Chiesa propone a tutti quanti e che tutti quanti sono tenuti ad accogliere.
Nelle presunte apparizioni è importante la figura del veggente. Come lo vede e considera la Chiesa Cattolica?
Sul presunto o su chi si auto definito veggente la Chiesa ha sempre indagato per vedere quanto sia credibile, quale sia la sua moralità, il suo equilibrio, la sua formazione senza tenere in alcun conto della sua ipotetica o riconosciuta santità. La santità del veggente, infatti, non può essere garanzia dell’autenticità dell’apparizione. Ci sono stati, infatti, dei santi, che la Chiesa ha canonizzato, ha riconosciuto come santi ma non ha mai approvato le loro presunte rivelazioni.
Quindi è possibile che persino i santi vedano qualcosa che non esiste.
E’ proprio così. Quindi non mancano i santi e i beati, che sono caduti in errore nelle apparizioni, che credevano di aver visto, o di trasmettere dei messaggi, che credevano di aver ricevuto. A tal proposito Santa Teresa d’Avila, una delle poche donne che la chiesa ha riconosciuto dottore della chiesa, scrive: «quando devo scegliere un confessore, tra uno santo e uno dotto, io scelgo il dotto, perché il santo pur con la sua santità, con la sua ignoranza mi può far cadere in errore, il dotto, anche se non è santo, mi mette sempre nella retta via».
Il punto centrale di ogni ipotetica apparizione, quindi, sono i messaggi che vengono ad essere dati?
Certamente! Tommaso d’Aquino, scriveva: ‘la nostra fede poggia sulla rivelazione, fatta dai profeti, dagli apostoli che scrissero i libri canonici, non già su qualche rivelazione che sia stata fatta ad altri’. Il criterio della Chiesa è, quindi, il seguente: se quanto viene esposto nell’apparizione, anche in una sola parte, contraddice il messaggio di Gesù tutta l’apparizione va rigettata in blocco. Se coincide con il contenuto dei vangeli e del Nuovo Testamento, la rivelazione può essere accettata senza tuttavia vincolare la fede della chiesa.
Perché la Chiesa non reprime quelle che risultano e sono false apparizioni?
L’atteggiamento della Chiesa, di fronte ad apparizioni, chiaramente false o gestite da imbroglioni, in realtà appare molto equivoca. Se da una parte essa, quindi, non la reprime violentemente così come ha fatto per secoli con gli eretici, giacchè, la repressione non farebbe altro che far sorgere il senso del martirio; dall’altra parte cerca di incanalarle, di raddrizzarle e, soprattutto, di purificarle da quegli elementi che non sono autentici. Poi, se vede che l’apparizione va avanti, non cerca mai di ostacolarla, perché tanto, in tutti i luoghi di apparizioni, la gente prega, la gente si confessa e quindi è tutta gente che, a suo parere, in qualche maniera si può poi orientare.
Ritieni che questa sia una strada che la Chiesa dovrà ancora perseguire?
Assolutamente no! da questo atteggiamento compromissorio, dalla diffidenza e dal silenzio della Chiesa, da questo lasciar correre, può derivare, a mio parere, l’estenzione del fenomeno che si traduce quai sempre da fatto presuntivamente religioso ad affare finanziario. Nelle presunte apparizioni e nei miracoli c’è sempre qualcuno che ha elaborato il suo business plan, ha trovato i fondi per auto finanziarsi, ha speculato sugli ingenui e quel che è più grave, ha approfittato della buona fede o dell’ingenuità, di quanti disperati per la loro malferma salute hanno atteso inutilmente il miracolo.
Torniamo a quanto precedentemente accennato, cioè, vediamo se il contenuto del messaggio delle apparizioni corrisponde al messaggio della rivelazione.
Partiamo dalle grandi apparizioni. Il modello tipico è quello di Fatima che continua poi fino alla telenovela di Medjugorje e a quella di Gisella Cardia, che non sappiamo ancora come si svilupperà. La linea tenuta in queste apparizioni segue da sempre il suo cliscé, che è il seguente: il flagello della degradazione morale ha investito il mondo, la degradazione morale dell’umanità ha raggiunto il massimo. (Ciò, però, è stato detto sempre, in ogni tempo e in ogni luogo). A questo punto entra in campo Maria per trattenere Dio che vuol scatenare il castigo sul mondo. Vengono promessi, quale garanzia dell’apparizione, dei segni straordinari, normalmente nel cielo, che confermeranno l’autenticità dell’apparizione e la gravità delle minacce. Ma c’è sempre una scappatoia: la preghiera del rosario.
Se ho ben capito, quindi, per i presunti veggenti e per Gisella Cardia è il rosario l’unica possibilità per la salvezza dell’umanità contro l’ira di Dio.
Che il rosario, come scrive Umberto Galimberti sia “simile a un mantra che ripete se stesso e dice dell’incapacità dell’uomo di rivolgersi a Dio, senza quella mediazione che nel mondo cristiano si chiama Maria” è una verità per i cattolici che non può essere messa in discussione. Gisella Cardia come gli altri presunti veggenti richiamando la recita del rosario fatta assieme alla Madonna, è “scivolata nella classica buccia di banana” e non ha pensato, infatti, di cadere così nel banale e nel ridicolo. Da chiedersi: come fa la Madonna a recitare l’Ave Maria, rivolgendosi a sé stessa, come fa a dire: “Santa Maria prega per noi peccatori?”. Certamente nel XIII secolo quando i monaci cistercensi svilupparono una nuova forma di preghiera che chiamarono rosario, rivolta alla Madonna, non pensavano a quel che sarebbe successo di questa preghiera secoli dopo.