Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona

di ANDREA FILLORAMO

Sono rimasto colpito dalla dichiarazione, che ritengo ancora attuale, rintracciata in Internet, di un Direttore di un’Azienda Ospedaliera di Verona, che nel 2006, affermava: “Mi commuove profondamente vedere (……) tanti che hanno dedicato una vita di lavoro all’ospedale, e lo ribadisco perché in questo periodo si penserebbe di lasciare e andarsene, diventa difficile (……..) sopportare la fatica quotidiana”. Rivolgendosi ai medici, agli infermieri e ai collaboratori, poi, aggiungeva: “da solo non potrei mai sostenere il desiderio d’immortalità; siete voi la mia benzina”.

Nessuno può negare che questa affermazione dopo ben 14 anni, ancora trova validità ai nostri giorni e testimonia l’urgenza che la burocrazia (quella amministrativa e quella politica, che in realtà sono la stessa cosa) , si arrendano di fronte ai cittadini, che esigono una sanità efficiente, libera dalle pastoie, che, con l’andare dei tempo, sono enormemente aumentate, fino a “strozzarla” e la mancanza di risorse, dilapidate sistematicamente  da “disonesti“, alcuni ben noti, che hanno considerato la “cosa pubblica” una “ cosa privata”, da barattare liberamente e da cui poter attingere,  a piene mani per sé, per i parenti, per gli amici, diventata per loro “una gallina dalle uova d’oro”,

Esempio tipico, a dir poco di questo malcostume, è la Lombardia, ritenuta la regione d’Italia con una sanità eccellente, almeno così è apparsa fino ad alcuni mesi fa, fino a quando, cioè, ha dimostrato, dopo la condanna dei due ex presidenti, Meroni e Formigoni e dopo la pandemia Covid-19, che, molto più di ogni altra regione ha avuto e ancora ha morti e infettati, di mancare di risorse umane e di strutture capaci di affrontare eventuali e possibili altre epidemie.

La dichiarazione di quel Direttore d’Azienda quindi, oggi, mentre ancora dilaga in Lombardia il Covid 19, che come un fiume in piena, causa sofferenze e provoca morti, diventa anche un tacito invito a riconoscere meritatamente, in tutte le sedi, l’impegno costante del personale sanitario, che, se anche insufficiente, dedica tutte le sue energie, la sua disponibilità, fatta di atti concreti fino al sacrificio della vita. Sono tanti, infatti, i morti, per il Covid 19, di questo settore importantissimo del quale non si può fare a meno che lasciano un vuoto incolmabile nelle loro fila.

Chi scrive, per cause patologiche diverse dal Covid-19, che si trova a vivere, ancora per qualche giorno, l’esperienza di un ricovero ospedaliero, in quel di Seregno, in una struttura finalizzata alla rieducazione polmonare, dipendente dall’Azienda di Vimercate, non può non riconoscere la professionalità e la disponibilità di tutto il personale.

Medici, Infermieri, Fisioterapisti e Collaboratori si pongono interamente al servizio dei pazienti e riescono anche a regalare un sorriso, che si coglie non dal viso in cui si rispecchia l’identità di ciascuno, che è sempre coperto, però, da una mascherina, ma attraverso il timbro della voce e gli occhi che diventano veramente lo specchio dell’anima.

Del loro servizio parla Papa Francesco quando dice: “Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore”.