Che ne pensi degli sportelli da aprire in ogni diocesi proposti dai vescovi per la denuncia dei preti pedofili o che si macchiano di abusi sessuali?
di ANDREA FILLORAMO
Ho ricevuto un’email da un mio amico, di cui allego solo uno stralcio:
Caro professore Andrea, sto vedendo su TV2000 dove si sta parlando del Summit del Papa con vescovi di tutto il mondo, che trattano il tema della pedofilia e degli abusi sessuali dei sacerdoti e il mio pensiero è andato a te che più volte hai approfondito questi temi su Img Press, anticipando i vescovi. Ho davanti a me tutti i tuoi articoli che ho prodotto in carta stampata che da stamattina leggo e rileggo, ammirandoti per l’onestà intellettuale che sempre hai dimostrato. Hai rappresentato, e bisogna darti atto, una voce profetica che ha richiamato ad una vita cristiana più autentica di cui molti sicuramente ti ringraziano. Ti chiedo: “Che ne pensi degli sportelli da aprire in ogni diocesi proposti dai vescovi per la denuncia dei preti pedofili o che si macchiano di abusi sessuali?”….
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Ti ringrazio, innanzitutto, dell’attenzione che presti ai miei scritti che nascono dall’amore che nutro nei confronti della Chiesa che sta vivendo un momento estremamente difficile e rappresentano soltanto la voce di quanti s’impegnano dal di dentro e lottano per renderla migliore, avendo presente l’ammonimento di S. Agostino che scrive: “Dio ci caccia nella fornace delle tribolazioni affinché il vaso si cuocia, non si frantumi” (En. in Ps.93,27).Non so se nasceranno in ogni diocesi, come proposto, questi famosi sportelli che dovrebbero garantire, da quel che ho capito, la trasparenza e dare la possibilità alle vittime della pedofilia clericale di denunciare i preti che hanno infranto il sesto comandamento.
Si tratterebbe, a mio parere, di una nuova “caccia alle streghe” da evitare.
Ciò potrebbe valere se verrà adottato un non facile modello di organizzazione e gestione delle informazioni che non lasciano spazio alla denigrazione, ricordando quanto c’è scritto in Mt 24,28: “Dovunque sarà il cadavere, ivi si raduneranno gli avvoltoi. E’ preferibile usare altri sistemi affinché il fango venga fuori e si possa immediatamente intervenire per ripulire ciò che è stato sporcato.
I cultori della Storia mai dimenticano, anche se da allora sono passati molti secoli quel che avvenuto particolarmente a Milano con il movimento dei patarini (detti anche pàtari). Le origini del movimento sono da ricondurre ad alcuni esponenti del clero nell’XI secolo, che seppero coinvolgere diversi settori della popolazione nella lotta contro la simonia, il matrimonio dei preti e, in generale, contro la ricchezza e la corruzione morale delle alte cariche ecclesiastiche, che fece molti morti .
Occorre ioggi aiutare le vittime dei pedofili a superare i traumi subiti, di cui si devono fare carico responsabilmente i vescovi che prenderanno le opportune decisioni, giungendo anche, se necessario, alla riduzione allo stato laicale dei preti infedeli, ma devono evitare di far pensare alle liste di proscrizioni, xhe somiglierebbero a quelle che avvenivano nell’antica Roma durante i rivolgimenti di potere della tarda età repubblicana. Oggi, parlando in generale, la proscrizione sarebbe una condanna, e anche un divieto.Per la Chiesa la condanna e il divieto non possono non essere accompagnati, però, dalla misericordia. Se accosto la condanna alla misericordia per i preti che si macchiano di gravi reati, nessuno, per favore, mi accusi di “buonismo”, dato che come dice Roberto Saviano, questa parola, “è diventata una specie di scudo contro qualsiasi pensiero ragionevole, contro qualsiasi riflessione in grado di andare oltre il raglio della rabbia e la superficialità del commento”.