LA rivista Il Timone denuncia gli atti vandalici nei confronti dei presepi allestiti in questi giorni nelle varie chiese italiane.
«Ci risiamo anche quest’anno, dopo sacrifici e voglia di fare hanno danneggiato e rubato alcune statuine del nostro presepe. È una vergogna! Sta passando la voglia di fare le cose. Ovviamente procederemo con regolare denuncia». È quello che si legge in un post dell’Associazione Olona Viva, realtà del Comune di San Vittore Olona, parte della città metropolitana di Milano. Un presepe di un paese della provincia lombarda non è una notizia per la quale si rincorrano i lanci di agenzia, certo, ma se consideriamo questo episodio come la voce di un lungo elenco allora sì, si dovrebbe eccome darvi risalto ben al di là della stampa locale. Solo negli ultimi giorni casi simili si sono verificati a Saronno, Cornate d’Adda, Misinto – comune brianzolo. Atti vandalici alle rappresentazioni della Natività anche a Magenta e a Bareggio dove, dal presepe allestito in piazza, una statua è stata distrutta e una sottratta.
E’ un trend sospetto per Il Timone, “L’operosa e per tradizione cattolica Brianza non è il solo territorio del nostro paese ad essere interessato da simili fatti che liquidare come semplici bravate aggiungerebbe danno al danno. E il 2023 non è nemmeno il primo anno che riempie le cronache locali di vicende del genere, purtroppo non esclusive del periodo natalizio” (Paola Belletti, Presepe, ne viene vandalizzato uno al giorno. Vi pare normale? 18.12.23, Il Timone).
Ha destato tanto scandalo l’incendio del 16 dicembre al presepe in una chiesa di Villastanza nel comune di Parabiago (MI). Altro incendio ha distrutto all’alba del 25 dicembre ad Alessandria il presepe allestito sul sagrato della chiesa parrocchiale nel sobborgo di Mandrogne. Le fiamme hanno anche annerito la facciata dell’edificio, vicino al portone. L’allarme è giunto alla sala operativa dei vigili del fuoco alle 5:30. I carabinieri hanno effettuato un sopralluogo. Infine distrutto il presepe della chiesa parrocchiale di Brentonico in provincia di Trento.
Per Il Timone si evidenzia una vera e propria cristianofobia, una ostilità dichiarata verso il cristianesimo. Inoltre, secondo Belletti,“Ciò che stupisce e indigna è il colpevole silenzio intorno a questi fatti e al loro palese significato”. Sarebbe interessante immaginare “cosa succederebbe se fosse colpita una sede sindacale al giorno o un monumento alla Resistenza o – peggio – qualche installazione recente contro la violenza sulle donne”.
Ancora più grave è quello che sta succedendo in altri Paesi europei, in particolare in Francia. Uno studio della rivista online “GatestoneInstitute”, rileva come Le chiese cristiane sono sotto attacco in tutta l’Europa occidentale, con episodi più recenti registrati in Austria, Germania, Italia e in Svezia.Tuttavia, il Paese che subisce più attacchi alle proprie chiese è la Francia. (Raymond Ibrahim, Jihad contro le chiese in Francia 17.12.23, gatestoneinstitute.org). Traduzione dall’inglese di Angelita La Spada.
La giornalista investigativa Amy Mek il 1° luglio scorso scriveva: “Gli attacchi alle chiese sono la normalità in Francia: due chiese al giorno vengono vandalizzate, bruciate, demolite e abbandonate a se stesse, e i loro fedeli vengono sacrificati sull’altare della correttezza politica. I sacerdoti sono costantemente minacciati. Quand’è che i politici francesi che si occupano delle frontiere aperte saranno ritenuti responsabili?”. Secondo Gatestoneinstitute, i colpevoli di questi attacchi sono quasi sempre musulmani radicalizzati. Sempre nel luglio scorso, ad esempio, hanno attaccato e profanato diversi edifici ecclesiastici francesi, rompendo le porte e le finestre di una chiesa e imbrattando i muri di graffiti contro Gesù e pro-Maometto. Gli uomini hanno anche dato alle fiamme almeno due chiese storiche, una del XVI secolo, a Drosnay e l’altra del XII secolo, a Saint-Georges De La Haye-Descartes, dopo che erano scoppiate delle proteste in tutto il Paese a causa dell’uccisione il 27 giugno da parte della polizia di Nahel Merzouk, un criminale musulmano.
Le autorità francesi hanno minimizzato l’accaduto, sostenendo che le due chiese storiche “hanno preso fuoco, probabilmente a causa di un temporale“.
A questo punto lo studio fa un elenco di gravi episodi di profanazione di edifici religiosi. Riporto i più significativi.
26 giugno: La chiesa di Saint-Lazare, che si trova vicino a un’altra chiesa pesantemente vandalizzata dai musulmani il 5 luglio, è stata fatta oggetto di atti vandalici e di furti. “Dal 29 ottobre 2020 e dall’attacco islamista alla cattedrale di Notre-Dame nella nostra città [quando un altro musulmano al grido di “Allahu Akbar!” ha massacrato due donne francesi, una decapitata, e un uomo all’interno di una chiesa], siete consapevoli di quanto possa essere traumatico per i nostri concittadini udire simili affermazioni all’interno di una Chiesa e dei ricordi dolorosi che tali parole possono far rivivere. Di fronte a questi tentativi di destabilizzare la società e di fronte agli attacchi subiti dalla nostra Repubblica laica, dobbiamo dare una risposta forte e collettiva”.
23 giugno: Tre musulmani, di età compresa tra i 12 e i 13 anni, hanno fatto irruzione nella chiesa di Saint-Joseph, a Nizza, durante una messa pomeridiana, e hanno iniziato a gridare “Allahu Akbar!”. Va ricordato che Nizza è anche il luogo dove un altro musulmano ha ucciso 84 persone nel 2016.
12 giugno: Dopo aver fatto irruzione nelle proprietà della chiesa, una banda di musulmani, definiti come un “gruppo di giovani”, ha picchiato selvaggiamente padre Joseph Eid parroco di Notre-Dame-du-Liban chiamandolo “sporco cristiano”. Mentre fuggivano dai passanti intervenuti per porre fine all’aggressione, i ragazzi hanno lanciato altri “insulti nei confronti dei cristiani”. Un altro prete cattolico ottantenne della chiesa di Saint-Vincent de Paul, a Saint-Étienne è stato aggredito. Dopo aver buttato a terra padre Francis Palle, lo hanno continuato a picchiare e prendere a calci, finché l’ottuagenario non ha perso conoscenza (il sacerdote è stato poi ricoverato in gravi condizioni).
28 maggio: Diverse persone “non identificate” hanno fatto irruzione nella chiesa di Saint-Laurent, a Cugnaux, un paese con un’ampia presenza musulmana, e l’hanno vandalizzata, deturpando un crocifisso, rovesciando candele a terra e danneggiando icone, per poi dare fuoco alla chiesa. Ma grazie all’intervento di un passante che ha chiamato i vigili del fuoco, i quali hanno tempestivamente spento le fiamme, si è evitato il peggio.
4 maggio: “Lunga vita all’Islam” e altri slogan in arabo, sono stati rinvenuti scritti con vernice spray sui muri della chiesa di Lieusaint, a Seine-et-Marne.
16 marzo: Un uomo già “noto per la sua radicalizzazione islamista” ha fatto irruzione nella chiesa di Saint-Hippolyte, a Parigi, interrompendo la funzione religiosa. Ha anche trafugato un crocifisso in plexiglas alto due metri, che sorreggeva un Cristo ligneo del XVII secolo. Successivamente, è stato ritrovato nei pressi dell’edificio ecclesiastico “frantumato in molti pezzi”.
8 marzo: Un immigrato musulmano è entrato nel cimitero della chiesa di Saint-Louis, a Évreux, per poi staccare e profanare i crocifissi affissi su una trentina di tombe.
Un altro articolo del 17 marzo rileva che otto chiese parigine sono state oggetto di atti vandalici o sono state date alle fiamme nelle dieci settimane intercorse tra gennaio e metà marzo del 2023.
I fatti menzionati sopra sono soltanto alcuni episodi: la maggior parte degli attacchi alle chiese in Francia non vengono nemmeno riportati dai media locali. La giornalista investigativa Sonja Dahlmans fornisce maggiori dettagli:
“Crocifissi, organi, altari e altri simboli religiosi vengono regolarmente distrutti o trafugati [dalle chiese francesi]. Anche le statue dei santi vengono prese di mira. Nella chiesa di Angers, sette statue di santi sono state decapitate o amputate nell’aprile di quest’anno. Una statua di Maria è stata decapitata nella chiesa di Saint-Martin, a Choicy-le-Roi. Anche le vetrate delle antiche chiese vengono regolarmente distrutte da vandali, come a Guerlesquin. Lo scorso ottobre, si sono verificati episodi di violenza estrema nella Chapelle Saint-Joseph, a Saint-Pol-de-Léon. Lì i vandali hanno sfondato le porte della chiesa con un’ascia e distrutto tutte le finestre dell’edificio. Gli autori di questi atti vandalici hanno distrutto tutti i crocifissi e altri simboli religiosi”.
“I cimiteri e le tombe nelle chiese non riescono a sfuggire ai vandali. A Velsy, nel giugno 2022, 150 tombe sono state danneggiate e profanate. Le croci sulle tombe e altri simboli religiosi sono stati portati via o distrutti dai perpetratori”. Da questo raccapricciante elenco sembrerebbe che sia stato dichiarato un vero e proprio jihad contro le chiese francesi, e la leadership del Paese guarda dall’altra parte.
Il sito web Christianophobie.fr, ha pubblicato una mappa che contrassegna con un’icona rossa ogni luogo in cui una chiesa francese ha subito attacchi soltanto tra il 2017 e il 2018, sembra una zona di guerra. Sostanzialmente, l’intera mappa della Francia è coperta di rosso. Qualcuno ha criticato il sito cercando di minimizzare i fatti. In altre parole, se sui muri di una chiesa vengono dipinti graffiti jihadisti o anti-cristiani, o se una funzione religiosa viene interrotta da un intruso musulmano che urla “Allahu Akbar!” non si tratta di atti sufficientemente “gravi” da costituire reato. Ma gli atti di vandalismo, furti e incendi sono ormai una realtà che non si può nascondere. Chissà se i musulmani sarebbero rimasti indifferenti se un cristiano avrebbe osato vandalizzare o irrompere in una moschea urlando slogan cristiani. Ibrahim di Gatestone Institute annota certe risposte surreali che vengono date dal mainstream al jihad contro le chiese francesi. Un esempio è un titolo di Newsweek: “Le chiese cattoliche vengono profanate in tutta la Francia e le autorità non sanno perché”. In questo articolo dopo aver sintetizzato gli attacchi ai luoghi di culto, non appaiono mai i termini “musulmano”, “immigrati” o addirittura “islamisti”. Piuttosto, si citano “gruppi anarchici e di femministe”, arrabbiati con le chiese perché sono “un simbolo del patriarcato che deve essere smantellato”.
Tuttavia un rapporto dell’OCSE del 2022, la Francia è tra i primi cinque Paesi europei con il maggior numero di crimini d’odio registrati contro i cristiani. Gli altri quattro Paesi sono Spagna, Germania, Regno Unito e Svezia. Ibrahim di Gatestone Institute fa notare che in queste nazioni c’è un fattore comune: la popolazione musulmana notevolmente numerosa. Al contrario della Polonia, Ungheria e altri Paesi dell’Europa orientale, dove hanno la loro parte di “gruppi anarchici e di femministe”, ma si registrano pochissimi attacchi alle chiese, anche perché c’è un minor numero di musulmani.
DOMENICO BONVEGNA
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