Il Presidente Mons. Redaelli, il direttore don Soddu e tutti gli operatori di Caritas Italiana manifestano vicinanza nella preghiera e partecipazione al dolore della famiglia e dell’Opera don Calabria per il ritorno alla casa del Padre di don Elvio Damoli. Con particolare gratitudine e riconoscenza ricordano il suo impegno nell’accompagnare e promuovere il cammino della Caritas con capacità di ascolto, di discernimento e di attenzione agli ultimi.
Don Elvio Damoli era nato a Negrar (Verona), il 4 agosto 1932 ed era religioso dell’Opera don Calabria. Ordinato sacerdote nel 1958, ha operato dal 1960 al 1972 a Milano come educatore ed insegnante. In seguito, ha svolto per circa 20 anni la sua attività pastorale a Napoli, come cappellano nel carcere di Poggioreale, responsabile della pastorale carceraria per la diocesi di Napoli ed infine direttore della Caritas diocesana e delegato regionale delle Caritas della Campania.
Dal 1996 al 2001 è stato direttore della Caritas Italiana, raccogliendo l’eredità di mons.Giuseppe Pasini.
Lo stesso Pasini lo definì “uomo dotato di grande spirito di povertà che crede fino in fondo a quella educazione alla carità cristiana che è il vero motore della Caritas”.
In particolare, come lui stesso ha più volte sottolineato, in continuità con i “padri fondatori” Pasini e Nervo, il suo mandato di direttore è stato caratterizzato da vari momenti o percorsi:
– l’avvio di una riflessione ancora attuale sul tema gestione e/o promozione;
– il sostegno alla crescita e all’autonomia delle Caritas diocesane, con percorsi di formazione e anche con il coordinamento degli interventi nelle emergenze all’estero (Grandi Laghi, Balcani e soprattutto Albania, Kossovo ecc. ), responsabilizzando maggiormente le Caritas diocesane capaci e disponibili a fare da capofila di progetto, negli interventi di solidarietà e sviluppo, con gemellaggi, presenza di volontari e obiettori. Da qui anche il progetto dei “ Caschi Bianchi “;
– l’avvio di Gruppi Nazionali tematici, con la necessità di attrezzarsi sul piano della conoscenza delle povertà, la ricerca delle cause, delle possibili risposte e dei servizi, mettendo in grado gli operatori delle Caritas di conoscere e contribuire a livello di dibattito culturale, ma anche legislativo, sugli indirizzi di politiche sociali. La riflessione e le possibili proposte non partivano solo dal centro, ma erano condivise dalla base perché in realtà riflettevano e rispondevano alle problematicità del territorio di tutto il Paese;
– la grande attenzione alle Caritas parrocchiali con la produzione del sussidio “Da questo vi riconosceranno: La Caritas parrocchiale”;
– e ancora i gruppi sui “Centri di ascolto”, quello sugli “Osservatori delle povertà, dei bisogni e delle risorse”, sull'”Obiezione di coscienza” e sul “Servizio civile”.
Ricordiamo anche il suo impegno in prima linea come delegato Caritas in occasione del terremoto dell’Irpinia del 1980 (vai alla video-intervista in occasione del 40° del terremoto)
II volume “Abitare la carità”, edito da EDB nel 2015, raccoglie i suoi scritti e il suo pensiero sulla povertà, la carità e le politiche sociali.
Don Elvio lascia a tutti il ricordo e l’esempio della sua grande capacità di ascolto, la sua ferma convinzione dell’importanza del dialogo, del confronto costante, della condivisione, di un cammino da costruire insieme, con l’apporto di tutte le Caritas, a servizio della Chiesa che è in Italia.