E’ quanto particolarmente sostiene il giornalista francese Nicolas Senéze, che ha scritto un saggio: “Come l’America vuole cambiare Papa” che contiene la geografia del fronte anti Bergoglio, ad iniziare dall’entourage del presidente brasiliano Jair Bolsonaro fino a giungere, in Italia – ma ritengo un’esagerazione – alla rete sovranista di Matteo Salvini.
di ANDREA FILLORAMO
Da qualche tempo si parla di un “complotto” internazionale, partito dall’America, contro Papa Francesco, che trama per costringerlo alle dimissioni attraverso attacchi continui di una lobby cattolica conservatrice e tradizionalista che non accetta le sue aperture su tanti temi, dall’immigrazione, all’ambiente e alla condanna della pedofilia nel clero.
E’ quanto particolarmente sostiene il giornalista francese Nicolas Senéze, che ha scritto un saggio: “Come l’America vuole cambiare Papa” che contiene la geografia del fronte anti Bergoglio, ad iniziare dall’entourage del presidente brasiliano Jair Bolsonaro fino a giungere, in Italia – ma ritengo un’esagerazione – alla rete sovranista di Matteo Salvini. Non sono, però da escludere, quei cattolici che arrivano addirittura a definire il Papa eretico e illegittimo. Gli attacchi a Papa Francesco sono iniziati con l’ex nunzio a Washington, Carlo Maria Viganò, con una lettera ad alcuni blog di stampo conservatore, che, a suo parere, evidenzia incoerenze, con cui, chiedeva al Papa risposte su alcune vicende interne alla Chiesa. Del complotto finalizzato alle dimissioni di Bergoglio parla anche il padre gesuita Arturo Sosa, preposito generale della Compagnia di Gesù, che al meeting di Comunione e liberazione osserva: “Ci sono persone, dentro e fuori dalla Chiesa, che vorrebbero che Papa Francesco dia le dimissioni, ma il pontefice non lo farà. In realtà, egli aggiunge: “non è tanto la dimissione che viene sollecitata, quanto il tentativo di incidere sull’elezione del prossimo pontefice, creando le condizioni affinché il prossimo Papa non continui ad approfondire il cammino che Francesco ha invece indicato e intrapreso”. A dimostrazione di quanto sostenuto da Senéze e da Padre Sosa occorre informare che in America c’è veramente il gruppo sopra accennato, che agisce per condizionare nella scelta del successore di Papa Francesco. Si tratta di gruppo che tramite un fitto dossieraggio si propone un minuzioso controllo della vita dei cardinali per poterli ricattare, influenzando in tal modo il futuro conclave. Questo gruppo si chiama “Better Church governance group”, ossia un gruppo per migliorare il governo della Chiesa.
Lo costituiscono facoltosi conservatori americani. Attraverso l’operazione “Red Hat report”, (“Rapporto sulle berrette rosse”) si prefigge di raccogliere notizie di qualsiasi natura sui porporati, compreso i lati più riservati e personali, con l’obiettivo di influenzare il prossimo conclave. Per raggiungere questo obiettivo il gruppo ha investito per un anno un milione di dollari coinvolgendo professionisti, docenti, esperti in comunicazione e investigazione.
Il progetto dovrebbe essere concluso nel 2020. E’ scontato che le informative sui cardinali pescano in modo particolare nell’ambito degli scandali sessuali e della gestione economica dei beni ecclesiastici, scovando e registrando le minime ombre. E’ questa sicuramente un’iniziativa avventurosa poiché fa i conti senza l’oste: sul piano della fede, prospettiva con cui cercare di comprendere l’elezione di un papa, non si può mettere solo il potere dei soldi ma specialmente, per i cattolici, l’intervento della Provvidenza.
E’, infatti, dottrina comune cattolica, che nell’elezione di un papa entrano certo elementi umani, ma determinante nel momento decisivo rimane lo Spirito Santo che scombina sempre i piani degli uomini. Non è un caso il detto secolare che “chi entra papa in conclave esce cardinale”.