Contrappunto: lo sciabordìo delle onde increspate bagna teneramente il piccolo scoglio dove siedo, affascinato dallo spettacolo. Ma dentro sono lacerato, rivedendo e rivivendo il dolore e le miserie, minimo comune denominatore, nel rapporto con Dio e con gli altri.
Frate sole riversa sulla superficie del mare la totalità del suo immenso luccichìo d’oro, sonoro e barcollante. Provo la sensazione di un uccello spiumato o di una noce senza guscio, pensando agli abbracci non dati e non ricevuti. Una monade.
Il tintinnio silenzioso dei flutti improvvisa una melodia scintillante di rumori che illuminano l’atmosfera di festa. Ma rivedo l’album fotografico della vita, punteggiato da tante pagine bianche e ricordi sfocati, causati dalla fugacità di incontri mordi e fuggi. Quante occasioni perdute!
Stremato, rosso dall’imbarazzo per non esser riuscito a prolungare una giornata così bella come quella che sta terminando, il sole si nasconde dolcemente. Gli sforzi per una vita migliore non mancano, ma arranco soffocato da regole e obblighi.
Il velluto della notte si stende sul fianco della montagna, come un gatto che va a strofinarsi contro le gambe di un oste per essere coccolato. Il buio però accende ricordi di rimozioni forzate. Di volti, di complicità… messi in soffitta per non farmi prendere dal panico.
Eretti sulla punta dei piedi i cipressi, raccolgono gli ultimi bagliori e accumulano energia per nutrire di magia i loro sogni. Non comprendo se la solitudine sia la piaga dell’uomo contemporaneo o la panacea dell’egolatria imperante. Uomo, dove sei?
La tenerezza dell’Amato mi sconvolge. Senza che io lo chieda.
E.S.