“I dati diffusi oggi dall’Istat confermano purtroppo ciò che stiamo rilevando direttamente sul territorio sin dall’inizio della pandemia, nel nostro impegno al fianco delle scuole e delle famiglie: una condizione di povertà crescente che, nel nostro Paese, colpisce i bambini, le bambine e gli adolescenti. L’aumento della povertà assoluta tra i bambini e le bambine è uno dei risultati più drammatici della crisi in atto. La povertà minorile colpisce tutte le dimensioni di vita di un bambino, dalla salute alla educazione, non condiziona solo il suo presente ma pregiudica il suo sviluppo. Non possiamo permettere che il prezzo della crisi sia pagato dai più piccoli, sbarrando le porte al loro futuro”.
Questo il commento di Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro – sui dati diffusi oggi dall’Istat riguardo alla povertà assoluta in Italia.
In particolare, sottolinea l’Organizzazione, è allarmante constatare come il livello di povertà assoluta abbia oggi toccato il punto più alto dal 2005, vanificando così i miglioramenti registrati nel 2019. Secondo la rilevazione dell’Istat, oggi, in Italia, 1 milione e 346 mila minori vivono in condizioni di povertà assoluta, ben 209 mila in più rispetto all’anno precedente. Questo vuol dire che in Italia si trova in questa condizione il 13,4% dei bambini e dei ragazzi, per un aumento di ben 2 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione. Inoltre, prosegue l’Organizzazione, è da sottolineare come siano soprattutto le famiglie con figli minori a subire le conseguenze più gravi dell’emergenza socio-economica in corso, considerando che l’incidenza di povertà assoluta passa dal 9,2% all’11,6%, dopo il miglioramento registrato nel 2019, così come le famiglie più numerose, visto che i dati Istat segnalano un aumento di oltre quattro punti, passando dal 16,2% al 20,7%, per quelle con almeno cinque persone.
“Di fronte a questi dati, rinnoviamo con forza il nostro appello per il varo di un piano nazionale di contrasto alla povertà minorile che comprenda misure di sostegno materiale alle famiglie, sostegno alimentare (a partire dall’accesso gratuito alle mense scolastiche), sostegno educativo per prevenire l’abbandono scolastico e l’aumento della povertà educativa. Chiediamo un piano nazionale articolato sui territori, con la messa in rete degli enti locali, le scuole, l’associazionismo e il volontariato, e tutti gli attori, pubblici e privati che possono dare un contributo”, conclude Raffaela Milano.
In Italia, sin dall’inizio della crisi Save the Children ha rimodulato e potenziato le attività sul territorio per rimanere al fianco di bambine, bambini e adolescenti e delle loro famiglie, intercettando e rispondendo, in rete con associazioni partner territoriali, a vecchi e nuovi bisogni emersi nel corso della pandemia, con interventi di sostegno materiale alle famiglie, distribuzione di tablet e connessioni, sostegno alle scuole e sostegno educativo e psicosociale per bambine, bambini e adolescenti. Nei primi sei mesi dall’avvio del programma (giugno-dicembre 2020) sono state raggiunte e sostenute oltre 66 mila persone, tra bambini, bambine, famiglie e docenti in tutta Italia. Dall’inizio dell’emergenza ad oggi, tramite le due iniziative “Non da Soli” e “Riscriviamo il Futuro” sono stati raggiunti oltre 141 mila bambini, bambine, famiglie e docenti.