di ANDREA FILLORAMO
Sono in possesso di copie di due documenti inviatimi da un tale che si professa firmatario di uno di essi (documento n° 2), che fanno luce ma solo in minima parte sulla destinazione della Casa del Fascio, di cui era proprietaria la parrocchia S.S. Annunziata dell’omonimo Villaggio, che è il borgo dove sono nato e cresciuto. Della Casa del Fascio, volgarmente chiamata il Circolo, facevo esplicito riferimento in un mio articolo su ImgPress, quando scrivevo:” Quel caseggiato, alla fine degli anni 50 era stato comprato, da Padre Antonino Cutugno, il parroco d’allora, un santo prete che viveva in stato di povertà assoluta, un uomo di preghiera e di intensa carità cristiana. Per comprarlo egli ha fatto presso i fedeli una colletta, alla quale ha aggiunto i suoi risparmi (…) per farne un asilo infantile”. Concludevo scrivendo:” Ai suoi successori, quindi, tenendo conto del desiderio di Padre Cutugno, era rimasto il compito di definire il progetto concernente quel vecchio stabile. Sappiamo soltanto che quel caseggiato, oggi non esiste più”. Non è stata né poteva essere fatta accusa a nessuno ma, essendo stato io stesso testimone di quell’acquisto perfezionato in seguito dal suo successore P. Di Natale, ritenevo anche perché sollecitato da tanti, che fosse necessario, fare chiarezza ed esigere trasparenza e superare, così. il vincolo di segretezza che purtroppo ancora alligna nella Chiesa. Il nuovo parroco, Mons. Gaetano Tripodo, consultando l’archivio parrocchiale e servendosi di altre fonti informative potrà indubbiamente aiutare a dare risposte esaustive che non possono rendere ragione a chi ama nutrirsi di pettegolezzi che, se sono tali, arrecano solo danno.
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ALLEGATI
Allegato numero uno
Il documento allegato numero uno, datato 2 gennaio 1969 consiste in una richiesta di chiarimento da parte dell’Intendenza di Finanza di Messina a firma del vice intendente Ottorino Salibra indirizzato al parroco dell’Annunziata e esige chiarimenti dei motivi per i quali la Casa del Fascio non ha avuto come sua destinazione un asilo infantile come da contratto di vendita del 10/9 /1964 ma la Sede Acli.
Allegato numero due
Il documento numero due, datato 17 aprile 2002 contiene una petizione all’arcivescovo di Messina ed è a firma del Parroco e dei membri del Consiglio Parrocchiale per gli affari economici (Arigò Antonino, Billè Stellario, Di Leo Giovanni, Duca Giovanni, diac Fiorentino Salvatore). Con essa, data la proposta (come contenuta in premessa) di acquisto da parte della ditta Calaservice di Messina dell’immobile ex “Casa del Fascio”, chiedono di poterlo vendere. Da osservare che In tale richiesta non si fa menzione del vincolo contenuto nel contratto di vendita del 10 settembre1964, cioè l’asilo infantile, ma dei gravi debiti della parrocchia e l’impossibilità di utilizzare tale area per le attività parrocchiali,
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QUALCHE CONSIDERAZIONE
Non conosciamo quanto è stato risposto alla comunicazione dell’Intendenza di Finanza, di cui al documento n°1, né per quanto tempo è stato l’immobile in uso o in affitto o a titolo gratuito delle Acli. Per quanto concerne il documento numero 2: non si sa se l’arcivescovo è stato informato del vincolo di destinazione (asilo infantile) e se ha autorizzato la vendita (?). Non sappiamo se l’immobile, in ogni caso, come si dice, sia stato venduto e a quale prezzo. Circolano voci assurde di grandi cifre. Molte sono state fin’ora le domande che una mera lettura dei due documenti costringe a fare, che sono le domande alle quali i membri del Consiglio Pastorale avrebbero potuto rispondere fin’ora; ciò avrebbe potuto evitare di interpellare il parroco emerito che ha diritto di essere lasciato in pace e di mettere un freno alle malignità che, quando si tratta di denaro, non mancano mai. Sono queste le domande, oltretutto, che circolano di bocca in bocca in tutto il Villaggio. Solo sollevando il velo su quanto avviene nella Chiesa e di conseguenza nelle sue istituzioni e nelle parrocchie si può restituire la limpidezza dello sguardo a chi vorrebbe una Chiesa migliore perché trasparente.