di ANDREA FILLORAMO
Tutti sappiamo che i mezzi di comunicazione, sia pubblici sia privati, sono nelle mani delle lobby di potere economico-finanziario fra loro in piena concorrenza e sono affiancati da Partiti di Destra, di Sinistra e di quelli apparentemente senza colore politico, che sono interessati solo a filtrare determinati messaggi per realizzare, così, le loro strategie comunicative, che sono sempre partitiche e perennemente elettoralistiche. Esse vengono utilizzate, senza alcun controllo sociale, per condizionare l’interpretazione di determinati fatti e avvenimenti, secondo logiche, che non rispondono alle richieste di quanti desiderano avere notizie vere, accertabili e, quindi verificabili.
Le conseguenze di questo modo di comunicare sono quelle di una grande confusione, cioè di una grande matassa informativa, che ci giunge quotidianamente, in cui è estremamente difficile, per ciascuno di noi, trovare il bandolo. Queste strategie che vengono comunemente usate sono tutte di distrazione di massa e sono di due specie: quelle della “sdrammatizzazione dei fatti o dei fenomeni” e quelle della “paura e del terrore”. Con le strategie della sdrammatizzazione si cerca di attenuare il grado di drammaticità di un fatto, di una situazione, di una notizia. Quelle del terrore, invece, consistono nel provocare paura o addirittura terrore per qualcosa che si presume o si dice, che possa mettere in pericolo la vita.
Il principio adottato, in quest’ultimo caso, è quello della problematizzazione di una soluzione: si individua, cioè, un problema, che causa una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desidera far accettare, presentate come “dolorose e necessarie”, che possono provocare, quindi, sofferenza, come per esempio, quella che nasce dalla disoccupazione, dalla povertà, dalla miseria e anche dalla morte. Sulla strategia del terrore, utilizzata, a mio parere, nei confronti del Covid-19, è necessario chiederci e chiedere, data la grande confusione di idee dei media che ci assaltano e “fagocitano” il nostro tempo, dalla mattina alla sera, con servizi, interviste anche contradditorie, se siamo stati volutamente e capziosamente messi in ansia col risalto forse esagerato dovuto ad un virus e, quindi, se si è creato un allarmismo che poteva essere evitato. S
appiamo, infatti, che l’emozione spesso manda in tilt la parte razionale dell’individuo, rendendolo più facilmente influenzabile e, quindi, con l’Imporre modelli di comportamento. Controllare individui omologati, infatti, è molto più facile che gestire individui pensanti. È indubbio: chi ci governa deve convincersi che ogni persona deve essere messa in grado da sola e responsabilmente di prendersi cura, al di là dei DPCM che ci piovono continuamente addosso, della propria salute e di quella degli altri. Questo sarà possibile se ciascuno di noi disporrà di adeguate e non strane informazioni che possono provenire solo dalla Scienza, i cui risultati non sono rappresentati dai misteriosi calcoli statici matematici, che appaiono ogni giorno su tutti gli schermi dei nostri televisori, che sembrano tesi a mettere in risalto il numero dei morti per aumentare la paura. Ciò, inoltre, sarà possibile se ciascuno di noi sarà messo nelle condizioni di recuperare la fiducia nell’autorità che chiede di adottare determinate misure.
La fiducia, di cui qui si parla ovviamente non è quella che in un sistema democratico nasce dalle schede elettorali ma dal giudizio che si dà alle decisioni politiche che vengono prese e allorché si vedranno i risultati. Al di là, quindi, di quello che il Governo ci impone, sappiamo che per ora non esiste una cura sicura per i Covid-19 e speriamo che sia come qualche scienziato dice al pari dell’influenza stagionale che ucciderebbe più persone di quanto questo virus ne uccide. Deve, perciò, necessariamente esistere solo una prudenza responsabile da parte di tutti, sdrammatizzando, per quanto è possibile a livello personale, la situazione e accettando le restrizioni, le limitazioni, il distanziamento sociale e altro per tutelare la vita e la salute.
Il rispetto di queste norme, anche se alcune discutibili, è fondamentale al di là di quanto “ope legis” ci viene imposto dai vari DPCM. Esso vale per tutti, ma è fondamentale anche il senso civico e la responsabilità di ciascuno di noi per intenzionalmente tutelare la nostra e l’altrui salute.