Dylan Dog “Il grande freddo”: anche gli spiriti – guida si … incavolano

Il 31 gennaio è uscito nelle edicole delle nostre città il mensile numero 461 di Dylan Dog dal titolo “Il grande freddo”, edito dalla Sergio Bonelli Editore, con sceneggiatura Lorenza Ghinelli e Giovanni Eccher, disegni di Marco Nizzoli, copertina di Gianluca e Raul Cestaro.

L’avventura di febbraio si adatta perfettamente alle giornate gelide del periodo e ci consegna una vicenda intrisa di risvolti culturali di spessore, interrogativi e levigato orrore. La presunzione degli occidentali in rapporto alla loro pretesa di considerarsi i padroni del mondo con Dylan trova risvolti immaginifici e suadentemente terribili.

La scienza cui l’uomo moderno sembra devoto, a volte, si lascia sedurre da tentazioni oscure, che compromettono equilibri tanto ancestrali quanto necessari. Eppure gli uomini, arroganti, ignorano segnali e “segni” che invece andrebbero valutati diversamente. Nella storia non mancano riferimenti e citazioni colte che i cultori del genere horror – thriller apprezzeranno: Alfred Hitchcoc e Edgar Allan Poe, con la loro allucinata visionarietà, ispirano gli sceneggiatori e accompagnano il nostro old boy ai confini del mondo e soprattutto al limite di quanto può essere concesso al nostro genere.

I disegni sono veramente pregevoli: il nitore della neve, l’asprezza dei ghiacci, i refoli di vento gelido arrivano dalle pagine con pungente efficacia fino alle nostre stanze. Il bianco abbaglia e spaventa; come giustamente viene ribadito nella prefazione dell’albo la valenza di tale espressione cromatica è molteplice presso svariate culture e qui viene magnificato da scelte grafiche di forte impatto.

In copertina, Dylan, infreddolito e incerto, in una Londra gelida e spettrale, lancia uno sguardo incredulo mentre segue le tracce di una fiera che ha già colpito: una sinistra striatura di sangue serpeggia lungo il suo cammino a perdita d’occhio.

Romano Pesavento