di Roberto Malini
È morto Alberto Asor Rosa (Roma, 23 settembre 1933 – Roma, 21 dicembre 2022) critico letterario, storico della letteratura e politico italiano. Lo conobbi diversi anni fa a Firenze, dove teneva una conferenza.
Lì ebbi la lieta sorpresa di scoprire la sua vicinanza al popolo rom e alla comunità LGBTQI+ (successivamente avrebbe sottoscritto diversi appelli e partecipato ad alcune iniziative, fra cui il grande corteo per i diritti dei rom e dei sinti a Roma, nel 2008) nonché di apprendere che era un profondo estimatore del mio poemetto giovanile “L’uovo” e dell’omonimo film in animazione 3D realizzato da Dario Picciau nel 2003 (edito e distribuito da Mondo Home, 2008, unitamente al poemetto in libro), vincitore del Future Film Festival di Bologna e di numerosi altri premi internazionali. Vedeva nell’opera una potente allegoria della vita e dell’importanza di ogni diversità. Alberto era un intellettuale che univa un profondo acume a una cultura sterminata. Ed era una bella persona, sempre sdegnata di fronte alle ingiustizie e agli abusi nei confronti dei più deboli. Mancherà a chi gli è simile.