CATANIA – Circa il 50% dei rifiuti speciali provengono dalla filiera delle demolizioni e dell’edilizia e rappresentano l’80% dei rifiuti complessivi prodotti nel nostro Paese. Sono questi i dati rilasciati dall’ENEA, che aprono alla riflessione di un necessario sostenibile settore delle costruzioni, in linea con i nuovi CAM (Criteri Ambientali Minimi) indicati dall’Unione Europea. Direttive che, come mostrato anche dalla posizione del Governo, non possono essere estese in modo univoco in ogni Paese, ma devono essere recepite e rimodulate per realizzare un programma che porti al raggiungimento dei risultati previsti entro il 2030.
Sono questi i temi caratterizzanti il convegno “Edilizia sostenibile in clima Mediterraneo”, inserito all’interno della manifestazione EcoMed 2024 e organizzato da Ordine e Fondazione degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Catania, in collaborazione con Ance Catania, Green Building Italia Council, Enea, UniCT, Aiat e Dipartimento Ingegneria Civile e Architettura UniCT.
«Argomenti che non devono essere di tendenza – commenta il consigliere dell’Ordine Giovanni Lucifora – ma che devono entrare a far parte della nostra cultura, quotidianità e programmazione. Un passaggio fondamentale per assicurare un cambio di rotta e un approccio diverso nel rapporto con l’ambiente circostante, così da aprire a nuove prospettive per il futuro». In questa direzione cruciale sarà il recepimento delle normative green europee e la loro declinazione in ambito mediterraneo: «Le nuove disposizioni di “Casa Green” mirano ad avere effetti positivi già entro il 2024 – sottolinea il vicepresidente della Fondazione Giovanni Longhitano – due anni di tempo entro i quali far proprie e mettere a sistema le norme, in relazione alle attuali condizioni dei nostri edifici e climatiche. Una sfida – continua – che deve mirare al lungo termine e che dovrà puntare l’attenzione anche alla qualità del costruito e dell’architettura».
Tra gli attori protagonisti di questo processo c’è certamente l’ENEA (Agenzia nazionale nuove tecnologie, energia e sviluppo economico sostenibile), «al lavoro per promuovere la circolarità in un settore energivoro e dal forte impatto in termini di consumo del suolo e di risorse – evidenzia la direttrice del dipartimento Sostenibilità circolarità e adattamento al cambiamento climatico dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell’Enea Claudia Brunito – Occorre dunque un approccio analitico del ciclo di vita, al fine di pensare il prodotto in modo più sostenibile ed efficiente sin dal principio, con conseguenze positive sulla qualità di vita, sul benessere, sulla sua decostruzione e sul riutilizzo dei materiali». Tra gli effetti, dunque, «un minor impatto ambientale, una diminuzione delle emissioni alteranti il clima, la produzione di energia da fonti rinnovabili e lo sviluppo della mobilità sostenibile – aggiunge la project manager Remtech Expo Silvia Paparella – Parallelamente, un corretto approccio alla transizione dà ulteriori stimoli allo sviluppo, alla crescita e al sistema occupazionale, con evidenti benefici per la società». Dati di Ance – illustrati dal presidente Ance Giovani Catania Ludovico Porto – hanno infatti confermato come sia necessario ripensare l’intera filiera, considerando che le emissioni della vita di un edificio sono per l’81% di natura indiretta, quindi “pre e post” costruzione. Aspetti che non passano inosservati neanche al mondo universitario, che – come illustrato da Gaetano Sciuto, professore del corso di Ingegneria e Architettura del DICAr (direttore Matteo Ignaccolo) – prevede per l’anno prossimo la nascita del percorso di studi in Ingegneria e Transizione Ecologica.
Un veloce programma di recepimento delle direttive europee, con particolare attenzione alle periferie, è auspicato dal presidente GBC Italia Fabrizio Capaccioli, che mette in luce la mancanza di una politica in tal senso. Una riflessione che ha lasciato spazio alla fase di analisi delle normative e delle loro applicazioni in ambito edilizio. I focus – moderati da Antonella Luciano (ENEA) e Rossella Massimino (UniCT) – sono stati curati da Laura Cutaia (ENEA), Antonio Cellura (GBC Italia Chapter Sicilia), Maurizio Cellura (Università di Palermo), Ludovico Porto (presidente Ance Giovani Catania), Antonella Luciano (dipartimento SSPT ENEA), Carmelo Raimondi (AIAT) e Rossella Massimino (UniCT). Una seconda sessione – moderata dalla consigliera dell’Ordine Melania Guarrera – ha affrontato i temi dell’architettura sostenibile, integrata a sistemi di risparmio energetico, senza tralasciare gli aspetti fiscali e tecnici. Imprescindibile, come emerso dalle relazioni, la sinergia tra professionisti ed enti, al fine di interpretare e recepire la norma europea. Un confronto da cui nasca un documento su misura per il nostro territorio e che consenta di raggiungere gli obiettivi 2023 dell’Unione Europea. A partecipare all’ultima parte dell’incontro Fabrizio Russo (Fondazione APPC CT), Biagio di Pietra (dipartimento DUEE ENEA), Giovanni Faraci (Studio Faraci) e Silvio Navarra (Studio Tecnico Navarra).