Editoria, i dati dell’Aie (Associazione italiana editori) come ogni anno evidenziano i trend e i ricavi del mercato di libri in Italia. La grande distribuzione riporta risultati in decrescita, ma in ogni caso superiori rispetto alle stesse rilevazioni nell’anno 2019. Ciò significa che la spinta del 2020 – scaturita forse dal cambio di abitudini e stili di vita dettato dalla pandemia, nonché dalle misure messe in campo per sostenere il settore – è ancora presente in termini di ricavato e di lettori, sebbene risulti a oggi indebolita.
I risultati ottenuti da Nielsen BookScan e rielaborati da Aie su base annuale evidenziano, nei primi undici mesi del 2022, una flessione del 2,8% in termini di valore assoluto (ovvero di ricavato) per quanto riguarda l’editoria italiana di varia – vale a dire saggi e romanzi venduti nelle librerie fisiche e sulle piattaforme online della grande distribuzione. Sulla base del numero di copie vendute, invece, si registra un -2,6% rispetto ai primi undici mesi del 2021. Da gennaio a novembre 2022, insomma, le vendite a prezzo di copertina sono state pari a 1.418,8 milioni di euro, le copie vendute quasi 100 milioni (96,5 milioni). Rispetto all’anno precedente, sono stati venduti 2,6 milioni di copie in meno, per un valore di 41,5 milioni di euro. Ma confrontando i risultati con le stesse rilevazioni del 2019, le vendite del 2022 risultano in crescita del 13,7% in termini di ricavato, e registrano un +15,1% per numero di copie vendute. Rispetto al 2019, l’editoria italiana nel 2022 ha fatturato +171 milioni di euro e 12,7 milioni di copie in più.
Editoria in Europa, bilancio positivo e vendite online in crescita
I numeri dell’editoria a livello europeo sottolineano un buon posizionamento dell’Italia nel settore. Secondo la Fep (Federazione degli editori europei) l’Italia è al quarto posto nella classifica dei principali mercati per vendita interna di libri, dopo Germania, Regno Unito e Francia (2022). Per numero di titoli pubblicati, i principati mercati risultano essere Regno Unito, Germania e Spagna, con l’Italia che si conferma anche in questa rilevazione al quarto posto. Per vendite totali, il mercato europeo ha visto nel 2021 una crescita del 6,5% rispetto all’anno precedente. L’Italia segna un bilancio di +12,2%, allineata con la Francia con +12,5%; in Spagna il mercato segna un +5,6% e in Portogallo +15,3%. Per quanto riguarda il 2022, il trend cambia marcia se paragonato all’anno precedente, pur confermandosi positivo rispetto alle rilevazioni del 2019. Nei primi nove mesi del 2022, il mercato editoriale italiano ha segnato un -1,8% rispetto alle stesse rilevazioni del 2021, la Francia -5% (al giugno 2022), la Spagna +3,5% (giugno 2022). I numeri del mercato editoriale europeo mettono in risalto, inoltre, alcune informazioni interessanti che riguardano i canali di vendita di prodotti editoriali. Nel 2019, 1 libro su 2 in Europa veniva acquistato in librerie e punti vendita specializzati (50,3%); nel 2020 diminuiscono al 44,7% fino al 43,6% del 2021. Anche le vendite nei supermercati e punti vendita “altri” perdono terreno, passando dal 12,1% del 2019 all’11,5% del 2021. Le vendite nei negozi online, al contrario, crescono: nel 2019 rappresentano il 23% degli acquisti totali, nel 2021 il 29,1%. Biblioteche e vendita diretta rappresentano un segmento di mercato che ad oggi è il 15,7% del totale, +1,1% rispetto al 2019.
Nel 2022 sono stati venduti 2,6 milioni di copie in meno, per un valore di 41,5 milioni di euro
I dati in possesso dell’Aie raccolgono informazioni utili anche su come si muove il mondo dell’editoria regione per regione: dove si concentrano lettori, case editrici e fatturato. Dal 2016 al 2020 la concentrazione editoriale in Italia non ha mostrato significativi stravolgimenti, confermando le regioni leader note – come la Lombardia, ovvero Milano, e il Lazio, ovvero Roma – mentre intere aree, specialmente nel Sud Italia, partecipano in maniera marginale al mercato editoriale italiano. Per quanto riguarda la percentuale di case editrici presenti in Italia, la maggiore concentrazione si registra in Lombardia, dove si raccoglie il 20,9% delle case editrici italiane, in continuità con le rilevazioni degli ultimi anni (nel 2016 erano il 20,3%). Nel Lazio opera il 17,3% delle case editrici italiane, in continuità con i dato del 2016 (17%) dopo una leggera flessione degli anni 2018/19 (16,9% e 16,8%). Emilia Romagna e Piemonte raccolgono nel 2020 l’8,6% delle case editrici italiane, il Veneto il 5,7% nel 2020, in calo rispetto al 7,5% del 2016. Il Friuli Venezia Giulia ospita il 2% delle imprese editoriali in Italia (nel 2016 erano il 3%), in Toscana sono il 7,7%, in calo rispetto all’8,9% del 2016.
In Lombardia e Lazio si concentra il 38% dell’editoria italiana
Al Sud, le regioni con maggiore presenza di case editrici sono la Campania (6,7%), in crescita rispetto al 2016 (+1,4%), la Puglia al 4,5% (+1% rispetto al 2016), mentre Calabria (1,6%) e Basilicata (0,6%) non manifestano una crescita significativa della concentrazione editoriale. Abruzzo e Marche si attestano stabilmente quasi al 2% dal 2016 al 2020. La Sardegna raccoglie il 2% delle case editrici in Italia (+0,5% dal 2016), in Sicilia queste ultime crescono: dal 3,2% del 2016 al 4,5% del 2020. Tracciando un profilo generale, Lazio e Lombardia si confermano come le regioni dove risiede gran parte delle case editrici italiane (38,2%). Qualche variazione della concentrazione editoriale è avvenuto tra alcune regioni del Nord e del Centro Italia, che hanno visto decrescere la loro presenza, e nel Sud Italia, dove si registra invece una tendenza inversa in Campania, Puglia e Sicilia.
Il 41,4% degli italiani ha letto almeno un libro negli ultimi 12 mesi
Altri risultati degni di interesse riguardano la domanda di lettura, ovvero la percentuale di lettori presenti per ogni regione. Bisogna innanzitutto spiegare che per lettore si intende, nell’indagine di Aie, chi abbia letto almeno 1 libro non scolastico nell’ultimo anno e abbia più di 6 anni di età. Tra questi, poi, si definiscono dei sottogruppi tra “lettori deboli” (1-3 libri letti in un anno) e “lettori medi” (4-11 libri letti in un anno) e “ lettori forti” (più di 12 libri letti in un anno). I dati raccolti fanno riferimento al quadriennio 2016-2020. La media nazionale dei lettori in Italia è del 41,4%, cresciuta di quasi 1 punto percentuale dal 2016 (40,5%).
Al Nord la maggiore domanda di lettura nazionale, Sud sotto la media ma i numeri sono in crescita
Osservando i dati regione per regione emergono significative differenze tra aree in cui si legge di più o di meno nel Paese. La Lombardia è ben oltre la media nazionale per numero di lettori: sono il 49,3%, in leggera crescita rispetto al 2016 (48,9%); in Veneto sono il 47,7%, in Valle D’Aosta il 48,6%, in Liguria il 47%, in Piemonte il 46,2%. Anche l’Emilia Romagna è oltre la media nazionale (47,4%), mentre Friuli e Trentino raccolgono le percentuali più alte di domanda di lettura (51,6% e 53,6%). La domanda di lettura dei toscani è pari al 45,4%, allineata con quella degli abitanti del Lazio (45,5%). Nelle Marche la domanda di lettura scende al di sotto della media nazionale: 37,9% nel 2020, -2% rispetto al 2016 (40%) e altalenante negli anni considerati. In Abruzzo la domanda è in crescita rispetto al 2016 (+2,1%) sebbene al di sotto della media nazionale (36,6%), in Molise in progressiva crescita al 33% nel 2020. L’Umbria è passata da una domanda al di sotto della media nazionale nel 2016 (39,8%) ad una presenza di lettori superiore alla media (42,6%). Scendendo progressivamente da Nord a Sud, la domanda di lettura cala sensibilmente al di sotto della media nazionale. In Campania i lettori sono il 28,3%, +2% rispetto al 2016; anche in Puglia il trend dei lettori è in crescita, sebbene ancora sotto la media (30,6%), mentre in Basilicata è in calo al 28,8%, così come in Calabria (23,9% dei lettori, -1,2% dal 2016). In Sicilia i lettori crescono: sono il 29,5% nel 2020, mentre nel 2016 erano il 25,8%. In Sardegna si registra, invece, la tendenza opposta: se nel 2016 la domanda di lettura era pari al 45,7%, al 2020 è al 40,7%.
Più case editrici al Sud ma bisogna consolidare la percentuale di lettori
La geografia editoriale italiana si concentra prevalentemente nel Lazio e in Lombardia, regioni che raccolgono la maggioranza delle case editrici presenti in Italia. Altre regioni del Nord e Centro Italia si mantengono stabili o vedono diminuire la presenza di imprese editoriali (ad esempio la Toscana). Crescono le case editrici nel Sud Italia, in particolare in Campania, Puglia e Sicilia, ridisegnando, in maniera lenta ma progressiva, una geografia editoriale che è concentrata soprattutto nel resto d’Italia. La stessa situazione è riscontrabile nella domanda di lettura: la maggioranza dei lettori italiani si concentra nelle regioni del Nord, dove siamo ben oltre la media nazionale, in alcuni casi in maniera significativa (Friuli e Trentino). Nel Sud tutte le regioni sono al di sotto della media nazionale, ma sebbene il divario con resto del Paese sia significativo, la domanda di lettura è in crescita. Fanno eccezione Calabria e Basilicata, dove la scarsa presenza di lettori è diventata ancora più radicata, aumentando la distanza con le regioni del Nord Italia. Un settore come quello dell’editoria reagisce in maniera più lenta ai cambiamenti in atto, ma ciò non vuol dire che non siano presenti.
Editoria come settore radicato nella cultura e nell’istruzione di un paese
C’è un significativo dislivello tra Nord e Sud sia nella concentrazione editoriale che nel numero di lettori, per motivi anche storico-economici, ma nel Mezzogiorno sono in aumento lettori e case editrici, e con essi la vivacità culturale ed economica di quei territori. Un lavoro significativo andrebbe fatto sia nel consolidamento di questo trend di crescita, per regioni come Sicilia, Campania e Puglia, sia nel recupero di alcune regioni che non riescono a smarcarsi da questo divario, come la Calabria e la Basilicata, che sembrano quasi abbandonate al loro destino. L’editoria è un settore radicato nella cultura e nell’istruzione di un paese: non si può pensare di incrementarlo senza alcuna strategia culturale, tralasciando l’educazione alla lettura nelle scuole o nei luoghi di socialità. I soli incentivi economici non sono risolutivi: va alimentata un’abitudine alla lettura, cominciando dalla scuola e facendone un’espressione radicata di condivisione e crescita della collettività.
Roberta Rega – leurispes.it