«Se tutti abbiamo diritto di vivere una vita dignitosa, allora dobbiamo anche essere liberi di morire dignitosamente»…
«Oggi dobbiamo parlare di Eutanasia». Comincia così l’ultimo post di Taffo Funeral Services – divenuto in breve virale -, condiviso dall’agenzia funebre in occasione del dodicesimo anniversario dalla morte di Eluana Englaro. Taffo torna sul tema del “fine vita”, riaprendo il dibattito in ambito di diritti civili e accendendo un faro sul diritto a morire dignitosamente. Morire in libertà, così come ognuno di noi ha vissuto la propria vita. Nasce così la campagna social sull’Eutanasia, realizzata insieme all’Associazione Luca Coscioni, per ricorda la vicenda di Eluana e di quei lunghi 17 anni da lei trascorsi in stato vegetativo, mentre suo padre Beppino, chiedeva allo Stato di staccare la spina alle macchine che nutrivano artificialmente sua figlia.
Era il 9 febbraio del 2009 e, dopo tanto dolore, Eluana moriva divenendo così un vero e proprio simbolo, una tappa di un lungo percorso che ha portato al Testamento Biologico, un importante strumento giuridico che oggi può evitare casi come quelli della famiglia Englaro. (Info per Testamento Biologico).
«Oggi grazie alla legge sul testamento biologico, casi come quello di Eluana possono essere evitati, poiché è possibile rendere note le proprie volontà, attraverso le disposizioni anticipate di trattamento», si legge sulle pagine dell’associazione e dell’agenzia funebre. Proprio quest’ultima, facendo leva sul caratteristico tratto ironico che l’ha resa nota, pubblica un flyer che ritrae una lapide in vacanza su una spiaggia da sogno. Un’immagine che colleziona consensi, commenti e condivisioni da migliaia di followers che seguono Taffo, grazie alla comunicazione sviluppata e ormai nota del creativo Riccardo Pirrone, anima dell’agenzia KiRweb.
Perché: «Se tutti abbiamo il diritto di vivere una vita dignitosa, allora dobbiamo anche essere liberi di morire dignitosamente» – scrive il social media manager delle onoranze funebri e, conclude – «Dopo tanto lavoro finalmente un po’ di mare».