«Per me il Meeting di Rimini è stato ed è tuttora un’immensa avventura di libertà». Dopo 27 anni di presidenza e 40 di responsabilità condivisa, nei prossimi giorni, con il rinnovo del consiglio di amministrazione della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Emilia Guarnieri lascerà la guida della più seguita e di una tra le più longeve manifestazioni culturali al mondo. Un passaggio annunciato, peraltro, già da tempo, ma che ugualmente lascia il segno.
«Capisco che è il momento di lasciar andare ad altre mani, braccia e gambe questa cosa bella, ricca e tanto amata che ho vissuto», è il commento della presidente. «Dico “lasciar andare” e non “abbandonare”, è come con i figli: se gli vuoi bene, devi lasciarli andare». Il sentimento che contraddistingue questo momento? «Soprattutto una grandissima gratitudine per tutto quello che ho avuto da questi quattro decenni, in termini di storia, di ricchezza di esperienza, di incontri. Mai avrei immaginato di poter incontrare tante esperienze dal mondo». Una gratitudine declinata in dettaglio «per ognuna delle persone con cui ho lavorato, gli amministratori del Meeting, la redazione culturale, i collaboratori, le istituzioni, i partner, i relatori, i curatori delle mostre, i tantissimi volontari che hanno dato gratuitamente il loro tempo. Porto nel cuore i nomi e i cognomi di tantissimi».
I volontari, l’anima del Meeting, oltre tremila ogni anno da quattro decenni. «Anch’io sono sempre stata una volontaria del Meeting», racconta Emilia, «in questi quarant’anni abbiamo messo insieme in campo la bellezza dell’esperienza umana che abbiamo incontrato nell’amicizia di don Giussani, perché potesse diventare un luogo di incontro, libertà, dialogo e costruzione comune con tutti. Un grande amico negli anni Ottanta, ai primi passi del Meeting, mi disse: “Ricordati Emilia che il Meeting non è tuo”. Io sono cresciuta con questa consapevolezza e almeno tentativamente con la libertà di chi ha tra le mani qualcosa la cui origine lo precede».
L’appuntamento ora è al Meeting 2020, che avrà come titolo “Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime”. «Anch’io desidero questa meraviglia di cui parla il titolo dell’edizione di quest’anno. Conto di godermi questo Meeting quanto mi sono goduta gli altri quaranta, magari anche di più, chissà, sono molto curiosa».