EpicaFera, ambientato nei nostri mari e ispirato a Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo

Dopo i grandi successi ottenuti negli anni passati al Cortile Teatro Festival, Gaspare Balsamo, cuntista allievo di Mimmo Cuticchio e oggi uno dei maggiori rappresentanti del cunto della nuova generazione, torna in riva allo stretto per presentare EpicaFera, il suo lavoro ambientato proprio nei nostri mari e ispirato a Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo.

 

Secondo importante appuntamento quindi per Promontorio Nord, la rassegna teatrale che si svolge nella Tenuta Rasocolmo e propone spettacoli al tramonto, in un piccolo boschetto a picco sul mare con la direzione artistica di Roberto Zorn Bonaventura.

L’atmosfera magica del tramonto di Capo Rasocolmo e l’assenza di mezzi tecnici, rende le performance uniche e irripetibili. A fine spettacolo, inoltre, insieme agli artisti ci si potrà intrattenere con la cena-degustazione e con i vini della tenuta.

EpicaFera è una riscrittura/cunto di alcune parti del romanzo “Horcynus Orca” di Stefano D’Arrigo. Racconta il tema continuo e ricorrente di tutto il romanzo: lo scontro/incontro tra la fera (il delfino) e la comunità dei pescatori (i cariddoti/pellisquadra). Nelle trame continue del racconto si lotta per campare e affermare la propria identità e resistenza. I delfini, che per la loro gratuita e irridente ferocia i pescatori dello Stretto di Messina chiamano fere, sono i coprotagonisti speculari dei cunti, e contendono con i pescatori il dominio sul mare. I pescatori, seguendo la loro cultura d’appartenenza che si alimenta delle storie, delle convenzioni e dei riti dell’Opera dei pupi, chiamano magonzesi le fere, cioè traditori, infami da ammazzare e scannare.

Ma la battaglia è continua, su tutti i fronti. Tutte le questioni sono di primaria importanza, e come si lotta per fame, si lotta anche per rivendicare la propria cultura: ed ecco ricomparire il delfino/fera sulla bocca dei pescatori che, con i fascisti o con gli ufficiali acculturati, disputano su quale lingua suoni meglio. “Dite delfino e delfino sarà” sentenzia il fascista, che impone con violenza la purezza e l’eleganza della lingua nazionale al suono volgare, gretto e basso del dialetto dei pescatori. In difesa della parola italiana “delfino” l’autorità nazionale e fascista ordina ai pescatori di sillabare il nome del-fi-no. Il Mare dei due mari, lo Scilla e Cariddi, lo Stretto di Messina è il campo di battaglia degli eserciti che, schierati l’uno in fronte all’altro, si scrutano come tori inferociti, pronti a perpetrare la battaglia infinita tra bene e male, alto e basso, lingua e dialetto, patruni e sutta, fera e delfino. I codici linguistici e la matrice espressiva dello spettacolo sono l’oralità e la scrittura, il teatro e la musica popolare e la narrazione epica che, mescolati, caratterizzano un costante controcanto tra tragico e comico. I riferimenti e i richiami stilistici, dal punto di vista della rappresentazione, provengono dalla tradizione dell’Opera dei pupi e del Cunto.

 

Gaspare Balsamo è nato a Erice(TP) il 22/06/75, vive a Catania. E’ autore, attore, cuntista e regista teatrale. Apprende l’arte del cunto siciliano con il maestro Mimmo Cuticchio e egli stesso è oggi uno dei maggiori rappresentanti del cunto della nuova generazione. E’ autore di diversi testi teatrali, nei quali figura come interprete. In essi, il cunto è strumento civico di denunce e squarci non editi. Pratica scherma corta e bastone siciliano.

 

Gi spettacoli si svolgeranno dalle 18.30, i posti sono limitati, la prenotazione obbligatoria.