#FANO2022 ARCHITETTI DELL’UMANO

È Fano Architetti dell’Umano il tema scelto dalla città di Fano per candidarsi a Capitale della Cultura 2022, il cui dossier è stato presentato alla cittadinanza ieri da Ivan Antognozzi, project manager della candidatura.

 

Perché Architetti dell’Umano? Perché Fano è città romana, con un grande patrimonio archeologico, che segna gli spazi d’uso della città. È un patrimonio costruito su precetti precisi e rappresentativo di valori universali: gli uni e gli altri codificati da Marco Vitruvio Pollione, in età Augustea, nel libro del De Architectura, il testo che definisce il canone dell’arte edificatoria classica, della cultura umanistica, poi ripreso in età rinascimentale e in epoche successive.

Inoltre a Fano Vitruvio forse è nato, di sicuro qui ha costruito la sua Basilica e per la comunità fanese Vitruvio e il De Architectura rappresentano un segno di appartenenza. 

 

Il De Architectura è sì un trattato tecnico di carattere enciclopedico con una chiara impronta pragmatica, ma è soprattutto un codice di valori. Vitruvio rivendica la dignità della disciplina umanistica all’architettura, fino a quel momento relegata al novero delle attività pratiche, e stabilisce un nesso stretto tra la sua disciplina (ars) e le conoscenze letterarie (litterae) e sostiene la necessità che le competenze tecniche siano affiancate ad una cultura di tipo enciclopedico (enkyclios disciplina), in grado di spaziare in tutti i campi del sapere (doctrinarum omnium).

Vitruvio mette al centro del suo progetto costruttivo e della sua visione del mondo l’uomo, il suo sistema di relazioni e il suo rapporto con la natura. Una visione dalla quale la contemporaneità si è gradualmente allontanata privilegiando altri interessi e che Fano 2022 Architetti dell’Umano vuole recuperare, attraverso gli insegnamenti vitruviani e la sua celebre ed eterna definizione di architettura, ossia l’unione di Firmitas, Utilitas e Venustas. Solidità, utilità e bellezza, parole che oggi nel progetto di Fano possono essere traslate nelle accezioni di sostenibilità, accessibilità e benessere.

 

Da questi presupposti si è sviluppato tutto il progetto di Fano 2022 Architetti dell’Umano.

La riflessione sulla lezione di Vitruvio accende un nuovo dibattito sull’architettura contemporanea, sulle forme della città moderna, sulle opportunità di rigenerazione del costruito, sui sistemi di funzionamento e uso dello spazio pubblico, sulle dinamiche umane e sociali connesse all’abitare. Al centro del dibattito ora come allora è posto l’uomo contemporaneo e Fano 2022 vuole diventare il luogo di sperimentazione di nuovi processi costruttivi, di rigenerazione urbana nel contesto della contemporaneità. L’”architettura” viene rappresentata in tutte le possibili accezioni: come processo costruttivo, come atto di sottrazione del costruito, come gesto artistico, come scenografia effimera, come spazio digitale, come luogo di progettazione di soluzioni futuribili, come processo di formazione, come occasione e oggetto di spettacolo, luogo di incontro e divertimento, come ambito della cultura, ossia come convergenza di tanti saperi e quindi di innumerevoli attori coinvolti, cittadini, regionali, nazionali e internazionali, con l’obiettivo di fornire un modello di sviluppo concreto e fattivo ad altre città italiane.

 

I TRE PILASTRI DI FANO 2022 ARCHITETTI DELL’UMANO

Città abitabile, ossia la rappresentazione del decor di Vitruvio, non in senso estetico, ma in senso sociale, volendo creare corrispondenza e armonia tra l’attività umana e la natura. Una città non solo più vivibile, ma dove lo spazio urbano sia pensato per i diversi gruppi sociali e quindi sia più accogliente, comodo, attivo, bello.

Città dell’innovazione aperta, nell’accezione vitruviana di inventio, legata alla dimensione dello sviluppo economico, della coesione territoriale e della modernizzazione, dando la possibilità soprattutto ai giovani di sperimentare percorsi di co-creazione di produzione culturale, inclusione sociale, promozione turistica, arte pubblica, artigianato, neo manifattura, etc.

Città del riuso e della riattivazione delle risorse, che significa riqualificazione di immobili pubblici dismessi con finalità collettive e concessione di questi ad una nuova classe di city makers, attraverso operazioni-pilota di riuso temporaneo, per valutare la fattibilità di più complesse iniziative di recupero, testarne la sostenibilità e consolidare il processo di riattivazione.

 

I GRANDI “CANTIERI” DI FANO 2022

Il Museo del teatro romano

Il nuovo Museo archeologico o Museo di Vitruvio o Museo del libro del De Architectura, nell’area appena acquistata dal Comune dove insiste l’antico Teatro Romano, sarà un museo non più inteso esclusivamente come spazio della conservazione e dell’esposizione, ma come laboratorio di nuove visioni, in relazione al rapporto con la città e con le sue inevitabili trasformazioni. Sulla scorta della figura dell’architetto vitruviano, quale “cumulatore” di saperi e competenze diverse, il nuovo museo sarà l’esito di un processo di co-progettazione che coinvolgerà attori diversi: competenze creative, istituti di formazione, imprese, centri di ricerca (specie tecnologica), università, laboratori giovanili etc. La co-progettazione è la cifra che segnerà poi il modello di “gestione” e funzionamento del museo: un osservatorio sulla città per decifrare, anticipare e soddisfare le esigenze di cultura di nuovi pubblici.

 

Fano città del Carnevale

Fano è la città del Carnevale più antico d’Italia, risalente al 1347. Otre alle tre domeniche di sfilate dei carri allegorici che ogni anno si svolgono tra febbraio e marzo, intorno al Carnevale non c’è però un sistema di sviluppo culturale, economico e sociale, quindi il Carnevale va ripensato come processo produttivo e creativo che affonda le proprie radici nel passato, ma è pienamente contemporaneo, che possa coinvolgere le energie della città e del territorio e che attivi una serie di funzioni e servizi nuovi per la città, visibili e fruibili tutto l’anno. Per questo sarà realizzata e inaugurata nel 2022 la Fabbrica del Carnevale, nell’ex collegio del Sant’Arcangelo che conterrà un Museo del Carnevale con un laboratorio di progettazione e prototipazione dei carri carnevaleschi. Dal Carnevale più antico d’Italia al Carnevale più nuovo d’Italia.

 

Fano città delle Bambine e dei Bambini

È un progetto che individua il bambino e le sue esigenze come misura di programmazione e governance delle città. Una città a misura di bambino è una città che non lascia indietro nessuno, quindi NON è un “progetto” per i bambini, è un “progetto” per la città, di qualificazione dei servizi e delle funzioni, che mira a riallacciare i legami sociali e riattivare i contesti culturali, creando una città accogliente, accessibile e inclusiva, attenta a tutte le fasce “deboli”, come diversamente abili e anziani.

 

Orizzonte mare: da città sul mare a città di mare

Fano è il “prodotto” di una civiltà marinara fra le più importanti dell’Adriatico e la presenza del mare è stata sempre un elemento identitario dal punto di vista economico, urbanistico e turistico. Oggi però il rapporto di Fano con il mare è meno “riconoscibile”, alcuni nessi di senso e funzionali sono più sfumati o confusi, per questo il Comune di Fano, nel mese di dicembre 2020, pubblicherà una Open Call Internazionale per la riqualificazione del Waterfront di Fano che tenga conto del nuovo approccio alla progettazione architetturale e urbanistica, privilegiando la sottrazione e la sostituzione all’addizione, in funzione di contrasto al consumo di suolo e ai cambiamenti climatici.