FESTIVAL DEL CINEMA DI TAVOLARA: CORTOMETRAGGIO “DENYSE, ALDILÀ DEL VETRO”

Associazione Vittime del Dovere – DEPRECABILE UTILIZZARE I SENTIMENTI E LE SENSIBILITÀ DELLA FIGLIA DI UN BOSS DELLA CAMORRA PER INTENERIRE SULLE CONDIZIONI DI EFFERATI CRIMINALI RISTRETTI AL 41BIS…

 

 

Ieri durante la ventinovesima edizione del celebre Festival del Cinema di Tavolara “Una notte in Italia”, che prevede le proiezioni serali di film e cortometraggi di grande interesse, è stato presentato il Cortometraggio dal titolo “Denyse, al di là del vetro” del regista Gianfranco Gallo.

In base a quanto riportato dalla stampa  “si propone di essere un racconto dal punto di vista dei familiari di chi è sottoposto al carcere duro”.  In particolare, illustra la storia di una bambina, figlia di Raffaele Cutolo, ex superboss della nuova camorra organizzata, condannato al 41 bis, mai pentito, con 14 ergastoli sulle spalle. Denyse ha undici anni, è stata concepita durante la carcerazione del padre, con fecondazione in vitro, dopo una lunga polemica intrapresa da Cutolo per ottenere l’autorizzazione da parte del Ministero della Giustizia. Nel video si evidenzia come raggiunti i dodici anni di età, previsti dalla legge, non potrà più “abbracciare” il proprio padre a causa delle restrizioni previste dal regime detentivo.

 

Dalle parole del regista, in un’intervista rilasciata a Fanpage e pubblicata il 12 luglio scorso (https://youmedia.fanpage.it/video/aa/XSdmiOSwXRskl1ZA) si comprende che questo corto si dedica esclusivamente ad approfondire la condizione di una bambina “che nasce praticamente orfana, con un genitore con 14 ergastoli e al 41 bis; per cui con un genitore che può vedere la figlia una volta al mese e per un’ora alla volta”. Inoltre, il regista precisa che benché “io sono sempre dalla parte dei familiari delle vittime perché come primo istinto mi immedesimo nelle vittime.”, tuttavia Gallo aggiunge “Però poi c’è un’altra parte che ti fa andare più a fondo, ti fai tante domande”.

 

L’Associazione Vittime del Dovere, che riunisce vedove, orfani, invalidi e genitori di appartenenti alle Forze dell’Ordine, Forze Armate e Magistratura, caduti o rimasti invalidi nel contrasto alla criminalità comune, alla criminalità organizzata e al terrorismo, ritiene di precisare che un simile argomento risulta difficile da  comprendere e soprattutto apprezzare.

 

L’approfondimento esternato dall’Associazione, scevro da intenti polemici nei confronti degli organizzatori e patrocinatori del Festival, che ogni anno si prodigano per realizzare un evento di grande spessore culturale nel panorama della cinematografia italiana, vuole essere solo uno spunto di riflessione per dare un reale inquadramento ad un tema spinoso e controverso, quello del 41 bis e dei sui risvolti, che viene posto all’attenzione del grande pubblico in modo capzioso ed edulcorato.

 

Pensiamo sinceramente che una bambina, e comunque dei minori in genere, non dovrebbero essere mai utilizzati per affrontare argomenti tanto controversi. Esistono purtroppo anime innocenti che subiscono scelte ed azioni efferate condotte dal proprio genitore consapevolmente.