Fritz Kreisler: un violino meraviglioso che ci insegna a lavorare per la pace e l’uguaglianza

di Roberto Malini

Nella vibrante atmosfera del Exilarte Center, istituto viennese dedicato alla “musica messa al bando”, un nuovo capitolo della storia musicale moderna è stato aperto al pubblico il 17 settembre 2022: una mostra che esplorava la vita e la carriera di Fritz Kreisler, compositore e violinista, uno dei più rinomati virtuosi più del XX secolo, la cui esistenza fu profondamente segnata dalle sue origini ebraiche e dall’antisemitismo che permeava l’Europa del suo tempo. Da quell’evento nasce ora una pubblicazione, presto nelle librerie austriache.

Un prodigio musicale

Friedrich-Max “Fritz” Kreisler nacque a Vienna il 2 febbraio 1875, figlio di Anna Reches e del medico Samuel Kreisler. Dimostrando fin da giovane un talento straordinario, Fritz entrò al Conservatorio della Gesellschaft der Musikfreunde a Vienna all’età di sette anni, diventando il più giovane prodigio della scuola. Dopo aver perfezionato la sua formazione a Parigi sotto la guida di Léo Delibes e Jules Massenet, intraprese una carriera che lo portò a esibirsi nelle più prestigiose sale da concerto del mondo.

Kreisler raggiunse il successo internazionale dopo un concerto con i Berliner Philharmoniker nel 1899, seguito da numerose tournée in America tra il 1901 e il 1903. Il suo talento lo rese una figura di spicco nel panorama musicale, con esibizioni memorabili al Metropolitan Opera House di New York e al Teatro La Fenice di Venezia. Tuttavia, nonostante il suo successo, l’ombra dell’antisemitismo cominciava a proiettarsi sulla sua vita.

Messa al bando della sua musica ed esilio

Con l’ascesa del nazismo in Germania, le esibizioni di Kreisler furono spesso interrotte da boicottaggi e disordini, creati artatamente dai seguaci di Hitler, a causa delle sue origini ebraiche. La sua musica fu bandita e la sua carriera in Europa subì un duro colpo. Nonostante sua moglie, Harriet Lies, avesse rapporti influenti con le autorità del regime nazista, Kreisler decise di lasciare Berlino. Nel 1938, con l’Anschluss, il suo passaporto austriaco perse validità, costringendolo a cercare rifugio altrove. Dopo aver ottenuto la cittadinanza francese, emigrò negli Stati Uniti nel settembre 1939, dove fu naturalizzato nel 1943. Durante gli anni di esilio negli Stati Uniti, Kreisler continuò a esibirsi e a comporre, nonostante il dolore per la persecuzione subita dai suoi parenti e conoscenti in Europa. La sua ultima apparizione pubblica fu nel 1949, dopodiché si ritirò a New York, dove morì il 29 gennaio 1962.

Un genio che omaggiava i maestri del passato

Oltre alle sue esibizioni, Kreisler è ricordato per le sue composizioni, molte delle quali furono inizialmente presentate come arrangiamenti di opere di compositori classici. Solo nel 1935 rivelò che questi brani erano, in realtà, composizioni originali, suscitando grande sorpresa nella critica. Tra le sue opere più celebri si annoverano il “Preludio e Allegro” in stile di Gaetano Pugnani e il “Caprice Viennois”. Kreisler aveva una sterminata cultura musicale e possedeva una collezione unica al mondo di violini, tra cui numerosi Stradivari e Guarneri del Gesù, che contribuirono a definire il suono unico delle sue esibizioni. Il suo lascito, sia come violinista che come compositore, continua a risuonare nel mondo della musica, ricordandoci il potere dell’arte di trascendere le avversità e restituirci ideali universali e indiscutibili di pace e uguaglianza.

 

Nelle foto, Fritz Krisler bambino prodigio e musicista affermato (un ringraziamento a Exilarte Cented di Vienna)