Domenica 30 maggio si celebra la Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla e, in questa occasione, la Società Italiana di Neurologia (SIN) si sofferma sulla relazione tra questa patologia e il Covid -19, relazione sulla quale ha già indagato attraverso lo studio MuSC 19 promosso con l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) e la sua Fondazione FISM. Sembra ormai confermato che in generale i pazienti con SM, anche in corso di terapia immunoattiva, non abbiano un maggior rischio di infezione da SARS-COV2 rispetto alla popolazione generale.
Mentre le persone con SM di età superiore ai 60 anni, che presentano disabilità, che sono in fase progressiva e hanno comorbidità, hanno un rischio aumentato di un decorso più sfavorevole/grave in caso di infezione da SARS-CoV2, per cui devono porre ancor più attenzione al distanziamento sociale e più in generale alla minimizzazione dei rischi di infezione, così come i loro famigliari.
“In linea generale – commenta il Prof. Claudio Gasperini, Responsabile del Gruppo di Studio Sclerosi Multipla della SIN – riteniamo che l’azione di supporto rivolta ai pazienti per far rispettare loro le misure di protezione dall’infezione, quali il distanziamento sociale, l’attenzione verso l’igiene, la ridotta esposizione al rischio di essere contagiati (uso mascherine in ospedale, o in ambienti con altre persone, telemedicina, invio a domicilio dei piani terapeutici e persino di certe categorie di farmaci, esenzione dal lavoro) unitamente all’azione immunoregolatoria ed antiinfiammatoria dei farmaci immunoattivi, abbia potuto contenere il possibile maggior rischio d’infezione in persone fragili come quelle con SM”.
La SIN e l’AISM con la sua Fondazione (FISM) in grande sintonia continuano a monitorare l’infezione COVID19, aggiornando i dati e suggerendo nuove modalità di comportamento ai pazienti, ai loro caregivers e a lavorare per riadattare l’organizzazione assistenziale negli Ospedali e nel territorio di tutto il paese.
La sclerosi multipla (SM) è una malattia cronica del sistema nervoso centrale che insorge generalmente tra i 20 e i 40 anni con una maggiore frequenza nelle donne. Solo in Italia la SM colpisce circa 126.000 persone e oltre 3400 i nuovi casi l’anno. 1 diagnosi ogni 3 ore. Si tratta di una patologia dal forte impatto emotivo e sociale che comporta una disabilità rilevante, che, spesso, compare dopo alcuni anni di storia clinica di malattia e un lungo decorso che si prolunga per tutta la vita. I sintomi più comuni sono perdita di equilibrio, cattiva coordinazione, tremori, disturbi del linguaggio, vista sfocata, riduzione di forza, perdita della capacità deambulatoria, perdita del controllo sfinterico, deficit delle funzioni cognitive, disfagia, dolore, e fatica, sono variamente presenti anche nello stesso soggetto.