Giorno della Memoria, a Genova un trittico multimediale che ricorda il poeta e testimone Paul Celan

La Biblioteca Universitaria di Genova ospita, in occasione del Giorno della Memoria, una videoinstallazione che invita lo spettatore ad affrontare l’orrore ineluttabile della Shoah, intraprendendo un percorso di testimonianza e impegno per contribuire a sconfiggere quei pregiudizi che la nostra società non ha ancora superato.

Il trittico multimediale Sprich auch du, creato da Roberto Malini, Fabio Patronelli e Dario Picciau, offre una riflessione potente e complessa sulla poesia di Paul Celan, un autore che raggiunse con la forza e la grandezza titaniche dei suoi versi un livello insuperabile d’arte e civiltà, senza tuttavia offrirci una facile redenzione. “Chi si occupa di poesia del Novecento non può prescindere da Paul Celan,” affermano gli autori di Sprich auch du. “Eppure lo si studia pochissimo nelle scuole. È una lacuna che impedisce alle nuove generazioni di comprendere cosa accadde nella Shoah attraverso la voce di uno dei testimoni più lucidi della persecuzione, delle deportazioni e dello sterminio degli ebrei d’Europa”. Con la sua poesia, infatti, Celan diede una risposta convincente ai dubbi che si poneva il filosofo ebreo Theodor W. Adorno, il quale si chiedeva se fosse ancora possibile scrivere poesie dopo Auschwitz.

Paul Celan, la cui poesia si fonda su un linguaggio che cerca di esprimere l’inenarrabile, rimane una delle voci più autentiche e struggenti del secolo scorso, che si riflette con lo stesso valore civile e culturale sul tempo che attraversiamo e sugli anni che ci attendono. Sopravvissuto alla Shoah, ha espresso una scrittura lirica che non offre soluzioni o speranze facili, ma ci costringe a confrontarci con la verità di un’esperienza storica che non può essere dimenticata. “I suoi versi, le sue poesie” proseguono gli autori del trittico, “come tessere ritagliate da una verità universale, ma destinate a comporre un puzzle privo di soluzione razionale, sono come articoli di una convenzione sulla Memoria che non cede alla semplificazione.

Il trittico Sprich auch du si inserisce in questo contesto di memoria vivente, in cui il compito di fare luce sugli orrori del passato non è affidato al tempo o alla poesia, ma si proietta su di noi. Siamo noi a dover cercare fiaccole di speranza, le fioche luci che possiamo percepire nell’oscurità dell’universo poetico di Celan, per non permettere che l’interminabile, insopportabile notte di dolore e crudeltà che piombò sul mondo con la Shoah si ripeta. E lo possiamo fare solo attraverso l’acquisizione di una responsabilità personale e collettiva: ricordare, vigilare, impegnarsi. La nostra memoria deve essere un atto volontario e permanente di resistenza, non solo contro l’oblio, ma anche contro ogni forma di negazionismo e indifferenza.

La videoinstallazione, che sfrutta avanzate tecniche di intelligenza artificiale, pittura digitale e sound design, non è solo un omaggio alla figura di Celan, ma un vero e proprio dispositivo memoriale attivo. Ogni pannello del trittico rappresenta un aspetto diverso della Shoah e della memoria: il pannello centrale, con la sua riproduzione della Todesfuge, riflette il ciclo eterno di dolore che ha attraversato la storia e che continua a riverberare nel presente. Le immagini si intrecciano a una tecnologia che non è mera rappresentazione, ma veicolo espressivo di un linguaggio che esprime la Storia dell’umanità secondo uno dei testimoni che ne hanno osservato da vicino alcune delle tappe nevralgiche e assolute.

Il pannello di sinistra, con il suo canto che si eleva da una prigione di cemento intrisa di consapevolezza della perdita, rappresenta un dolore e un amore che non trovano materia di consolazione. Quello di destra, invece, personifica la memoria come una figura umana, una madre-memoria che accoglie e trasforma l’orrore in un atto di contemplazione sul futuro. Un percorso doloroso, ma necessario, in cui la poesia di Celan diventa l’eco di una voce che non deve mai smettere di esprimersi, di una poesia che sopravvive, senza più corpo, alle muse, ai cuori e alle coscienze.

L’opera si inserisce nella XVII edizione della rassegna “Segrete – Tracce di Memoria”, che dal 2011 dà voce alla Shoah attraverso installazioni artistiche, spettacoli e performance. La rassegna genovese, ideata e curata da Virginia Monteverde, ha un’importante funzione educativa e civile, rappresentando momenti basilari di riflessione e ricordo. Si svolge in luoghi storici di Genova, tra cui la Torre Grimaldina di Palazzo Ducale.

La videoinstallazione Sprich auch du sarà visibile dal 24 al 28 gennaio 2025 nella Biblioteca Universitaria di Genova, un luogo simbolico dove il passato e il presente si incontrano e si interrogano reciprocamente. La mattina del 24 gennaio, dalle 10.30, sarà presentata a cento studenti, che poco dopo assisteranno alla conferenza Auschwitz 1945-2025: la Storia rende liberi”.

Dettagli dell’Opera:

  • Titolo: Sprich auch du
  • Ideazione e Creazione: Roberto Malini, Dario Picciau, Fabio Patronelli
  • Forma: Videoinstallazione
  • Tecnica: Intelligenza artificiale, pittura digitale e sound design
  • Anno: 2025
  • Contesto: Parte della rassegna Segrete – Tracce di Memoria
  • Luogo: Biblioteca Universitaria di Genova, via Balbi 40
  • Date e Orari: Venerdì 24, lunedì 27 e martedì 28 gennaio 2025, dalle 9.00 alle 18.00

Eventi Speciali:

  • 24 gennaio, ore 10:30: Presentazione della videoinstallazione con la partecipazione di cento studenti
  • Segue: Conferenza “Auschwitz 1945-2025: la Storia rende liberi”

“Sprich auch du” non è solo un tributo alla poesia di Paul Celan, ma un invito a ricordare e ad agire. Un’esperienza che va oltre l’estetica, diventando un atto di responsabilità civile e di educazione alla memoria. La nostra arte deve rimanere viva, deve essere un ponte tra passato e futuro, affinché l’orrore della Shoah non venga mai dimenticato e non si ripeta mai più.

Nella foto, un’immagine del trittico Sprich auch du