GIOVANNI PAOLO II, UN PONTIFICATO PER DIFENDERE LA VITA

Prima di presentare questo volume “Giovanni Paolo II. Dieci anni per la vita” (1988) e affrontare questo tema ho avuto qualche dubbio sull’opportunità di farlo. A chi può interessare un testo datato? Anche perché papa Wojtyla non ha smesso di difendere la vita nei successivi anni del suo pontificato. Ma poi ho preso coraggio e ho iniziato a scrivere.

Quella che ho in mano si tratta di un’opera voluta nel compiersi del decimo anno di pontificato di Giovanni Paolo II dal Movimento per la Vita Italiano, in particolare, da quello fiorentino e da Carlo Casini, per esprimere al Santo Padre affetto e gratitudine; per confortare e rafforzare l’azione in difesa della vita; per contribuire a celebrare degnamente il quarantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (10 dicembre 1948). Questo ha scritto Casini nella prefazione al voluminoso testo di 846 pagine, pubblicate dalla Soc. Coop. “Centro Documentazione e Solidarietà” r.l.

Inoltre Casini rivolge un doveroso ringraziamento a padre Giovanni Caprile S. J. Che con amore, intelligenza e competenza, ha selezionato i testi. Si trattava di documentare l’imponenza del messaggio di Papa Wojtyla, anche nella sua globalità. Pertanto il padre ha scelto quei testi dove si proclamava “l’intangibilità della vita umana” in tutti i vari ambiti dell’esistenza umana, non solo quelli che riguardano l’aborto, ma anche la condizione degli anziani, dei malati e degli handicappati.

Un libro che testimonia il commovente sforzo di Giovanni Paolo II per dialogare con tutti, per penetrare nell’intimo delle menti e dei curi, per confermare e mobilitare i credenti e porgere la mano ai non credenti.

La parola del Papa, punto di riferimento sicuro, incrollabile. Commuove l’amore, la passione del Papa per l’uomo, la stima grande per la vita umana, la tenerezza e la forza, il coraggio e la supplica, la dottrina e la poesia con cui Egli la circonda di premure. Certo nei brani c’è ripetitività, ma non è meccanica, piuttosto insistita meditazione su un argomento che lascia scoprire sempre prospettive nuove, profondità ulteriori. Casini precisa che “questo non è certo un libro di lettura, composto com’è da tutto ciò che Giovanni Paolo II ha detto e scritto sul valore della vita umana e sui temi  ad esso connessi, estrapolando i brani da documenti più ampi. Una certa ripetitività è inevitabile”. Mi piace la citazione che Casini ha “catturato” di Giovanni Testori che commentando sul “Corriere della Sera” l’elezione del 17 ottobre 1978 di Papa Wojtyla, ha profetizzato: “Questo sarà ‘il Papa del Ventre’, cioè della maternità, della vita umana che comincia, della famiglia”.

Casini rileva che l’idea di questo libro è nato durante quel prolungato silenzio forzato del papa, nei giorni dopo l’attentato del 13 maggio 1981. Tra i vari incontri di Casini come presidente del Movimento per la vita con il papa, rimane toccante, la visita che Papa Wojtyla volle fare all’umilissima sede del Centro di Aiuto alla Vita di Firenze, il primo sorto in Italia con questo nome.

Carlo Casini nella prefazione si domandava se vale la pena diffondere il magistero della vita di Giovanni Paolo II, proprio dove più grande è l’incomprensione, come quello della vita embrionale. Sono domande ancora oggi che vengono poste anche all’interno della Chiesa. Il rigore e il messaggio cristiano non sarà causa delle difficoltà, per molti, di avvicinarsi alla Chiesa? Casini vedeva la stanchezza e la difficoltà nel proclamare il messaggio del rispetto della vita umana. Ma poi rileggendo l’insegnamento di Giovanni Paolo II, ogni stanchezza e dubbio veniva fugato. E probabilmente anche quest’opera può essere di conforto, conferma e stimolo per tutti quelli che sono impegnati nell’aiuto alla vita. E Casini cita le parole del papa rivolte ai giovani partecipanti a un convegno su “il diritto alla vita e l’Europa” nel 1987: “Non vi spaventi la difficoltà del compito. Non vi freni la constatazione di essere minoranza. La storia dell’Europa dimostra che non di rado i grandi salti qualitativi della sua cultura sono stati propiziati dalla testimonianza, spesso pagata col sacrificio personale, di solitari […]”. Tuttavia, nota Casini che l’insistenza e l’imponenza del magistero papale sul valore della vita umana non è una risposta a occasionali esigenze, ma lucida, organica, consapevole scelta di una priorità considerata compito essenziale della Chiesa in questo passaggio storico.

Casini ricorda che la raccolta di testi sulla difesa della vita umana, proposta in questo libro, vuole essere anche una celebrazione del quarantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Di questi diritti certamente Giovanni Paolo II appare sempre di più il massimo campione, il testimone più credibile. “Come è possibile, infatti, parlare diritti umani, quando si viola questo diritto primigenio? Molti dissertano, oggi, sulla dignità dell’uomo, ma non esitano, poi, a calpestare l’essere umano, quando questi si affaccia, debole e indifeso, sulla soglia della vita. Non vi è una contraddizione patente in tutto ciò?[…]”, un interrogativo che il Santo Padre faceva in piazza del Campo, a Siena, il 14 settembre 1980.

Prima di passare ai testi del libro, c’è la premessa di Giovanni Caprile, che spiega come ha strutturato il libro a partire dai discorsi che riguardano l’inizio della vita e poi la sua fine. Restano esclusi altri temi intermedi, anche se interessanti, quali la violenza, il terrorismo, la droga, l’ecologia. Tuttavia Caprile rammenta che anche a costo di ripetizioni, ha inteso anche fornire uno strumento di lavoro a quanti si interessano sul tema della vita, senza costringerli a cercare altrove. La selezione dei discorsi si ferma all’8 settembre 1988, al Congresso dell’Accademia Europea di Anestesia.

Ho aperto una pagina a caso, la mia attenzione è sull’omelia a Munster (1 maggio 1987) qui il Papa fa riferimento all’esempio del cardinale Clemens August von Galen, intrepido assertore dei diritti umani conculcati dal nazismo. Le parole del vescovo in favore dei diritti umani, contro le violazioni dei nazionalsocialisti, per Wojtyla sono profetiche. Parole che non devono restare sepolte nei libri di storia e negli archivi; esse sono di grande attualità, anche negli stati democratici. La Chiesa non deve tacere, “la Chiesa deve anche oggi con insistenza, chiarezza e pazienza impegnarsi per il diritto alla vita di tutti gli uomini, soprattutto dei bambini non ancora nati[…]”. Afferma con forza il papa, “L’aborto è l’omicidio volontario di una vita umana innocente”. Più avanti riferendosi al movimento per la pace diceva che “non è degno di questo nome se non condanna e non si oppone con la stessa forza alla battaglia contro la vita”. Lo stesso vale per il movimento ecologico, “non può essere preso sul serio, se ignora i maltrattamenti e la distruzione di innumerevoli bambini che nel seno materno potrebbero continuare a vivere”. Anche per quanto riguarda l’emancipazione e l’autodeterminazione della donna, nessuno può rallegrarsi, se questo “fosse ottenuto a discapito di una vita umana affidata alla sua tutela”.

DOMENICO BONVEGNA

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