Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, ha deciso di aderire all’iniziativa Global Strike for Future.
Il movimento Friday’s For Future, nato grazie alla determinazione dell’attivista ambientale Greta Thunberg, ha organizzato oggi in oltre 180 città italiane una imponente manifestazione per rivendicare a gran voce il diritto a decidere del proprio futuro e a farsi ascoltare dai rappresentanti politici di tutto il mondo. Oggi a Roma, oltre allo staff dell’Organizzazione che esporrà uno striscione, scenderanno in piazza anche alcuni ragazzi di Sottosopra – Movimento Giovani per Save the Children.
Secondo i dati di Save the Children sono quasi 40 milioni i bambini che hanno dovuto lasciare la scuola a causa di catastrofi ambientali come inondazioni, siccità, terremoti, frane e uragani. Un’interruzione che spesso dura mesi o addirittura anni, rendendoli vulnerabili ad abusi come il lavoro minorile, la violenza di genere, il matrimonio precoce e la tratta.
“Fame, povertà, divario sociale, conflitti e migrazioni forzate sono i risultati più concreti di quello che sta accadendo in tutto il mondo e a farne le spese sono sempre i più piccoli e vulnerabili, i bambini”, afferma Filippo Ungaro, Direttore della Comunicazione di Save the Children. “Bisogna agire ora, perché salvare il pianeta significa salvare il futuro dei bambini. Non possiamo aspettare oltre e non avremo un’altra possibilità per fermare tutto questo, ciascuno deve fare la propria parte”.
Le agenzie delle Nazioni Unite hanno stimato che 160 milioni di bambini vivono in aree colpite da grave siccità il che significa, per i più poveri, non poter accedere al cibo in quantità e qualità adeguate, sviluppare problemi legati alla denutrizione e divenire vittime di diseguaglianze ancora più forti. All’incirca 300 milioni di bambini vivono in aree in cui l’inquinamento atmosferico è almeno 6 volte superiore ai limiti internazionali fissati dall’Oms e il 90% del peso delle malattie attribuibili al cambiamento climatico ricade sui bambini sotto i 5 anni (1). La morte di più di 1 bambino su 4 con meno di 5 anni è correlata direttamente o indirettamente a rischi ambientali (2).
La partecipazione attiva di bambini e ragazzi è da sempre al centro delle attività di Save the Children. In molte altre città come Torino, Napoli, Bari, Palermo, Catania, Milano, Ancona, Crotone, Scalea e San Luca i ragazzi del Movimento Sottosopra, di UnderRadio, di Civico Zero e dei Punti Luce dell’Organizzazione, stanno pianificando attività per promuovere la mobilitazione Save the Children aderisce inoltre all’iniziativa lanciata da ASviS sui Saturdays for future, attraverso laboratori sulle corrette abitudini di consumo dedicato alle mamme nei progetti dell’Organizzazione a Milano.
“I rappresentati politici che si sono riuniti a New York, hanno potuto ascoltare le richieste dei giovani che anche oggi manifestano in ogni parte del mondo e a prendersi la responsabilità delle proprie decisioni. I governi devono rispettare gli accordi presi e favorire comportamenti che prevedano la tutela dell’ambiente. Non c’è più tempo e i tantissimi giovani scesi per le strade ce lo ricordano”, conclude Ungaro.
I cambiamenti climatici sono una minaccia spesso irreversibile e le popolazioni colpite da disastri naturali si ritrovano a dover affrontare profonde crisi umanitarie. Save the Children è da sempre impegnata nelle aree più a rischio del pianeta per contrastare gli effetti del cambiamento climatico al fine di proteggere il futuro e i diritti dei bambini e dei ragazzi.