Pronta la macchina dell’accoglienza: stamane l’iniziativa della Commissione per i rapporti internazionali che ha raccolto in diretta da Kiev la testimonianza dell’avvocato Kirill Barashkov. Sì all’affidamento temporaneo dei minori.
MESSINA – Un focus sull’emergenza dettata dalla guerra in Ucraina che sta facendo arrivare nel nostro paese migliaia di profughi ma anche un momento formativo e di confronto sul supporto concreto da dare alle popolazioni colpite e sulle procedure da seguire, in particolare i minori per i quali è previsto l’affidamento temporaneo: si è svolta stamane nel Dipartimento Cultura e Servizi dell’Ordine degli avvocati di Messina, guidato dal presidente Domenico Santoro, l’iniziativa voluta dalla neonata Commissione ordinistica per i rapporti internazionali e la tutela dei diritti fondamentali presieduta dal delegato alla formazione COA Antonio Cappuccio.
Tra gli ospiti in collegamento anche il console generale d’Ucraina a Napoli Maksym Kovalenko, cui il presidente Santoro e la vicepresidente dell’ente Maria Isabella Celeste hanno manifestato ampia solidarietà e massima disponibilità all’accoglienza.
“Sono già diverse migliaia le persone in arrivo in Italia – ha detto il diplomatico – specialmente al Sud; avvieremo procedure facilitate per rilasciare documenti anche a distanza dato che il nostro Consolato a Napoli copre altre regioni come Sicilia, Calabria, Basilicata, ecc. dunque il supporto da parte dell’avvocatura, del comparto Giustizia e delle associazioni per noi è fondamentale”. In tale direzione anche l’impegno dell’Ordine messinese: “Abbiamo risposto prontamente – ha spiegato Cappuccio – alla chiamata alle armi da parte del Consiglio nazionale forense che, dopo lo scoppio della guerra, ci ha dato 48 ore per aderire all’impegno a favore della popolazione giallo-azzurra, in particolare i colleghi avvocati, istituendo un contact point”.
In collegamento da Kiev l’avvocato Kirill Barashkov che ha portato la sua testimonianza: “Tutta la mia attività in questo momento è concentrata nell’aiutare i bambini rimasti orfani, perché il papà è andato a combattere; so perfettamente tutto quello che sta facendo l’Italia per la nostra popolazione, sono sempre aggiornato e cerco di fare uscire i bambini rimasti soli dal paese, ma non è facile”.
Sul fronte bimbi anche la vicepresidente dell’Ordine Celeste: “Deve essere garantita soprattutto l’accoglienza ai minori ucraini nel rispetto delle procedure e delle garanzie che già esistono nel nostro ordinamento – ha evidenziato – a loro va il mio pensiero, bisogna assicurare a questi bimbi, martoriati da un’immane tragedia, tutte le tutele possibili”.
Proprio oggi il Comune di Messina ha pubblicato un avviso per l’affidamento temporaneo dei minori non accompagnati, limitatamente alla durata dell’emergenza: “Non è possibile aggirare le norme sulle adozioni internazionali – ha specificato il vice prefetto aggiunto a Messina Cosimo Gambadauro – bisogna augurarsi che questi bimbi tornino poi nella loro terra, dunque rispettare il criterio della provvisorietà del provvedimento. Inoltre la nostra Prefettura, proprio in questi giorni, sta effettuando sopralluoghi in alcune strutture della città e della provincia, circa 5-6 per un totale complessivo di 200 posti, che serviranno ad accogliere cittadini ucraini; queste disponibilità si aggiungono ai privati che vogliono accogliere i profughi nelle loro case. Sul nostro sito sono state pubblicate le circolari con i dettagli per gli aiuti umanitari rivolte anche ai sindaci”.
Dopo i saluti istituzionali, sono intervenuti oltre al console e al vice prefetto, anche il presidente dell’associazione Verso Est Fabrizio Poli, la presidente della Fondazione Patrizia Nidoli onlus Anna Benedetta Torre, la docente dell’Università di Messina Lina Panella, i componenti della Commissione per i rapporti internazionali e tutela dei diritti fondamentali Carmela Maria Cordaro e Carmelo Picciotto che hanno approfondito alcuni aspetti tecnici degli aiuti al popolo ucraino. A moderare i lavori la componente della medesima Commissione Maria Adelaide Merendino.