A distanza di quasi una settimana dai fatti accaduti a Washington, in tanti nutrono qualche sospetto sulle dinamiche dell’assalto a Capitol Hill e anche a dare la colpa all’ex presidente uscente «è frutto di una narrativa sporca che ormai ha del ridicolo […] ancor prima di aver cercato di capire cosa fosse veramente accaduto durante la manifestazione del 6 gennaio, dove centinaia di migliaia di persone erano presenti per protestare pacificamente e legittimamente contro le frodi delle elezioni presidenziali che nessuna istituzione ha voluto davvero verificare, senatori, politici, intellettuali e giornali si sono rifatti le vesti». (Benedetta Frigerio, “Il Gop scarica Trump ma il vero golpe è della sinistra”, 12.1.21 Lanuovabq.it)
Circola un video su youtube e sulla rete (finchè lo lasciano) dove in pochi minuti si racconta quello che veramente è accaduto, almeno dalle immagini.
Le forze di polizia fanno qualcosa di incredibile aprono i cancelli e fanno passare i manifestanti, anche quelli all’interno non oppongono resistenza. Quelli che invece hanno resistito, sentendosi legittimati di puntare le pistole ad altezza d’uomo e fare fuoco sui civili disarmati, probabilmente erano ignari di quello che era accaduto prima fuori, come si vede dalle immagini. Comunque sia, è evidente che il Campidoglio non fosse blindato. Sostanzialmente i manifestanti potevano forzare tranquillamente il blocco. E forse era quello che volevano che accadesse. A questo punto lo speaker del video si chiede di chi era la responsabilità della sicurezza a Capitol Hill. Sono quattro i nomi dell’establishment che si fanno, certamente tra questi non c’è Trump. Secondo lo speaker sembra che nessuno avesse la volontà di difendere il Campidoglio. Tuttavia quanto è accaduto probabilmente finirà sui libri di Storia.
Sempre secondo il video si è trattato di una precisa strategia per dare un colpo mortale al trumpismo, usandogli contro la sua stessa aggressività. Tutto questo da manuale dell’arte della guerra. Si è trattato di un capolavoro strategico, realizzato ad arte, probabilmente una trappola che non ha precedenti. Alla fine la narrazione sarà quella che l’unico responsabile di tutto questo sarà Donald Trump, il pericoloso populista, nonostante la sua presidenza è stata la più pacifica della storia americana. Pertanto quanto è accaduto al Capitol Hill cancella nell’immaginario collettivo in un colpo solo i quattro anni di presidenza all’insegna della pace.
Naturalmente i Media mainstream, ne hanno approfittato di tutto quel materiale a loro disposizione. Una manna dal cielo, quegli uomini vestiti da cow boy e poi che goduria quell’uomo con le corna in testa. Infatti scrive Marco Respinti sul folkloristico episodio: «davanti a quel che è successo a Washington all’Epifania, se io fossi un abortista o un attivista LGBT+ o un ideologo di sinistra, mi fregherei le mani. Perché lo “sciamano” cornuto del Congresso, ovvero Jake Angeli, ha portato più acqua al mulino della Sinistra in solo qualche minuto di quanto abbia fatto tutta la propaganda studiata dai colletti bianchi della Sinistra in anni di sforzi a tavolino». (M. Respinti, Scrivi a Trump adesso!, 12.1.21, Ifamnews.com/it)
Probabilmente i fatti dell’Epifania americana rappresentano l’epilogo del trumpismo finito dentro una trappola sofisticata e geniale.
Bene tutto questo è successo il 6 gennaio al Campidoglio, molte cose sono evidenti, come si vede benissimo dalle immagini. Anche se non si vuole «scomodare lo stupidario del complotto, qualcos’altro è altrettanto evidente. La convergenza di interessi fra Sinistra mondiale, poteri forti, media e Big Tech che da quattro anni non perde un attimo per martellare nella mente del mondo l’idea che Donald J. Trump usurpi la presidenza dal 2016, la sua elezione sia stata uno scherzo della natura e la sua Amministrazione un errore di rotta lungo la timeline della storia sta ora sfruttando l’occasione per assestare il colpo finale». (Ibidem)
Certamente adesso il globalismo sembra non avere più ostacoli. In un colpo solo i movimenti sovranisti vengono definiti inetti e incapaci di governare. Questa sarà la narrazione ufficiale accreditata. Poco importa che tutto questo sia falso. I progressisti, i democratici di tutte le risme hanno dalla loro parte tutta la gran cassa dei potenti mezzi comunicativi ed è difficile far passare altri messaggi.
Ha tentato di sfatare questa narrazione unilaterale dei Media mainstream, Brian S. Brown, editore di International Family News. L’ho accennato ieri, c’è un suo editoriale pubblicato sul suo giornale online.
Il professore americano condanna con fermezza quello che è successo e auspica «che chi ha infranto la legge venga punito con il massimo della pena. La violenza e le aggressioni contro le forze dell’ordine e contro gli edifici federali sono sempre sbagliati e mai accettabili. E questo vale sia che gli assalitori siano sostenitori del presidente Donald J. Trump o gruppi di sinistra come Occupy o Black Lives Matter».
(Brian S. Brown, L’assalto al campidoglio e l’ipocrisia liberal, 11.121, Ifamnews.com/it)
Fatta questa premessa, Brown scrive che «I Democratici e la loro grancassa, e anche alcuni Repubblicani, hanno subito accusato il presidente Trump di essere stato la “causa” dei disordini, surriscaldando l’animo dei propri sostenitori […] Ma chi ha voluto e saputo ascoltare sa che Trump ha sempre condannato la violenza, e difeso il rispetto della legge e dell’ordine. Forse il presidente non ha risposto con la rapidità che i suoi critici avrebbero voluto, o con le parole che avrebbero voluto, ma queste sono questioni completamente diverse dal fatto che abbia condannato la violenza».
Tuttavia Brown chiarisce che «i partecipanti al raduno hanno marciato verso il Campidoglio con lo scopo di esprimere la propria posizione nel processo di certificazione costituzionale, cosa che è loro diritto fare. Tra le tante, tantissime migliaia di partecipanti al raduno, però, solo una piccolissima parte ha preso parte alle violenze e agli atti di cattiveria». Sono questi che hanno ceduto alla tentazione anarchica, alla violenza e alla distruzione. Tuttavia per l’esponente conservatore americano, certamente non si è trattato di un’insurrezione, come molti media hanno assurdamente sostenuto.
Per Brown il raduno, per colpa di questi teppisti è stato «tragicamente dirottato nella direzione sbagliata da alcuni teppisti. Come detto, dovranno essere puniti severamente. Questi autentici estremisti né rappresentano né riflettono in alcun modo le convinzioni degli attivisti conservatori che difendono il diritto alla vita, la famiglia e la libertà. Il tentativo della Sinistra di dipingere i sostenitori di Trump come “insurrezionalisti” violenti è tanto assurdo quanto scoperto. Alcuni ci cascheranno, ma la cosa non fa altro che confermare la convinzione che ciò che interessa veramente ai media progressisti, al mondo politico e all’universo Big Tech è silenziare 75 milioni di americani».
A questo punto Brown far notare la strumentalizzazione dell’episodio del 6 gennaio a differenza dei numerosi disordini causati dagli Antifa e Black Lives Matter che hanno distrutto interi quartieri delle città americane. Ipocritamente per i Media e la Sinistra questi episodi sono pacifici e non hanno mai parlato di insurrezione.
Intanto Brown invita la Sinistra a condannare le rivolte dei BLM, invece la Sinistra se ne guarda bene dal farlo, anzi «si dà un’aura morale e invoca la rimozione di Trump dalla carica di presidente attraverso un processo di impeachment o il XXV Emendamento alla Costituzione federale per tentare di schiacciare un uomo che chiaramente odia. Lo spettacolo è disgustoso».
Brown è molto critico nei confronti del duo Biden-Harris che invece di riunificare il Paese diviso lo stanno approfondendo, richiamandosi alla questione razziale. Questo è spregevole. Le prospettive del duo sinistro sono deleterie, loro promuovono una falsa unità, quella totalitaria. I conservatori non possono accettarla, anche se è rivestita di belle parole.
«Non abbandoneremo mai la verità per conformarci alla falsa idea di vita e di Dio, di uomo e di Paese che la Sinistra propone. L’unico tipo di unità possibile è quello che potrà emergere dallo schietto riconoscimento delle differenze politiche che ci dividono, unito al rispetto profondo per la dignità di ogni persona».
Brown ha anche un pensiero per l’azione diabolica dei Big Tech, Facebook e Twitter, che hanno imbavagliato l’ex presidente Trump. L’unione tra il Big Tech e il progressismo liberal è oggi più potente del presidente degli Stati Uniti. L’esponente conservatore americano auspica una regolamentazione del «nuovo potere monopolistico dei social media e delle aziende tecnologiche è assolutamente fondamentale se vogliamo che nei nostri Paesi vivano davvero e prosperino la libertà di parola e la libertà di associazione. Chi decide chi possa parlare è più potente di chi vuole parlare. E in questo momento Mark Zuckerberg e Jack Dorsey stanno diventando i padroni del mondo. Se i nostri nuovi padroni tecnologici possono silenziare un presidente con cui non sono d’accordo, allora possono mettere a tacere chiunque».
Infine lancia un messaggio per tutte le associazioni nel mondo «che si battono per la vita, la famiglia e le autentiche libertà della persona a partire da quella religiosa». Brown è consapevole che l’immagine dei conservatori americani è falsificata dai Media e che sia difficile correggerla. Non esistono alternative facili. «Noi detestiamo gli attacchi portati alla polizia, detestiamo le aggressioni di cui è stata fatta oggetto la nostra capitale. Noi ci battiamo per Dio, per la famiglia, per il nostro Paese e per la libertà ordinata. Non lasciate che siano i nostri avversari a decidere ciò che noi siamo. Schieratevi sempre per la verità, per la bellezza, per l’amore. Mai arrendersi, mai cedere, mai accettare l’immagine falsa che le élite globaliste danno di noi».
DOMENICO BONVEGNA
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