Catania, 13 luglio 2023 – Sorridere rappresenta una forma di comunicazione indiretta che suscita risposte immediate in chi ci circonda, stimolando un benessere fisico immediato e rappresentando il nostro biglietto da visita con la collettività.
Purtroppo, il cavo orale è soggetto alla formazione di patologie che invalidano sia l’aspetto che la funzionalità del sorriso, alcune delle quali legate all’insorgenza della placca dentale, una formazione batterica che riveste come un film i denti e che può essere il precursore di gravi patologie dentali. Studi recenti hanno dimostrato che esiste una connessione tra lo sviluppo delle parodontiti e il peggioramento delle condizioni del sistema cardiovascolare.
Di conseguenza, l’accumulo di placca dentale aumenta le chance di peggiorare non solo l’aspetto esteriore dei denti, ma anche di compromettere la salute.
Ma come misurare i danni del fumo sul sorriso?
Questa domanda è stata affrontata da un team internazionale di dentisti appartenenti all’Università di Bologna, Univeristy Padjadjaran (West Java, Indonesia), Nicolae Testemiţanu State University of Medicine and Pharmacy (Chişinău, Republic of Moldova) e alla University Unit of Periodontics, Oral Health Sciences Centre, Post Graduate Institute of Medical Education and Research (Chandigarh, India) in collaborazione con i ricercatori del CoEHAR dell’Università di Catania. I ricercatori hanno quantificato la formazione e lo sviluppo della placca dentale nella bocca di chi fuma, comparando i dati con quelli di non fumatori e persone che non hanno mai utilizzato sigarette.
“È stata utilizzata un’innovativa tecnologia di fluorescenza che ci ha permesso di rilevare accuratamente e quantificare la formazione della placca dentale e del tartaro– spiega il dott. Gianluca Conte, primo autore dello studio – Abbiamo rilevato che i fumatori hanno livelli più elevati di placca e tartaro rispetto ai non-fumatori, indicando una pessima salute orale complessiva a causa dell’esposizione cronica al fumo combusto”.
Lo studio è stato completato da un totale di 71 soggetti (età media 33 anni): 26 fumatori, 20 ex-fumatori e 25 soggetti che non avevano mai fumato. Dopo la prima visita, i ricercatori hanno ripetuto e verificato le misurazioni sulla formazione della placca dentale e sull’accumulo del tartaro a 7 e 30 giorni per dare maggiore credibilità ai risultati. Rispetto agli ex-fumatori e ai non-fumatori, l’accumulo di placca nei fumatori era tre volte superiore. Inoltre, i fumatori presentavano un maggior accumulo di tartaro. Lo studio dimostra che l’esposizione cronica al fumo di sigaretta è associata a una cattiva salute orale.
Sulla base dei risultati ottenuti, gli autori stanno pianificando di condurre uno studio internazionale più ampio che valuterà l’accumulo di placca dentale e tartaro nei fumatori che passano a prodotti alternativi privi di catrame, come le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato.
“Una scrupolosa igiene quotidiana rappresenta il fondamento della salute orale primaria. Tuttavia, stili di vita non salutari, come l’abitudine al fumo di tabacco, possono compromettere i benefici dell’igiene orale quotidiana ed esporre le persone al rischio di gravi malattie parodontali. Le persone che desiderano migliorare la propria salute orale e l’aspetto del proprio sorriso, riducendo al contempo problemi come l’alito cattivo, dovrebbero prendere in considerazione l’idea di smettere di fumare – consiglia il Prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR – e se smettere si rivela una sfida, dovrebbero cercare modi alternativi per invertire l’impatto negativo delle sigarette tradizionali sulla salute orale, considerando i prodotti a base di nicotina privi di catrame. Inoltre, per quei fumatori che considerano problematiche invalidanti l’alito cattivo e un’estetica dentale, i miglioramenti nei cambiamenti della placca dentale possono essere un fattore motivante per smettere di fumare”.
Studi più vasti, con un campione di età più rappresentativo, sono necessari per confermare questi importanti risultati.