I GIOVANI INSIEME A GIOVANNI PAOLO II

In vista della mia prossima pubblicazione del libro su San Giovanni Paolo II, in questa estate ho ricevuto in dono un interessante volume che si occupa totalmente del rapporto di Papa Wojtyla con i giovani: “Giovanni Paolo II e i giovani insieme” (Edizioni del Seminario, 2008), uno studio di ben 856 pagine, scritto dal sacerdote nisseno Salvatore Rumeo. Un testo che ha avuto l’introduzione di monsignor Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta e del compianto don Riccardo Tonelli, salesiano, direttore della rivista “Note Pastorale Giovanile”, a suo tempo protagonista della pastorale “giovanile”.  

Chi si interessa alla vita dei giovani e ai processi in cui si realizza la loro esperienza cristiana, per don Tonelli, “devono molta gratitudine all’autore di questa pubblicazione”. Pertanto chi intende approfondire il magico e fascinoso rapporto di Papa Wojtyla con i giovani non può fare a meno di fare riferimento al libro di don Rumeo. Un testo che ci guida all’incontro prezioso con Giovanni Paolo II, “aiutandoci ad incontrare, interpretare e collegare un materiale di fronte al quale c’è proprio da perdersi”.

Il feeling tra il Papa polacco e i giovani si è manifestato in tutta la sua forza, proprio il 1 aprile 2005, quando tutto il mondo freme per le ultime ore del Santo Padre. Rumeo nel libro descrive le ultime ore di Giovanni Paolo II: “E’ l’ora più bella del pontificato. E’ l’ora più alta del Pontificato. E’ l’ora più luminosa del Pontificato […] C’è un popolo immenso qui in Piazza S. Pietro: e questa Piazza non è mai soltanto un luogo fisico, ma è sempre uno spazio del cuore, dello spirito, della speranza che supera ogni speranza…”.

Il sacerdote ci fa rivivere quella intensa sera, “un vespro diverso da tutti gli altri – scrive Rumeo – Non comune. Quello dell’attesa. E che difficilmente riesci a dimenticare. Un vespro corale, universale e accompagnato dalla fede orante del popolo di Dio”. Il cielo di Roma, di Piazza s. Pietro, “è segnato dalle preghiere di milioni di fedeli che si elevano da ogni parte del mondo e dal cuore della Cristianità”.

Per il sacerdote di Caltanissetta, Giovanni Paolo II è diventato veramente un Papa di popolo, è diventato il papà di tutti, un punto di riferimento di tutti. Colpisce soprattutto la presenza di tantissimi giovani, i figli prediletti del Papa. Impossibile non avvertire la loro presenza anche all’interno della camera di Giovanni Paolo II.

Vi ho cercato. Papa Wojtyla, con un cuore grande e immenso, “ha cercato le giovani generazioni sin dall’inizio del suo ministero sacerdotale ed episcopale […] Ha cercato i giovani in tutto il mondo, anche nelle nazioni e negli ambienti culturali che sembravano più chiusi alla logica evangelica. Li ha cercati – scrive don Rumeo – andando controcorrente rispetto agli stessi ambienti ecclesiali, che all’inizio non avevano compreso l’ampiezza e la portata del suo progetto”.

In piazza, sottolinea Rumeo, sono presenti ragazzi di ogni età che non conoscono altro Pontefice all’infuori di Lui. Tutta la loro vita si è svolta sotto il suo Pontificato. E quella sera e durante tutta la notte, gli regalarono la più bella tra le GMG, accompagnando in preghiera la sua agonia, restandogli accanto fino al termine. In una delle sue ultime apparizioni in pubblico, il Papa additava la tappa della GMG di Colonia: “Oggi vi dico: continuate senza stancarvi il cammino intrapreso per essere dovunque testimoni della Croce gloriosa di Cristo. Non abbiate paura!”. Un vero testamento per i giovani. Anche padre Rumeo sottolinea la straordinaria figura del papa polacco. “In ventisette anni di pontificato abbiamo assistito a una figura che si è stagliata come guida spirituale a livello mondiale, non solo per i cattolici, ma per l’umanità intera. Per ogni uomo. Tutti sottolineano il suo straordinario carisma che egli ha avuto nel comunicare con i giovani […] Ottantacinquemila pagine di scritti di Giovanni Paolo II sono una mole, un tesoro prezioso da ricercare e da cui ricevere insegnamenti e lezioni di vita”.

DOMENICO BONVEGNA

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