Il Centro Teatrale Bresciano prosegue con Memorie di una schiava: Pamela Villoresi è protagonista di questo poetico monologo

Pamela Villoresi e Baba Sissoko in "Memorie di una schiava" regia Gigi di Luca

Pamela Villoresi è protagonista di questo poetico monologo. È una schiava, che al termine della sua vita si rifugia in un baobab, albero sacro e mitico. Da lì, racconta la sua storia e ci fa riflettere sulle forme di schiavitù dei nostri giorni. Sul palco con lei il polistrumentista Baba Sissoko, tra i più importanti musicisti etnici e jazz contemporanei.

Inserito nella programmazione della cinquantunesima Stagione del Centro Teatrale Bresciano, intitolata L’arte è pace, Memorie di una schiava sarà in scena al Teatro Sociale di Brescia (via Felice Cavallotti, 20) dal 2 al 6 aprile 2025, tutti i giorni alle ore 20.30, la domenica alle ore 15.30.

Pamela Villoresi in “Memorie di ina schiava” regia Gigi di Luca – produzione La Bazzarra – Febbraio 2012

Memorie di una schiava è liberamente tratto da Spedizione al baobab di Wilma Stockenström nella traduzione di Susanna Basso; il progetto, l’adattamento drammaturgico e la regia sono di Gigi Di Luca, sul palcoscenico Pamela Villoresi e Baba Sissoko, le musiche dal vivo sono di Baba Sissoko, le luci di Gabriele Circo, la realizzazione degli elementi di scena di Felicetta Ottavia Giordano ed Elena Madia, i costumi sono concessi da La Bazzarra soc. cop. per una produzione Teatro Biondo di Palermo.

Memorie di una schiava è realizzato grazie al sostegno di Ministero della Cultura, Gruppo A2A, Fondazione ASM, Gruppo BCC Agrobresciano, ABP Nocivelli.

Poema vegetale”, come lo definisce la traduttrice Susanna Basso, il romanzo Spedizione al baobab della scrittrice sudafricana bianca Wilma Stockenström, cui è ispirato lo spettacolo, è stato scritto nel 1981 in afrikaans. Il racconto di una schiava che trova parola nella lingua stessa di chi quella sofferenza ha causato, nella lingua straniera dell’offesa. Pamela Villoresi incarna la protagonista che racconta il suo desiderio di opporre resistenza a una vita di violenze alle quali è stata “naturalmente” costretta. Lo spettacolo è il poetico monologo di una figura femminile della quale non si conosce il nome perché – dice – “pronuncio il mio nome e non significa nulla”.

L’albero, il mitico e simbolico baobab in cui la vecchia schiava alla fine della sua vita si rifugia, l’accoglie e la protegge. Il baobab è il suo punto di riferimento, il confine spaziale e temporale tra un passato dominato da confusione e terrore e un presente in cui la creatura comincia a riprendere in mano i fili della sua esistenza. Dietro le spalle c’è la schiavitù, con le facce e i corpi dei padroni che hanno tormentato la sua vita.

Le riflessioni della protagonista ci aiutano a pensare e ci spingono a indagare sulle schiavitù di oggi, sulle nuove forme di costrizione che continuano a negare la libertà e la dignità umana. Diversi i piani narrativi: parole, immagini e musiche, eseguite dal vivo da Baba Sissokogriot maliano chiamato a intonare un solo grande “canto corale di libertà”. La regia di Gigi Di Luca esalta il rapporto tra musica etnica e parola, linguaggi essenziali per un recupero dell’identità collettiva, attraverso i codici della tradizione popolare che si rifrangono nelle forme del contemporaneo.

 

Per offrire al pubblico un’occasione di approfondimento dello spettacolo, il Centro Teatrale Bresciano in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia propone l’ultimo incontro del ciclo I pomeriggi al CTB, rassegna giunta alla sua nona edizione e curata da Lucia Mor, ordinario di Letteratura tedesca dell’Università Cattolica. Giovedì 3 aprile alle ore 17.00 presso il Teatro Sociale di Brescia (Via Felice Cavallotti, 20), Pamela Villoresi dialoga con la critica teatrale Paola Carmignani sul tema “Sono piena della vita. Il teatro di Pamela Villoresi”. La partecipazione all’incontro è gratuita fino a esaurimento dei posti disponibili.