Si celebra oggi il Giorno del ricordo, istituito nel 2004 in memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, nonché per ricordare l’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.
La Polizia di Stato celebra questa giornata solenne rinnovando il suo impegno a combattere ogni forma di discriminazione, onorando la memoria delle migliaia di vittime che furono trucidate delle truppe della ex Jugoslavia in Istria, a Fiume e in Dalmazia e di tutti coloro che si videro costretti ad abbandonare le proprie case in quei territori.
Tra di loro ricordiamo anche tanti poliziotti che, nonostante l’occupazione del Friuli orientale da parte delle milizie di Tito, non si diedero alla fuga e rimasero quale unico presidio di sicurezza in quelle zone martoriate dalla guerra. La loro unica responsabilità fu quella di essere italiani. Vennero internati e poi infoibati. Di molti di loro, le famiglie non ebbero più notizie.
In circa tre anni, tra il 1943 ed il 1946, furono uccisi certamente 392 poliziotti di cui 92 provenienti da Fiume, gli altri da Trieste, Gorizia, Fiume, Zara, Spalato, Pola e Lubiana. Cifre però che risultano ancora oggi approssimative. Molti documenti dell’epoca andarono distrutti, molti altri, conservati a Belgrado, non sono mai stati resi accessibili. Grazie all’impegno dei familiari delle vittime e delle istituzioni la loro memoria è giunta però sino ai giorni nostri.
Come ad esempio accaduto per Luigi Bruno, guardia di pubblica sicurezza, che il 5 maggio del 1945 si presentò spontaneamente alla questura di Fiume per deporre le armi, senza fare più ritorno a casa dalla moglie e dalla figlia Anna, che all’epoca aveva solo 7 anni. A Caltanissetta, sua città natale, è stata intitolata una via in sua memoria affinché l’efferatezza, che caratterizzò i regimi totalitari dell’epoca, non venga dimenticata e non si ripeta più nel tempo.
Tramandare il ricordo di questi valorosi poliziotti e di tutte le vittime alle nuove generazioni è un impegno che caratterizza l’esserci sempre della Polizia di Stato. Nessuno potrà sentirsi al sicuro finché ogni essere umano non verrà rispettato nella sua interezza. È con la cultura del ricordo, dello studio e del rispetto che potremo costruire un futuro senza discriminazioni.