Il giornalista Pietro Senaldi a Stasera Italia davanti a Bianca Berlinguer ha colto nel segno, rilevando che spesso il giornalismo di sinistra è pronto a citare Papa Francesco quando fa comodo, per esempio quando interviene per la pace in Ucraina o a favore degli immigrati, mentre quando dice cose che non sono gradite alle sinistre, tipo che l’aborto è un omicidio, allora la musica cambia.
In questi giorni è uscita una vera e propria autobiografia di papa Francesco il libro-intervista con il giornalista Fabio Marchese Ragona, vaticanista Mediaset, intitolato ‘Life. La mia storia nella Storia‘ edito da HarperCollins e in uscita il prossimo 19 marzo. Parole decisive su punti chiave del suo pontificato, come emerge da alcune anticipazioni di agenzia. Papa Francesco con straordinario coraggio affronta il tema dell’aborto, con parole chiare e precise, che non ammettono equivoci o manipolazioni di sorta:“Dobbiamo difendere sempre la vita umana, dal concepimento fino alla morte, non mi stancherò mai di dire che l’aborto è un omicidio, un atto criminale, non ci sono altre parole: significa scartare, eliminare una vita umana che non ha colpe. È una sconfitta per chi lo pratica e per chi si rende complice: dei killer prezzolati, dei sicari! Mai più aborti, per favore! È fondamentale difendere e promuovere sempre l’obiezione di coscienza. Papa Francesco condanna anche “la pratica dell’utero in affitto, inumana e sempre più diffusa che minaccia la dignità dell’uomo e della donna, con i bambini trattati come merce”.
Sul tema è intervenuto Massimo Gandolfini, presidente dell’associazione Family Day, con un articolo apparso sul quotidiano La Verità del 16 marzo. Dopo aver commentato le coraggiose parole del Santo Padre, fa riferimento ad una udienza che il Santo Padre gli ha concesso il 18 gennaio scorso.“Avevo avuto modo di parlare con Lui di questi temi, registrando una grande determinazione nel difendere la vita dal concepimento alla morte naturale. Pertanto non mi sorprende affatto che Papa Francesco abbia deciso di confermare e ribadire la sua ferma volontà di contrastare ogni tentativo di rendere la vita un bene manipolabile a piacimento”. (“Ma sull’aborto Francesco è netto: ‘Chi lo esegue è un killer prezzolato’”, 16.3.24, La Verità).
E’ interessante l’intervento di Gandolfini perché offre una serie di numeri che riguardano gli aborti in Italia e nel mondo. Siamo di fronte a una enormità di numeri: “nel 2023 gli aborti nel mondo sono stati circa 72 milioni. Vuol dire 72 milioni di innocenti cui è stato negato il diritto di vivere!”. In Italia, dal 1978 ad oggi, con la legge 194, le interruzioni volontarie di gravidanza sono state più di sei milioni. Il picco massimo nel 1983, con 243.000 aborti, ed ora siamo a 66.400. “Ma attenzione, – scrive Gandolfini – nel “tragico” report non sono compresi gli aborti ottenuti con le pillole abortive, immesse sul mercato solo da pochi anni: dunque, è lecito pensare che siano, purtroppo, molti di più”. Il presidente di family Day rileva che la Legge 194 prevede almeno cinque articoli dove si prevede di rimuovere le cause che portano la donna a richiedere di interrompere la gravidanza. Articoli che non sono mai stati neppure minimamente applicati. “Solo il mondo delle associazioni pro-life – grazie alla beneficenza di privati cittadini – ha organizzato il sostegno economico, lavorativo e assistenziale che ha consentito a più di 260.000 mamme di tenere il proprio bimbo. E oggi vivono la gioia di guardare negli occhi i loro bambini. Giovanni Paolo II, nel 1995, aveva detto e scritto che le vittime dell’aborto sono due: il bimbo e la sua mamma.
Pertanto, “una società che voglia essere davvero civile ha l’obbligo, morale e civile, di mettere in atto ogni provvedimento che aiuti la donna a tenere il “frutto del suo grembo”. Si tratta del “diritto a non abortire”, che in fondo la stessa legge 194 aveva individuato, sotto il titolo “Tutela sociale della maternità”. “Purtroppo, a distanza di tanti anni, è difficile non pensare che si sia trattato soltanto di una dichiarazione ipocrita, fumo negli occhi per nascondere ben altra volontà”.
“Le parole del Papa sono di grande aiuto e conforto per chi lavora per aiutare mamme e bimbi, e sono di altrettanto grande incentivo a non rassegnarsi mai di fronte all’ingiustizia e alla cultura della morte. Il Santo Padre, con il cuore e la mente ricolmi di dolore per le migliaia di bimbi uccisi in Ucraina, Gaza, Israele, ancora una volta, si erge a difensore della vita, sempre, ovunque, in ogni circostanza, proprio a partire dalla prima scintilla di vita nel grembo materno. L’aborto non può mettere dimora né nella nostra testa, nella nostra mente, né nel nostro cuore”.
DOMENICO BONVEGNA
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