Il Signore fa piovere sui giusti e sugli ingiusti

Sono contento che anche la Chiesa Cattolica, lo stesso Papa, i vescovi, si sono alleati con i medici per muovere guerra a un virus che sicuramente non può durare a lungo.

 

di ANDREA FILLORAMO

 Mentre vivo malinconicamente la mia segregazione in casa, come del resto milioni di cittadini italiani, consapevole che il coronavirus si è rivelato in tutta la sua serissima pericolosità, rifletto sulla necessità di un cambiamento totale del mio stile di vita come proposto con i messaggi continui ma necessari di quanti sappiamo che si stanno impegnando fino allo spasimo per controllare la pandemia ormai certa che sta assalendo il mondo.

Sono contento che anche la Chiesa Cattolica, lo stesso Papa, i vescovi, si sono alleati con i medici per muovere guerra a un virus che sicuramente non può durare a lungo.

Così facendo la Chiesa non ha scelto la via della superstizione: ha fatto svuotare quindi le acquasantiere delle chiese di quell’acqua che è fonte di infezioni e le piscine di Lourdes che possono produrre contagio e ciò senza negare il potere di Dio, al di là di quanto ha scritto De Mattei.

La CEI non ha ritenuto credibile il direttore di Radio Maria padre Livio Fanzaga, per il quale il coronavirus potrebbe essere un ammonimento di Dio, accostabile alla peste fronteggiata nel XVI secolo da San Carlo Borromeo, di manzoniana memoria, o alla Spagnola dello scorso secolo. Egli, quindi, scrive: “La natura è ormai ostile a noi e con questo coronavirus abbiamo aperto gli occhi”, indicando che “il tempo dei segreti si avvicina e ci saranno cose terribili, come guerre, epidemie, sconvolgimenti della natura”.

Da citare la reazione granitica del messinese gesuita, direttore de “La Civiltà Cattolica”, padre Antonio Spadaro: “Nel frattempo c’è povera gente alla quale lupi travestiti da pastori fanno credere che la Madonna ha inviato il coronavirus per punire l’umanità. Mentre politici irresponsabili usano la paura del contagio per diffondere il consenso”.

Attribuire ad una punizione divina la diffusione del coronavirus fa male alla fede perché la declassa a una pratica superstiziosa con un dio più simile alle capricciose divinità pagane che al Dio dei cristiani.

Quando gli apostoli incontrano un cieco chiedono a Gesù: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?» e il Signore risponde «Né lui ha peccato né i suoi genitori» (Gv 9, 1-3). Questo brano verrà proclamato alle messe della IV Dom. di Quaresima (22 marzo p.v.).

Il vangelo insegna costantemente che Dio Padre “fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Mt 5,45).

È possibile morire disidratati in un deserto sia se si è buoni sia se si è cattivi, è possibile essere vittime del terremoto sia se si è buoni sia se si è cattivi, è possibile essere vittime del coronavirus sia se si è buoni sia se si è cattivi, questo è il cristianesimo. Pensare che malattia e morte siano strumenti di punizione o premio è semplicemente un paganesimo che ricrea caste di salvati ed esclusi dalla salvezza. Ma Gesù è venuto a curare questa esclusione. È venuto a dire, con scandalo dei contemporanei, che lebbrosi, ciechi e paralitici dovevano essere riammessi di nuovo in quella società che li aveva considerati macchiati da una tara.