Il Vangelo secondo Andrea Filloramo: la dignità episcopale

di ANDREA FILLORAMO

Ho ascoltato con molta attenzione la comunicazione telefonica di S.T, un vecchio mio amico, con la quale mi informava, fra le altre cose, ciò che da tempo teneva segreto  e che l’aveva fortemente colpito, forse scandalizzato; cioè che aveva saputo da fonte sicura, che il vescovo: Mons. XX, da ambedue conosciuto, più volte era stato visto in un luogo turistico dove, circondato sempre da soliti amici che lo raggiungono, conduce – almeno così mi ha detto – una “bella vita”, della quale mi riferiva molti particolari che egli riteneva non confacenti con la dignità episcopale.

Nell’immediato, non ho tenuto molto conto di quanto egli mi ha raccontato, ritenendolo frutto di pettegolezzi incautamente ascoltati dagli altri; poi, però, dopo un certo periodo di riflessione, l’ho richiamato per trasmettergli alcune spontanee considerazioni su quanto egli mi ha a lungo riferito con l’intento di far superare quel senso di sorpresa rivelato nel suo racconto che si incentrava sempre su quel concetto di bella vita e non sul bisogno ipotetico di quel vescovo di superare lo stress quotidiano col frequentare un luogo turistico dove aveva la possibilità di incontrarsi con gli amici.

CONSIDERAZIONE N° 1

Ho fatto notare, così, che la ricerca scientifica recente ha dimostrato chiaramente che se si conduce uno stile di vita troppo stressante o se si è subìto un qualsiasi evento, gli effetti dello stress possono durare anche per molto tempo addirittura per anni. Il motivo principale è da ricondurre alle risposte fisiologiche che l’organismo apprende per adattarsi alla vita; si tratta di dinamiche complesse che, con il tempo, diventano automatiche e si attivano anche periodicamente.

CONSIDERAZIONE N°2

Se quanto detto vale per tutti, vale anche per preti e per i vescovi giacché lo stress non risparmia neanche chi ha deciso di dedicare la propria vita a servire Dio e la Chiesa. Sappiamo, infatti, che I casi di burnout, cioè di un insieme di sintomi che deriva da una condizione di stress cronico e persistente, associato al contesto lavorativo o personale, fra i sacerdoti e, quindi anche fra i vescovi, non sono assolutamente rari. Secondo alcune ricerche, un uomo di chiesa su quattro è a rischio di burnout e uno su dieci presenta qualche sintomo.

CONSIDERAZIONE N°3

Il problema è ben conosciuto da Papa Francesco, che nell’omelia del giovedì santo ha affermato: “La stanchezza dei sacerdoti! Ci penso molto e prego di frequente. La nostra stanchezza, cari sacerdoti, è come l’incenso che sale silenziosamente al Cielo”.

CONSIDERAZIONE N°4

Un rimedio per il superamento del burnout, suggerito dagli psicologi a tutti, quindi anche ai preti e ai vescovi è quello, se si può, di godere pienamente il piacere di una vacanza, sia essa di pochi giorni o di qualche settimana o anche periodica. Ricordiamo che il tempo delle vacanze ci rimanda al significato del viaggio — da cui nasce l’etimologia della parola turismo (tour) — della festa e del riposo. Per alcuni è il tempo per evadere, per altri quello per conoscere, ma tutti sperimentano il tempo dell’attesa gioiosa simile a quella descritta da Leopardi nel Sabato del villaggio.

Anche la Bibbia racconta il significato che ha per l’uomo la “rottura” della quotidianità e la dimensione del viaggio: “Chi ha viaggiato conosce molte cose, chi ha molta esperienza parla con intelligenza. Chi non ha avuto prove, poco conosce; chi ha viaggiato ha una grande accortezza» (Sir 34,9-10).

CONSIDERAZIONE N°5

Quel vescovo per superare gli stress, ha il diritto, come chiunque altro, di poter trascorrere un periodo o più periodi di vacanze dove vuole e quando vuole; vivere, cioè senza alcuna preoccupazione, avere, anche una vita comoda, che, del resto, è la vita di tanti vescovi e cardinali della Chiesa cattolica. L’auspicata e predicata rinuncia al benessere non appartiene “de facto”, infatti, allo “status” dei vescovi e dei preti, ma è un fatto etico appartenente alla coscienza di ciascuno di noi.

CONSIDERAZIONE N°6

Avere una vita comoda non significa, sempre, come nelle frasi “fare la bella vita”, “darsi alla bella vita”, avere, cioè, una vita scioperata.

CONCLUSIONE

Con le mie considerazioni ho stornato almeno in quel momento l’attenzione del mio amico sul comportamento di Mons. XX, che egli non riteneva confacente con la dignità episcopale.

La domanda, infine, l’ho posto a me stesso: “Se quanto egli ha riferito sul comportamento di quel vescovo dovesse risultare vero e fondato?”. La risposta è stata immediata e l’ha data Papa Francesco, che in una recente intervista rilasciata all’Adnkronos, ha detto: “La Chiesa è stata sempre una casta meretrix, una peccatrice. Diciamo meglio: una parte di essa, perché la stragrande maggioranza va in senso contrario, persegue la giusta via”.