di ANDREA FILLORAMO
Ho cercato sempre di immaginare come sarà la Chiesa cattolica del futuro, stando al fatto molto incerto che quella che era la Chiesa del passato stia per finire. Mi chiedo, pertanto: “la Chiesa del futuro sarà ‘ristrutturata’, liberata, cioè, dalle incrostazioni e dai sedimenti secolari che le hanno vietato di essere più aderente al mandato di Cristo? Sarà essa più aperta alle esigenze umane? Sarà una vera comunità dei figli di Dio che anelano alla salvezza? Essa diventerà un’assemblea dei battezzati che si sentono fratelli fra di loro e vivono nella coerenza, senza distinzione di ceto, di sesso, di razza? Infine, la Chiesa che verrà sarà capace di trovare le tracce del Vangelo nel peregrinare degli uomini e dei popoli?”.
Nel pormi queste impegnative domande e nel tentare di dare delle risposte, capisco che esse possano essere suggerite da un consapevole sogno, che non è solo mio ma di tanti, di voler vedere, cioè, un’accelerazione dei cambiamenti nella Chiesa che purtroppo, anche se Papa Francesco dimostra di essere un grande riformatore, tardano a venire.
Non mi resta altro, perciò, che affidarmi all’immaginazione, che cerco di mediare con l’intelligenza. Sono, infatti, fortemente convinto, che è con la forza dell’immaginazione, che spesso sveliamo nei sogni quello che dà forma alla successiva realtà delle cose ed è attraverso l’immaginazione che coltiviamo la speranza con la quale vogliamo spiare il futuro.
Sogno ed immagino, perciò, che la Chiesa del futuro sia una koinonía (termine greco che indica l’unione che i primi cristiani avevano tra di loro e con Dio), in cui non ci sarà altra appartenenza che non sia quella della comunità, che è il luogo della Teo-fania, in cui si manifesta Dio e si esprime la fraternità.
Scompariranno, perciò, nel tempo – ne sono sicuro – tutti o la maggior parte degli apparati del Vaticano, ritenuti o inutili o addirittura dannosi per la fede; non ci saranno più i prìncipi della Chiesa che sono i cardinali; scompariranno i privilegi e i titoli pontifici: simboli del potere clericale; non sarà dato spazio agli affari leciti ed illeciti, a tutto ciò che denuncia separazioni fra le persone. Verranno, così, cancellati il carrierismo e il clientelismo, sui quali si fonda il clericalismo.
Nella Chiesa del futuro sarà data più autonomia ai vescovi, che saranno scelti, però, dal popolo e dai presbiteri, non più dal Papa – vescovo di Roma – che, come diceva nel II secolo Ignazio di Antiochia, “presiede alle altre chiese nella carità” e non sarà più eletto nei conclavi ma dai vescovi delle diocesi.
Nella Chiesa del futuro saranno accolte le altre Chiese oggi separate per quisquiglie teologiche appartenenti ad altri tempi; saranno, quindi accettate le loro differenze e tutte convivranno nel reciproco rispetto, nel dialogo fecondo, nello spezzare il pane dell’Eucaristia e nel comune impegno.
Ci saranno preti sposati e preti celibi per scelta, tutti lavoreranno per guadagnarsi il pane e non dipenderanno più dalla generosità dei cattolici che, in Italia, si realizza con meccanismo dell’otto per mille, cioè della quota di Irpef che lo Stato italiano distribuisce, in base alle scelte effettuate nelle dichiarazioni dei redditi.
Nella Chiesa del futuro i giovani rifiuteranno il devozionismo, una piaga endemica purulenta, ingannevole con cui si trasmette il virus della superstizione, al quale pochi cattolici e pochi preti rinunciano ritenendolo l’unico modo di manifestare e di diffondere la fede,
Nella Chiesa del futuro, “le donne occuperanno un posto nuovo e di spicco. Usciranno dall’ombra nella quale tanti secoli di maschilismo e di lettura mascolinizzante degli scritti cristiani le avevano confinate” e, si spera che possano accedere all’ordinazione sacerdotale, che non contrasta, a mio parere, con il Vangelo.
A tal proposito bisogna capire bene che la questione dell’ordinazione delle donne non riguarda la disciplina ecclesiastica: è questa una questione fondamentale relativa ai ministeri nella Chiesa e a quello che Cristo ha voluto scegliendo gli apostoli e promettendo di rimanere con loro fino alla fine dei secoli. Da evidenziare che la prospettiva dell’ordinazione delle donne è particolarmente attuale e forse urgente, in un momento in cui si tende a uniformare le funzioni sociali, senza distinzione di sesso
La Chiesa del futuro, infine, sperimenterà quanto oggi sostiene Papa Francesco, cioè, che nella vicinanza ai poveri sta tutta la sua credibilità e autenticità.
In ogni caso, sono più che certo che la Chiesa del futuro realizzerà integralmente quanto contenuto nell’ “Esortazione Evangelii gaudium”, fatta da Papa Bergoglio sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale, che inizia con le seguenti parole, che non possiamo non fare nostre: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento”.