Milano è stata la prima città a rispondere concretamente all’appello, inaugurando il 15 settembre scorso la scultura di Giuseppe Bergomi dedicata a Cristina Trivulzio di Belgiojoso. Il progetto è ora al vaglio di tutti i capoluoghi di regione e di provincia del nostro paese, corredato dall’emozionante poesia-appello di Roberto Malini Monumenti alle donne!
Roberto Malini, poeta e attivista, Premio Rotondi quale “Salvatore dell’arte”, segnala da alcuni anni alle amministrazioni locali come nelle città italiane vi sia un’enorme sproporzione fra la presenza di monumenti pubblici dedicati agli uomini (oltre il 95%) e alle donne. Il mondo sta cambiando, la necessità di dare ascolto alle istanze civili è molto sentita nei paesi democratici. Gli ideali di uguaglianza, cultura e inclusione sospingono il cambiamento. «Tuttavia», sottolinea Malini, «la nostra memoria collettiva ha da secoli un’impronta maschilista e quando percorriamo le vie e le piazze delle nostre città, è ben raro che ci imbattiamo in sculture pubbliche dedicate alle grandi donne della nostra storia e della nostra cultura. Se vogliamo diventare realmente inclusivi, è necessario che la nostra trasformazione civile e culturale parta da ciò che vediamo tutti i giorni. E quello che vediamo tutti i giorni, in ogni centro urbano del nostro paese, è una totale dimenticanza delle donne che hanno contribuito alla nostra civiltà e al nostro progresso sociale, culturale e scientifico».
È proprio da questo “vuoto”, dalla triste eloquenza di questa assenza così evidente che è nato il progetto “Monumenti alle donne”, attraverso cui Roberto Malini – che vive e lavora a Pesaro, ma è nato a Milano sessantadue anni fa – con le associazioni di cui fa parte, EveryOne e Lavinia Dickinson, propone alle amministrazioni locali di cambiare rotta e di restituire alle donne la giusta celebrazione della loro memoria storica. Milano, città dove lo scrittore ha vissuto per tanti anni, è stata la prima città a rispondere prima con interesse e poi con entusiasmo all’appello. Il 22 giugno 2020, appena cinque giorni dopo averlo ricevuto, l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno rispondeva a Malini: «Ringrazio Lei e il gruppo da Lei presieduto per l’importante e preziosa sollecitazione a cui cercheremo di dare seguito positivo».
Trascorso poco più di un anno, il 15 settembre il Comune di Milano ha inaugurato in piazza Belgioioso la scultura di Giuseppe Bergomi dedicata a una delle sue donne più importanti: Cristina Trivulzio di Belgiojoso (Milano, 28 giugno 1808 – Milano, 5 luglio 1871), patriota, scrittrice, protagonista del Risorgimento. Prima di quel giorno, a Milano vi erano 123 monumenti dedicati agli uomini famosi della città e nessuno dedicato alle donne. «Un primo successo dell’iniziativa che ci ha indotto a scrivere ai sindaci di tutti i capoluoghi di regione e provincia del nostro paese. Una richiesta ai primi cittadini e alle figure istituzionali che si occupano di urbanistica, toponomastica, bellezza e pari opportunità. Abbiamo chiesto loro di coinvolgere gli artisti e creare sculture urbane dedicate alle grandi donne che hanno fatto grande l’Italia!».
Dopo la scultura a Cristina di Belgiojoso, Milano inaugurerà quella dedicata a Margherita Hack… e via via alle altre donne il cui ricordo deve essere recuperato e restituito alla collettività.
«Caro sindaco, anche il suo comune ha avuto le sue grandi donne e lei, di certo, ha ideali inclusivi, aperti a un futuro di parità sociale e di memoria», scrive Malini nel suo appello. «Prenda parte al progetto, incarichi gli scultori più capaci e creativi della sua città e la arricchisca con monumenti che i suoi cittadini ameranno per generazioni e generazioni: i monumenti alle grandi donne».
E come è suo costume (diverse azioni umanitarie condotte da Roberto Malini hanno fatto uso della poesia come strumento di impegno civile), il poeta attivista correda il suo appello con una poesia che lo illustra:
Monumenti alle donne
Le nostre città sono piene di soldati,
di artisti e poeti, patrioti e scienziati,
che hanno baffi di bronzo e panciotti di marmo,
barbe, foulard, cravatte, pantaloni e stivali.
Soldati a piedi e a cavallo
che impugnano spade e martelli,
fucili e baionette, penne d’oca e pennelli.
Presidenti, generali e il loro seguito
che marcia con piedi grevi e solenni.
E ognuno ha il suo basamento, la sua rupe,
la sua colonna, il suo seggio.
Ma non ci sono donne: i nostri padri e noi
le abbiamo dimenticate.
Le donne della nostra storia
sono invisibili come la poesia e il coraggio,
nascoste nelle nebbie del passato,
immemori come spazi vuoti nelle piazze.
Il mondo non le conosce, nessuno le vede,
il loro passaggio resta un mistero silenzioso.
È tempo che quelle donne escano dall’oblio
e ci illuminino con il loro genio e la loro fede,
la loro forza d’animo, la loro bontà,
il loro dono millenario, concreto
come il bronzo e la pietra.
Monumenti alle donne!
Link correlati:
https://www.milanocittastato.it/personaggi/le-grandi-donne-a-cui-milano-dedichera-un-monumento/
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