di Carmen Currò
Messina – Da oggi non è la più con noi Adriana Zimbaro Minniti, donna di grande levatura morale, sociale e politica. Per me , una delle mie maestre di impegno e di passione nella battaglia per i diritti delle donne nella nostra città. Dicevo a Claudia, una delle sue amate figlie, che quando entrava Adriana in una stanza, la sua presenza riempiva il luogo.
Adriana è stata una presenza costante nei miei anni di formazione. Lei, socialista vera, è stata presente nelle grandi battaglie per i diritti civili di questa città, dal divorzio in poi. Io, ancora giovanissima, la conobbi all’UDI di Messina e sempre in prima linea per le battaglie delle donne e i diritti civili degli anni 80. Quando pensammo di costituire un Consultorio familiare a Santa Lucia sopra Contesse, dove le donne utilizzavano l’aborto come mezzo contraccettivo, Adriana non esitò a intestarsi il contratto di un locale dello IACP ove facemmo la sede e, con la sua macchinetta un po’ scassata, saliva e scendeva, senza tregua dando passaggi alle giovani senza patente, come me.
Lei era una forza della natura, parlava con le donne per convincerle alla contraccezione, fu destinataria di minacce ma non si intimoriva né si risparmiava in nessuna iniziativa. Quando incominciammo a pensare nell’UDI alla possibilità di aprire un Centro antiviolenza a Messina, perché le donne che subivano violenza, soprattutto in famiglia, erano sole e lo Stato ignorava questa grande piaga, Adriana fu tra quelle che non ebbero mai dubbi a sostenere l’idea ed essere parte di questa impresa. Costruimmo il primo centro antiviolenza della Sicilia alla fine del 1988 e Adriana ne è stata una delle artefici.
Ricordo che io invidiavo in Adriana la grande energia, perché lei era capace di fare più cose insieme, senza stancarsi mai, mostrandosi ai nostri occhi sempre perfetta e bella. Adriana si dedicava con dedizione al figlio Enrico, che è venuto a mancare giovane, assumendosi le responsabilità della sua malattia tanto da aver fondato una associazione per aiutare i giovani con gli stessi problemi e, insieme, non faceva mancare la sua presenza anche al Cedav, quando poteva. Le donne di Messina devono molto ad Adriana perché è stata un esempio di passione, dedizione e costanza nelle battaglia per i diritti e l’emancipazione.
La sua appartenenza al mondo socialista ne faceva una donna di grande spessore politico e qualsiasi battaglia per le donne facesse portava in se il valore aggiunto che la politica prima di tutto si deve occupare del benessere delle persone e dei loro bisogni. Altri tempi! L’emozione per la sua morte è troppa perché mi ricorda che le conquiste delle donne e i diritti che abbiamo acquisito in questo paese sono frutto di sincera dedizione e passione, oggi quasi sconosciute; che donne come lei sono state delle maestre per intere generazioni e meriterebbero grandi ricordi in tempi in cui tutto si consuma nei social e dinanzi a trasmissioni televisione di retroguardia che danno delle donne un immagine di corpi al consumo. – [ ] Il Cedav dedicherà ad Adriana gli eventi nelle scuole e con le giovani generazioni nei prossimi mesi per ricordare che la storia delle conquiste delle donne è frutto di passione e tanto dobbiamo a chi si è speso in tempi difficili, anche nella nostra città.