Da stamattina il magazzino del Banco Alimentare della Sicilia Onlus è ufficialmente operativo all’interno del MAAS (Mercati Agroalimentari della Sicilia) il polo agroalimentare tra i più grandi del Mediterraneo. Il taglio del nastro e la benedizione di Mons. Salvatore Genchi, vicario dell’Arcidiocesi di Catania, ha sigillato questo inizio che custodisce in sé immensa gioia ed emozione, soprattutto da parte di Pietro Maugeri, presidente del Banco che ha sede a Catania, che da oltre quattro anni si spende per l’apertura non solo di un magazzino ma di una Nuova Casa: “Questa Casa non è un punto di arrivo ma di partenza. L’ho immaginato come un posto che riesca a raccogliere la sinergia di pubblico e privato per generare benessere. Il mio obiettivo – ha sottolineato Maugeri – era quello di dare a questa terra così martoriata, un luogo inclusivo, più bello, più funzionale e di aiuto alla povera gente. Vedo questa casa come un luogo di accoglienza in cui ciascuno può fare la propria parte per offrire conforto a quanti, in questa situazione sociale così esplosiva, hanno bisogno di aiuto. La parola d’ordine è sinergia senza steccati di alcun genere”.
«L’ingresso del Banco Alimentare all’interno del MAAS – ha commentato Emanuele Zappia, presidente del CdA del Maas – diventa un luogo di concentrazione, di offerta e domanda di solidarietà. Il MAAS ha avuto sempre nelle corde la solidarietà per una molteplicità di motivi: primo, è una delle più grandi del centro sud in cui transitano tonnellate di merci; secondo perché tutto il prodotto che non è appetibile e che può diventare potenziale spreco, si trasforma in risorsa grazie all’organizzazione di una rete capillare come quella del Banco Alimentare. Terzo motivo è quello di poter contare su cento operatori, quelli del MAAS, che hanno un grande Cuore Generoso e che non si sono mai tirati indietro quando si è trattato di aiutare le persone che forse, mai come oggi, hanno bisogno di aiuto».
Quella di oggi è stata una festa a tutti gli effetti, pur nel rispetto delle norme anti-Covid, a cui hanno partecipato volontari e donatori, imprenditori e operatori che ogni giorno contribuiscono a realizzare gli obiettivi del Banco. Una festa ma anche un momento di riflessione sulle necessità che stiamo vivendo e che ha permesso, grazie alla moderazione del giornalista Gaetano Russo e della disponibilità della sala conferenze del MAAS, gli interventi di Mons. Genchi, vicario dell’Arcidiocesi di Catania; dott.ssa Maria Gabriella Ciriago, in rappresentanza della Prefettura di Catania; Giuseppe Castiglione, presidente del Consiglio Comunale di Catania; Vito Bentivegna commissario della Città Metropolitana di Catania; Giovanni Bruno, presidente nazionale della Fondazione Banco Alimentare, e Antonio Scavone assessore regionale alla Famiglia e alle Politiche sociali e del lavoro.
Dopo il breve convegno ospiti e autorità si sono spostate dalla parte opposta del MAAS per il taglio del nastro e la visita del magazzino che è stata organizzata per gruppi di trenta. I lunghi e ampi corridoi che separano le scorte di magazzino e le quattro celle frigorifere, hanno accolto i visitatori tra foto ricordo e frasi da incorniciare. Tra queste ce n’è una di Don Giussani che campeggia sopra l’ingresso “È la Gratitudine che genera Operosità” ed è il principio che da anni muove le azioni del Banco Alimentare e di quanti si spendono per fare in modo che questa struttura continui a raccogliere alimenti che arrivano agli ultimi. Un esempio di gratitudine è il protocollo intitolato Cuore Generoso, nato un anno fa grazie all’input iniziale di Daniela Scuderi della Città Metropolitana e di Gaetano Russo del Dipartimento regionale di Protezione Civile, e all’operosità di Emanuele Zappia, presidente del CdA del MAAS. Un progetto che ha permesso il recupero di tonnellate e tonnellate di alimenti, e quindi di proteine e vitamine, che altrimenti sarebbero andate sprecate in discarica.
“Per noi è un traguardo molto importante essere qui – ha affermato Domenico Messina, direttore del Banco Alimentare della Sicilia Onlus – ed essere riusciti, in tempi brevissimi, a trasferire tutta la sede da Valcorrente al MAAS di Catania. Trovarsi nel cuore di uno dei più importanti poli agroalimentari del meridione ci permette di recuperare tantissimi prodotti freschi (ortofrutta e prodotti ittici) che possiamo donare immediatamente alle strutture caritative che, a loro volta, li distribuiscono agli ultimi. Un altro fattore importante è la vicinanza alla Zona Industriale che è il nostro posto di approvvigionamento principe, visto che è lì che ci sono i magazzini delle grandi aziende da cui ritiriamo tutti i prodotti in prossimità di scadenza. Ma questa nuova sede – continua Messina – è bellissima: ha una pianta quadrata che si presta bene alle esigenze logistiche; ha nuove attrezzature, mi riferisco alle “bocche” o “baie” di carico, che ci permettono di caricare e scaricare la merce in metà tempo rispetto al nostro ieri. Siamo anche in un luogo vocato all’alimentazione e farne parte ci onora. Da quando è partito il progetto Cuore Generoso, che si è attivato soprattutto durante il lockdown a seguito dell’aumentare delle richieste e alla necessità di poter distribuire alimenti freschi con nutrienti nobili, questo progetto ci ha consentito, ogni giorno proprio dal MAAS, il recupero di prodotti che non sono più vendibili, ma assolutamente commestibili. Grazie a questo progetto, ad oggi, abbiamo raccolto e distribuito – conclude Messina – quasi 50 tonnellate di alimenti freschi”.
Mons Genchi, vicario Arcidiocesi di Catania ha commentato: “Questa è una giornata di festa ma anche una giornata di impegno. È l’occasione per aprirsi a tutte quelle realtà di bisogno che ci sono nel nostro territorio soprattutto collegate all’emergenza del Covid-19. La cosa importante è sapere che c’è chi raccoglie quanto può essere donato agli altri; donare non solo perché c’è bisogno, ma con la generosità dell’amore e dell’attenzione per gli altri. Se facessimo solo elemosina potremmo anche offendere, se doniamo con amore e gentilezza ci impegniamo a crescere reciprocamente”.
Giovanni Bruno, presidente Fondazione Banco Alimentare ha dichiarato nel suo intervento: “L’inaugurazione di una Nuova Casa, come è stata giustamente chiamata, è sempre occasione di una ripartenza soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo che ci vede appesantiti da tanto bisogno e da tanta difficoltà. L’emergenza sanitaria è diventata subito emergenza sociale ed ha pesato per tutti. Da Milano a Catania. Questa soluzione e questa opportunità offerta dal Banco Alimentare di Catania è un modo eccellente per ottimizzare e incrementare il recupero a favore delle fasce più deboli e di quelle che si trovano, in questo periodo, in difficoltà”.
Antonio Scavone, assessore regionale alla Famiglia e alle Politiche sociali e del lavoro, ha dichiarato: “È una giornata bellissima quella di oggi perché definisce un progetto che matura già da qualche tempo, dall’accordo di Cuore Generoso, che mira a favorire e aiutare la struttura di distribuzione, generosa, del Banco Alimentare. Per questo è stato scelto il MAAS, una struttura che produce tanto ma che rischia di sprecare. Qui, invece, siamo a spreco zero perché tutti i bancali dell’agroalimentare, dell’ittico e di quanto attraversa questa piattaforma di grande distribuzione commerciale, che è struttura di riferimento del Mediterraneo, verranno trasferiti, tramite il Banco Alimentare, alle famiglie. E aggiungo che ciò che è avvenuto nel recente passato, sia per la vecchia norma che sosteneva l’operato del Banco Alimentare e che, per inettitudine politica, ha visto ridursi la sua dotazione economica; sia per la riduzione delle risorse, stratificata negli anni per scelte dovute a difficoltà finanziarie della Regione, verrà ribaltata con risorse che finanzieranno direttamente l’organizzazione e le attività logistiche di un prodotto che viene dato gratuitamente e che ha un ritorno di 1 a 30 rispetto al benessere che riesce a generare. Pochi dipendenti, molti volontari, tante strutture caritative riescono a creare – ha concluso Scavone – tanto bene grazie alle aziende che contribuiscono e grazie al recupero di ciò che rischierebbe di andare sprecato in un grande mercato agroalimentare come quello in cui ci troviamo”.