Inaugurazione Collezione degli Agrumi del Giardino della Kolymbethra

In occasione di Zagara d’Autunno 2022, la prestigiosa manifestazione florovivaistica dell’Orto botanico dell’Università di Palermo, sabato 29 ottobre, due iniziative dedicate al Giardino della Kolymbethra.

Alle ore 15:30 Inaugurazione della Collezione di Agrumi del Giardino della Kolymbethra le cui antiche varietà entreranno a far parte della collezione scientifica dell’Orto botanico e ne amplieranno il contenuto in biodiversità.
Parteciperanno: il prof. Paolo IngleseDirettore Sistema Museale Università Palermo, il prof. Rosario SchicchiDirettore Orto Botanico, dott. Giuseppe Lo Pilato e dott.ssa Federica SalvoResponsabili del Giardino della Kolymbethra, dott. Mario FaroVicepresidente Fondazione Radicepura di Giarre, arch. Giuseppe GiniPresidente FAI Sicilia.

Alle ore 16:30 – Sala Lanza, presentazione del libro di Marco Frittella “L’oro d’Italia. Dall’abbandono alla rinascita, viaggio nel paese che riscopre i suoi tesori (e la sua anima)”, dove un intero capitolo è dedicato alla storia del recupero del Giardino della Kolymbethra.
A cura del Prof. Giuseppe Barbera, con la partecipazione dell’Autore e dell’Arch. Giuseppe Gini, Presidente FAI Sicilia.

La Kolymbethra è una piccola valle situata tra il Tempio dei Dioscuri ed il Tempio di Vulcano, al centro del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento, che nel V° Sec. a.C. venne trasformata in un grande bacino idrico che riforniva d’acqua gli abitanti di Akràgas:
…una grande vasca…del perimetro di sette stadi….. profonda venti braccia….dove sboccavano gli Acquedotti Feaci, vivaio di ricercata flora e abbondante fauna selvatica…” (Diodoro Siculo I sec. d.C., XI, 25)

 

In epoca medievale, i monaci cistercensi utilizzarono le acque delle antiche sorgenti di Akràgas (Acquedotti Feaci) per trasformarla negli “Horti abbatiae”, come testimoniato dallo storico Tommaso Fazello. Nella prima metà del 1700, con l’arrivo degli agrumi, nasce il “jardinu”, così come in Sicilia vengono chiamati gli agrumeti per sottolinearne il doppio carattere della bellezza e dell’utilità produttiva. Nel 1778, l’Abate di Saint Non scriverà di: “Una piccola valle che, per la sua sorprendente fertilità, somiglia alla Valle dell’Eden o ad un angolo della Terra promessa”.

Il Giardino della Kolymbethra testimonia una lunga interazione tra storia e natura, che si manifesta anche a livello di biodiversità specifica e varietale. Al suo interno, sopravvivono 280 alberi di vecchie varietà di arancio, mandarino, mandarancio, limone, una volta funzionali alle necessità agrosistemiche, impiantate dagli inizi del 1700 in avanti, ancora oggi coltivate, testimoni di un’antica ricchezza genetica che ha rischiato di scomparire se a partire dall’anno 2000 non fosse intervenuto il FAI con il progetto di recupero agronomico e paesaggistico del giardino.

Nei sistemi agrumicoli dell’Isola, le antiche varietà di agrumi, essendo ormai superate a seguito di un sempre più dinamico aggiornamento varietale, sono rinvenibili solo come piante sparse in aree di vecchia agrumicoltura. L’erosione genetica a cui sono soggette è il preludio alla definitiva scomparsa.

Nasce da queste premesse il progetto del Campo Collezione degli Agrumi della Kolymbethra, ai fini del loro studio e per preservarne il prezioso patrimonio genetico, che per alcune varietà/ecotipi riveste il carattere dell’unicità per come emerso dagli studi effettuati anche a livello molecolare.

La Collezione è frutto della collaborazione tra il SiMuA – Sistema Museale dell’Università di Palermo e del suo Orto Botanico, il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano con il Giardino della Kolymbethra, la Fondazione Radicepura con i Vivai Piante Faro di Giarre, ed ha il patrocinio del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento.

Gli agrumi della Collezione sono stati prodotti nei Vivai Piante Faro di Giarre, che si ringraziano, dove è stato creato un vivaio di piante madri con l’innesto su Citrange carrizo delle varietà prelevate alla Kolymbethra, in modo da disporre di piante dalle quali potere prelevare materiale vegetativo per la propagazione.

La superficie del terreno della grande aiuola che ospita la Collezione è stata sistemata con gli elementi tipici dell’irrigazione tradizionale di origine araba, per richiamare i caratteri propri del paesaggio dell’agrumicoltura storica.