di Roberto Malini
È ancora sospeso come una spada di Damocle sull’Umbria il progetto di un inceneritore. Non chiamiamolo “termovalorizzatore”, termine ingannevole – più volte stigmatizzato dalla Commissione europea – coniato in Italia per rendere più accettabile alle cittadinanze il pericoloso impianto. Inceneritori e discariche sono regressioni delle politiche sulla gestione dei rifiuti, in contrasto con i parametri fissati dall’Unione europea.
Un nuovo inceneritore comporterebbe un aumento dei rifiuti da bruciare, rifiuti che sarebbero quindi importati da fuori regione, per rendere l’impianto sostenibile economicamente. Impianto il cui progetto contraddice le buone pratiche già iniziate in Umbria con risultati positivi, come la raccolta differenziata, che ha promosso comportamenti virtuosi, capaci di ridurre i rifiuti inutilizzabili. In primis, tuttavia, si deve considerare che l’incenerimento dei rifiuti produce inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, con un aumento significativo di patologie circolatorie, respiratorie ed endocrine di grave entità. Per corredare l’appello rivolto alle istituzioni affinché rinuncino al progetto di un inceneritore in Umbria, ho realizzato l’opera “Il grido del paesaggio. No all’inceneritore in Umbria”. Dipinto che ho realizzato in IA e pittura digitale proprio per sensibilizzare le istituzioni locali a riflettere sul valore naturalistico, storico e culturale dei paesaggi umbri, nonché sulla necessità di tutelare la salute pubblica e la delicatezza degli equilibri che rendono tanto preziosi e unici i siti incontaminati dell’Umbria. Valori primari che un inceneritore comprometterebbe irreparabilmente.