Islam, donne e accoglienza

Portrait of a Gambian boy on board the Bourbon Argos after being rescued. from a inflatable boat.

Si chiama Aliana ed è una ragazza marocchina di 26 anni; recentemente si è laureata in filosofia presso l’università degli studi di Milano con il massimo dei voti. E’ in Italia da quando aveva quattro anni, sbarcata con i genitori e con un fratello di due anni più grande di lei. L’ho conosciuta mentre frequentava con buon profitto un Liceo Scientifico.

 

di ANDREA FILLORAMO

Si chiama Aliana ed è una ragazza marocchina di 26 anni; recentemente si è laureata in filosofia presso l’università degli studi di Milano con il massimo dei voti. E’ in Italia da quando aveva quattro anni, sbarcata con i genitori e con un fratello di due anni più grande di lei. L’ho conosciuta mentre frequentava con buon profitto un Liceo Scientifico.

Sono stato allora colpito non solo per la serietà con cui affrontava gli studi ma per il rapporto che aveva con gli insegnanti e con i compagni.
Pur essendo musulmana frequentava le lezioni di religione cattolica e, come riferiva la docente, spesso interveniva chiedendo e approfondendo gli argomenti proposti.
Non la vedevo da sette anni e quando l’ho per caso rivista, alcuni giorni prima di venire in Sicilia, dopo aver a lungo parlato con lei sul problema attuale dell’integrazione degli emigrati, mi sono permesso di invitarla a rilasciare un’intervista da pubblicare in questo giornale.
Ha accettato con disponibilità il mio invito e dopo alcuni giorni ci siamo incontrati.
Ricostruisco in sintesi l’intervista servendomi di appunti, cercando di essere fedele al massimo a quel che ci siamo detti.

Aliana, spero, come promesso, che mi darai la possibilità di farti alcune domande.
Faccia pure ma io non sono tanto importante da rendere interessante quanto dirò.

E’ per me interessante sapere innanzitutto (e ti faccio le mie congratulazioni) che ti sei laureata in filosofia.
Grazie! I professori sono stati molto generosi con me forse perché sono una delle poche persone di origine araba che ha scelto di laurearsi in filosofia.

E’ proprio questo che mi incuriosisce. Perché questa scelta?
Ho voluto rimarcare la diversità con quelle ragazze di origine araba che stentano ad integrarsi. La filosofia non fa a pugni con l’essere marocchina, come del resto anche la religione islamica non fa a pugni con il cristianesimo.

In che senso?
Si tratta di due culture che si diversificano ma non si oppongono, e di due religioni ambedue monoteistiche che si fondano sulla fede nella parola di Dio che ci invita a credere.

Sì, è vero ma ci sono anche fra le due religioni delle differenze sostanziali.
Le differenze sono date dall’evoluzione del pensiero e delle dottrine. Le due religioni, quindi, possono benissimo andare d’accordo fra loro, basta realizzare la carità alla quale esse ci invitano

La carità, è bene dirlo, è mancata in ambedue le religioni.
Infatti non ci sarebbero le sofferenze, i lutti, le incomprensioni, le barbarie che ancora oggi vediamo se avessimo tenuto fede a quanto le due religioni ci invitano a fare.

Perché non usi il velo?
Indossare il velo è una libera scelta. Da anni ormai in alcuni paesi con religione islamica c’è una rivoluzione silenziosa delle donne contro l’obbligo del velo. Del resto mi risulta che anche in Italia fino a 50 anni fa molte erano le donne che usavano il velo e non potevano entrare in chiesa senza il velo in testa,

Sappiamo che la donna nell’islam viene discriminata.
Non è sempre e dappertutto così. Ciò forse avviene anche in Italia, altrimenti non si spiegherebbero i femminicidi, la crisi della famiglia, l’esercizio delittuoso della sessualità.

Ma il Corano come considera la donna?
La donna è definita tanto dai testi islamici, quanto dalla storia e cultura del mondo musulmano. In base al Corano, le donne sono uguali agli uomini di fronte a Dio. La shari’a (Legge islamica) include differenze tra i ruoli di genere, i diritti e i doveri della donna e dell’uomo.

Tutto dipende, quindi, dalle interpretazioni dei testi islamici?
Certamente! Gli interpreti dei testi giuridici islamici hanno diversi giudizi circa l’interpretazione delle norme religiose sulla condizione della donna. Secondo i più conservatori, le differenze tra uomo e donna sono dovute ad un diverso status e responsabilità dei due, mentre il liberalismo musulmano, il femminismo islamico ed altri gruppi hanno argomentato ed io sono di questo parere a favore di interpretazioni egualitarie. La condizione della donna nell’Islam, circa i ruoli e le responsabilità delle donne all’interno delle società di cultura prevalente musulmana, dipende grandemente da paese a paese. I paesi a maggioranza musulmana concedono alla donna vari gradi di diritti riguardo a matrimonio, divorzio, diritti civili, status legale, abbigliamento ed istruzione, in base a diverse interpretazioni della dottrina islamica e dei principi di laicità. Tali paesi presentano alcune donne in alte posizioni politiche, ed hanno eletto diversi capi di Stato donna (per esempio in Pakistan).

Parliamo adesso degli emigrati che scappano dall’Africa per rifugiarsi in Europa.
E’ un problema di difficile soluzione. E’ l’Europa e non solo l’Italia a dover utilizzare tutti gli strumenti e le risorse per tenere sotto controllo i flussi di emigrati che giungono alle coste italiane. Sono fortemente colpita dai morti che popolano il fondo del Mediterraneo. Fare di tutto perché non ci sia più nessun morto: questo è innanzitutto l’obbligo morale, le altre cose vengono dopo. Si lascino urlare gli sciacalli che volano sui cadaveri di tanti.

Da che cosa nasce, a tuo parere quello che tu chiami obbligo morale?
Ritengo assurdo il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere che incrementano guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi dell’Africa. Lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro! Non conoscendo tutto questo, è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi.

Gli italiani però si sentono invasi…
Questo nasce dalla paranoia dell’ “invasione”, furbescamente alimentata, ma i disperati della storia nessuno li fermerà. Non è una questione emergenziale, ma strutturale al sistema economico-finanziario. L’ONU si aspetta già entro il 2050 cinquanta milioni di profughi climatici fuggiranno dall’Africa. I politici gridano: «Aiutiamoli a casa loro», dopo che per secoli hanno saccheggiato l’Africa e continuano a farlo con una politica economica che va a beneficio delle banche e delle imprese.

Purtroppo questo non si dice…
Questo si nasconde; si parla volutamente del disagio che indubbiamente c’è per la mancanza di una politica dell’accoglienza e dell’integrazione e non della sofferenza di milioni di persone. E’ questo del resto il modus agendi del populismo, che è destinato però, a causa dell’assenza di idee costruttive, a sgonfiarsi prima o dopo come un palloncino. Sicuramente rimarrà allora il rammarico di aver rimandato sine die la soluzione di problemi che dovevano essere affrontati prima.