Carissimi,
questa lettera nasce nel cuore delle vacanze costellate da notevoli disagi e diverse distruzioni, dovuti alla canicola che si è abbattuta pesantemente qualche settimana addietro.
Come ben sapete la sera del 4 agosto u.s., è stato presentato il volumetto “Meditazioni su Maria – Novena della Madonna del Carmelo, 2021”, scritto da monsignor Tomas Trafny.
Il giorno scelto per la presentazione ufficiale non è stato casuale, ma per la nostra realtà parrocchiale, per tanti di noi, risulta essere alquanto significativo e carico di ricordi indelebili perché coincide con la nascita al Cielo (4 agosto 2011) dell’indimenticabile padre Salvatore Mercurio, cui è dedicato lo scritto, apostrofato dall’autore quale “Uomo di grande apertura di cuore e di accoglienza”.
Lo stesso giorno la Chiesa celebra la memoria di S. Giovanni Maria Vianney, il curato d’Ars, patrono di tutti i parroci, a cui il ministero di padre Mercurio si è sempre ispirato: lavorerai ed Egli benedirà il tuo lavoro; camminerai, ma Egli benedirà i tuoi passi; soffrirai, ma Egli benedirà le tue lacrime… Egli vede tutto! Il credo che fin dall’Ordinazione Sacerdotale ha accompagnato il nostro caro padre Mercurio- Con Lui, per Lui, In Lui– è stato vissuto in pienezza di fede sino al momento ultimo di consegna della vita nelle braccia del Creatore.
Con la presente lettera, colgo l’occasione per riprendere le linee essenziali del testo in oggetto, singolare dono per la nostra comunità, cercando di offrire la mia personale chiave di lettura, di certo non esaustiva, ma atta ad accogliere il contributo di quanti l’arricchiranno mediante una proficua meditazione individuale e/o condivisa. La mia riflessione ha inizio dalla sezione ultima del testo, desiderando riprendere telegraficamente le informazioni circa l’autore.
Pur se conosciuto da molti, non tutti sanno che padre Tomasz è principalmente un convinto evangelizzatore e amante della Parola di Dio. Dalla giovinezza legato ai movimenti di evangelizzazione e formazione spirituale (cfr. 3° di copertina), al punto che il libretto affonda le radici proprio in questa realtà. Ed è leggendo le pagine che scorrono in modo fluido, lineare e coeso, mediante un linguaggio accessibile a tutti, che si evince pienamente come la passione per l’evangelizzazione non sia una moda estemporanea, come purtroppo accade quando appaiono sulla scena ciarlatani avventurieri, ma è portata avanti con le irrinunciabili carature scientifiche, quali esegesi biblica, archeologia, antropologia, filosofia della scienza, della religione, epistemologia, scienze neuro cognitive (così nella 3° di copertina). Il tutto è supportato da un’ampia bibliografia, a cui attingere per eventuali approfondimenti.
Se ho capito io, vuol dire che il testo è alla portata di tutti!
Fatta questa doverosa premessa, con la quale abbiamo intravisto le coordinate fondative del nostro testo, il mio intento sarà quello di un approccio diretto allo scritto per fare emergere la ricchezza e il preziosismo dei contenuti, le scelte metodologiche e la chiave ermeneutica delle meditazioni. Tuttavia, occorre porsi un quesito: quale deve essere l’atteggiamento più adeguato per avvicinarsi e accostarsi a tale scritto?
L’autore, in particolare nella sezione “Conclusione” (pag. 73), citando LG 67, ricorda ai fedeli che la vera devozione non consiste né in uno sterile e passeggero sentimentalismo, né in una certa qual vana credulità, bensì procede dalla fede vera, dalla quale siamo portati a riconoscere la preminenza della Madre di Dio e siamo spinti al filiale amore verso la Madre nostra e all’imitazione delle sue virtù. L’atteggiamento richiesto, quindi, per accostarsi al contenuto è la fede con la quale si coglie come la venerazione della Madre di Dio possa essere accompagnata da maggiore comprensione del suo ruolo, anticipato e prefigurato nella storia salvifica da figure femminili, da alcuni simboli e dalle elaborazioni concettuali sorte in ambito teologico (cfr. Introduzione, pag. 5).
Il nostro autore seguirà praticamente questo schema, offrendo con questa affermazione la comprensione dell’impianto generale dell’opera: Maria è inserita nel contesto della storia di salvezza del popolo di Israele, punteggiata sempre da riferimenti scritturistici, estratti dal Primo Testamento e posti in apice ai vari argomenti, arricchiti da un sintetico e interessante commento storico-biblico e colti sempre nella loro portata simbolica. Operando così, risulta facile per il lettore rintracciare già dal primo argomento, “Le radici”, l’origine della devozione carmelitana, che è iniziata proprio nei sobborghi della città di Messina nel 1238, con l’arrivo dei primi carmelitani sfuggiti alle persecuzioni saracene. Da qui, scrutando la storia di Israele, si coglie come il monte Carmelo non sia marginale nella narrazione biblica (pag. 10) e richieda ai membri del Terz’Ordine di considerare la conoscenza del luogo stesso del monte Carmelo e delle persone ad esso legate come parte della riscoperta della propria identità carmelitana (pag. 11). In perfetta simbiosi con quanto espresso si snoda il tema successivo, l’analisi dei “Luoghi”. Il lettore, sin dal suo incipit, ovvero il significato letterale di “Carmelo” come “giardino fiorito di Dio”, è iniziato alla scoperta che siffatto luogo diviene simbolo di “grazia, fecondità e prosperità”. In questa sezione, padre Tomasz presenta anche un’ulteriore lettura simbolica del Carmelo stesso attraverso brani letterari extrabiblici che accostano la bellezza del sito alla venuta del Messia, di cui Maria è Madre.
Radici- Luoghi- Persone, un trittico armonico apre alla presentazione di figure importanti che hanno dato vita all’Ordine Carmelitano e, come Elia, hanno portato avanti una missione purificatoria, abbracciando uno stile di vita cenobitica dedicata totalmente al Signore (pag. 23).
E, nello specifico, la sezione sottotitolata “Le chiavi nella mano di Dio” (pag. 27) offre una minuziosa e attenta descrizione della storia complicata del Profeta Elia che combatte contro l’idolatria di Acab e dei falsi profeti, e trova la sua conclusione nel fatto che questa trama biblica avrà una sua applicazione simbolica nella figura della Vergine Maria, la quale diventerà l’immagine di una fedeltà perfetta a Dio (pag. 30)
I temi trattati subito dopo, rispettivamente “I monti e le colline” e “Anticipazioni figurative di Maria–Le matriarche” ripercorrono brevemente l’itinerario biblico del Primo Testamento e mostrano come Maria porti a compimento il ruolo di Sara, Rebecca, Rachele e Lia, divenendo uno stimolo perché ciascuno di noi abbia il desiderio di salire sul monte per fare esperienza della vita divina (pag. 39). A concludere, in un certo senso, la tematica precedente è la sezione dal titolo “Anticipazioni figurative di Maria – le donne in Israele”, traendo un’acuta analisi proprio dalla storia di due donne, Yokebed e Miryam, rispettivamente madre e sorella di Mosè. Il lettore viene così condotto e indirizzato a cogliere un altro tassello importante per la riflessione avviata, ovvero come la fede di entrambe prefiguri quella di Maria. L’indagine su questo argomento si conclude con il riferimento alla rilettura patristica di altre figure femminili del Primo Testamento (Rut, Anna, Giuditta ed Ester), delle quali Maria diventa la sintesi perfetta.
Il tema successivo “Simbolo dell’Arca dell’Alleanza” fa piena luce sul riferimento scritturistico più conosciuto e immediato del Primo Testamento, mediante l’impiego grafico di un’utilissima tabella sinottica, nella quale vengono messi a confronto i brani di 2 Sam 6,1-6 e Lc 1,39-56.
La conclusione è avvincente: Maria, perciò, diventa l’Arca viva di Dio e la presenza di Dio in mezzo al suo popolo non è più identificabile con un oggetto, ma con la persona di Maria (pag. 60)
Gli ultimi due argomenti, “Maria – modello di santità” e “Maria – segno di speranza”, provocano in noi un’immancabile reazione: se la santità è la condizione di ogni credente come risposta all’amore di Dio, Maria è prescelta (cfr. Ef 1,4) come modello di santità e come uno strumento privilegiato nel cammino verso un’Alleanza Nuova. L’ultimo tratto all’interno di questi temi, specificamente riconducibile alla tradizione del Carmelo, ove si cita 1 Re 18, 42b-45a (prima Lettura nel giorno della Solennità della Festa), rammenta che se l’infedeltà a Dio comporta la privazione della rugiada, la perfetta fedeltà a Lui fa scendere la rugiada, cioè il Verbo di Dio per prendere vita nel grembo di Maria (pag. 69). E fiumi di acqua viva sgorgheranno in colui che crederà.
Prendere coscienza della nostra identità ci permetterà di vedere più chiaramente il nostro presente; tale atteggiamento, al di là degli avvenimenti, ci indirizzerà verso Dio, Autore della vita, mediante Maria, nostra Buona Madre, e con Lei sperimenteremo la vita stessa quale dono meraviglioso dell’Onnipotente.
Ringrazio padre Tomasz per averci donato questo scrigno tanto prezioso quanto impegnativo, dal quale ognuno potrà trarre i veri tesori. Rileggere a distanza di due anni queste meditazioni, non nego che abbia provocato in me l’effetto della “ruminatio” della Parola di Dio, ovvero quel gustare intensamente, in tutta la sua dimensione, la ricchezza delle provocazioni passate e valide anche oggi.
Allo stesso tempo, invito il nostro predicatore a elaborare i contenuti delle meditazioni del mese scorso dal tema: “Maria, modello di sinodalità”. Sarà questo un ulteriore dono della sua sapienza e della sua passione evangelizzatrice, oltre che segno di vera amicizia.
A tutti auguro un sereno periodo di distensione,
Ettore Sentimentale
P.S. Per richiedere le copie si può chiamare il numero 0942791534.
parrocchiamadonnadelcarmelo.it