LA CENSURA SUL CONVEGNO DEI CONSERVATORI EUROPEI A BRUXELLES

Oggi voglio parlarvi di un grave episodio di censura messo in atto a Bruxelles il mese scorso, passato quasi inosservato e non adeguatamente commentato dalla stampa, mi riferisco all’atto intollerante praticato da un sindaco di una municipalità di Bruxelles, una città federale, composta di 19 municipalità. Il protagonista è un tal Emir Kir, musulmano di origine turca, che ha fatto un’ordinanza per impedire che si svolgesse il Convegno della National Conservatism Conference, (Conferenza Nazionale sul Conservatorismo), un incontro annuale che raduna esponenti dell’area politica conservatrice europea. La motivazione ufficiale era quella di garantire l’ordine pubblico.

Un gesto che assomiglia molto alle frequenti misure repressive che si adottavano nei Paesi europei, prima del 1989, oltre la Cortina di Ferro, prima della caduta del Muro di Berlino. Infatti, il presidente ungherese Viktor Orban, che doveva partecipare al convegno, con un post su Twitter, ha commentato la vicenda: “La polizia belga ha deciso di chiudere il ‘National Conservatism’ a Bruxelles, solo due ore dopo l’inizio della conferenza. Credo che non potessero più sopportare la libertà di parola. L’ultima volta che hanno voluto mettermi a tacere con la polizia è stato quando i comunisti me li hanno mandati nell’88. Non ci siamo arresi allora e non ci arrenderemo nemmeno questa volta!”.
Per la verità qualche giornale ne aveva dato la notizia, io l’avevo appresa da un video su youtube, commentata da don Lillo D’Ugo, teologo e membro dell’”Osservatorio Cardinale Van Thuan”, che aveva paragonato il grave gesto repressivo del sindaco, novello inquisitore, a una nuova inquisizione perpetrata in nome della dittatura del relativismo, il sindaco diventa custode del politicamente corretto e quindi vieta di parlare a chi non la pensa come lui. Sindaco che in un post su twitter aveva motivato la sua ordinanza con queste parole: “A Etterbeek, Città di Bruxelles e Saint-Josse l’estrema destra non è gradita”.
Comunque, il Convegno si stava svolgendo regolarmente nel comune di Saint-Josse-ten-Noode, parte dell’ampia regione di Bruxelles, tra i partecipanti, cui è stato fisicamente impedito dalla polizia l’accesso alla sala, oltre al Primo ministro ungherese Viktor Orban, c’erano altri esponenti politici come Nigel Farage, l’esponente politico del partito francese Reconquete Eric Zemmour e l’ex primo ministro polacco Mateusz Morawiecki. In quota conservatori italiani hanno partecipato per Fratelli d’Italia Nicola Procaccini e per la Lega Marco Campomenosi. All’arrivo della polizia, dentro alla sala della conferenza c’erano già circa quattrocento persone che stavano assistendo all’intervento del leader del Partito per l’Indipendenza del Regno Unito, Nigel Farage. Naturalmente i partecipanti e le forze politiche coinvolte protestano: “Il Belgio è ancora una democrazia?” – si chiede Francesco Giubilei, presidente del think tank Nazione Futura, co-organizzatore della conferenza, insieme alla Edmund Burke Foundation. Giorgia Meloni, che è presidente dei conservatori europei, (ECR) è intervenuta subito protestando con il Primo ministro belga, Alexander De Croo, che su X ha dichiarato: “Quello che è successo oggi al Claridge è inaccettabile. L’autonomia municipale è una pietra angolare della nostra democrazia, ma non potrà mai prevalere sulla costituzione belga che garantisce la libertà di parola e di riunione pacifica dal 1830. Vietare le riunioni politiche è incostituzionale. Punto”. Alla fine il Consiglio di Stato belga è intervenuto annullando l’ordinanza del sindaco e il congresso, dopo un giorno di stop, è potuto proseguire. Tuttavia il sindaco Emir Kir non ha, finora, subito alcuna conseguenza, è ancora lì al suo posto.
L’emittente televisiva Byoblu intervenendo sul grave episodio ha dichiarato che il tweet del sindaco è decisamente inquietante e che ci fa comprendere che cosa sia oggi la democrazia nel cuore dell’Europa: un luogo dove un sindaco di un comune di appena 27mila anime pensa di poter giocare a fare lo sceriffo, togliendo il diritto di parola a chi non gli va a genio. “È stata quindi messa una pezza in extremis, – hanno affermato i giornalisti di Byoblu – tuttavia resta un’enorme cicatrice: se un politico di ultimo piano si sente legittimato a censurare un convegno, significa che c’è un ambiente circostante favorevole a questo tipo di iniziative. E infatti è così: nei giorni scorsi la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si era scagliata contro il partito tedesco AFD accusandolo di essere al soldo di Vladimir Putin, senza uno straccio di prove. Ecco che l’azione da sceriffo di Emir Kir non è altro che figlia diretta di un virus antidemocratico che risiede nei piani alti delle istituzioni europee”.
Scrivevo sopra che il grave episodio meritava un approfondimento lo ha fatto sul blog di Alleanza Cattolica, ieri Renato Veneruso, (Bruxelles capitale dell’Eurabia?, 10.5.24, alleanzacattolica.org).“Il tentativo di silenziare il convegno conservatore da parte di un sindaco musulmano dice molto dell’Europa “multiculturale” che alcuni vorrebbero costruire contro l’identità cristiana dei suoi popoli”. Non può, quindi, stupire che il sindaco di St. Josse ten Noode, quartiere tutt’altro che periferico, posto a confine con quello europeo (dove sono situati i palazzi della UE -Unione Europea), abbia ritenuto il 16 aprile scorso di vietare a Claridge, sala per eventi vicina al Parlamento europeo (dove l’incontro era già stato spostato per due volte dai precedenti luoghi prescelti a causa dell’indisponibilità ad ospitarlo).
Veneruso sottolinea l’aspetto vergognoso della stampa che sostanzialmente ha silenziato il grave atto di censura, ma ha invece, dato risalto all’opinione di Dave Sinardet, professore di scienze politiche all’Università Libera di Bruxelles: «Questa azione può essere considerata come qualcosa che può aiutare l’estrema destra piuttosto che destabilizzarla, perché ovviamente sappiamo che l’estrema destra porta avanti un discorso di vittimizzazione. Sostengono sempre che l’establishment vuole impedire loro di dire ciò che pensano» (sic!).
Tuttavia per Veneruso,“la ragione di tale rimozione, maldestramente evocativa della cancel culture ormai presente anche in Italia, può essere legata alla circostanza che la censura contro le ‘destre’ non fa notizia, diversamente dalla asserita ‘okkupazione’ meloniana della RAI. Il desiderio di censura va forse ricercato, piuttosto, nel cuore di Bruxelles”. Infatti, il sindaco di St. Josse è Emir Kir, di etnia turca, esponente del Partito Socialista, ininterrottamente eletto da 11 anni da una popolazione a maggioranza islamica, nonostante abbia dovuto, durante il suo primo mandato, rispondere ad una formale contestazione, interna al suo stesso partito, a causa del suo interloquire con il gruppo dei cd. Lupi Grigi, organizzazione terroristica turca già assurta agli onori della cronaca per avere negato il genocidio degli armeni da parte dei Giovani Turchi durante la Prima guerra mondiale e soprattutto per essere stata la sigla sotto la quale Mehmet Ali Agca attentò alla vita di san Giovanni Paolo II il 13 maggio 1981. Anche per Veneruso sono gravi le dichiarazioni di Kir, espressione di un odio ideologico che diventano ancora più pericolosamente eversivi, “sulla bocca di un esponente di quella presenza islamica che è ormai così tanto radicata e forte all’interno dell’Europa da non nascondere l’evidente saldatura fra islamismo radicale (come nel caso della manifestazione di Muslim Interactive sabato 27 aprile ad Amburgo, in Germania, inneggiante al califfato ed alla introduzione della sharia) e pensiero woke, di cui le proteste, studentesche e non, pro Palestine sono la più sconcertante espressione”.

DOMENICO BONVEGNA
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