LA DOPPIA ANIMA DELLA CHIESA. IO STO CON PAPA FRANCESCO

di ANDREA FILLORAMO

Chi scrive deve essere certo che viene garantita la sua libertà di pensiero e di espressione e, anche, di essere sollevato dalla preoccupazione di non essere capito o di non ricevere e dare chiarimenti sulle informazioni da dare. Ciascun lettore, poi, deve avere la possibilità di farsi una mappa di ciò che lo porta attraverso la lettura ad un suo autonomo e compiuto giudizio finale. Questo passaggio è lo scarto tra conoscere e sapere, tra guardare e vedere, tra essere informati ed essere consapevoli, al punto da potersi infine assumere la responsabilità di un’opinione personale motivata, che naturalmente può anche non coincidere con l’opinione di chi scrive.

Questa premessa, sulla quale ho molto riflettuto, mi ha condotto a un articolo regolarmente firmato, apparso qualche giorno fa, con il titolo: “La difesa della fede dagli attacchi modernisti”, apparso qualche giorno fa su IMG Press. Esso pubblicizza e condivide i contenuti di un libro di Padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, che si oppongono apertamente con quelli da me sostenuti quando tratto, quella che chiamo la “rivoluzione della Chiesa di Papa Francesco”.

La sua lettura mi permette, e mi autorizza, a rivolgermi a quanti da tempo mi seguono e a fare con loro, a tale articolo, una critica il più possibile serena di quanto è in contrasto con le mie opinioni che ho sempre manifestato.

La critica non è tanto nei confronti dell’autore dell’articolo, che io non conosco, del quale non so quale sia la preparazione teologica o filosofica, che appare a me, però alquanto superficiale e lacunosa, in quanto egli supinamente accetta e non argomenta le idee contenute in quel libro.

Da evidenziare che Padre Livio Fanzaga, autore del libro, è il propugnatore del “fenomeno” di Medjugorje, che, a mio personale giudizio, è la più grande bufala dei tempi moderni, dalla Rete è presentato come un sollecito collettore di denaro, estorto alla povera e inconsapevole gente attraverso anche inviti a sottoscrivere testamenti olografi a danno di legittimi eredi.

Egli dice di agire sempre in nome di Maria, il cui richiamo traduce anche in larvate minacce, in prospettive apocalittiche, in ammonimenti, come ad esempio, quando parla del Coronavirus, di cui, in un’imperdonabile, assurda, sadica, ma, tutto sommato, ridicola considerazione, afferma che esso “è un ammonimento del cielo. E forse il fatto che si chiami corona è perché questo virus ha la forma di una corona. Quindi è anche un messaggio della Madonna che ci dice pregate, pregate, pregate. Convertitevi”.

L’autore dell’articolo in questione non tiene conto di tutto ciò, ma preferendo seguire l’onda difficile ad arrestare del bigottismo, che è il vero veleno che uccide la fede di tanti, non si esime dal fare un elogio sperticato al direttore di Radio Maria e scrive: “Padre Livio Fanzaga con la sua Radio Maria non perde mai di vista di fare formazione, e azione apologetica per gli uomini e le donne che vogliono appartenere alla Chiesa senza se e senza ma”.

Ma, superando ogni “personalismo”, che poco conta, andiamo, in sintesi, al contenuto del libro di Padre Livio, pubblicizzato in IMGPRESS dall’articolo in questione.

Le idee espresse sono comuni a diversi Movimenti cattolici, a qualcuno dei quali, è possibile che appartenga lo stesso autore dell’articolo o almeno al quale egli probabilmente si ispira.

Tali Movimenti sostengono che in questi primi decenni del duemila, assistiamo all’affermarsi del Modernismo o per essere più precisi di un Neo-Modernismo, che “avvelenerebbe la cultura cattolica”, pur sapendo che sono tanti i cattolici che si impegnano, non ad affermare nuove dottrine contrarie a quelle della Chiesa, come avveniva all’inizio del secolo scorso, quando il Modernismo proponeva una lettura razionalistica della Bibbia e della religione cattolica, tant’è che la Chiesa lo ha condannato come eresia,  ma a togliere un po’ di polvere – ed è tanta ancora – dal volto di un’istituzione millenaria, offuscata dagli anni.

La loro, quindi, è una grossa e paradossale menzogna, che non viene suffragata da alcuna dimostrazione e si poggia su mere affermazioni aprioristiche, tendenti a creare confusione nel mondo dei credenti, già frastornato dagli scandali sessuali che quanti sono legati al passato, in nome della “sacralità” della Chiesa, hanno cercato, in tutti i modi, di occultare per non danneggiare l’immagine dell’istituzione e facendo venir meno la centralità della persona e della sua dignità,

Affermo con forza e con piena convinzione che è assurdo, illogico e antistorico affermare o pensare, come sostengono quei Movimenti, che il Concilio Vaticano Secondo sia alla base di tutte le storture esistenti nella Chiesa.

Chi afferma o pensa così, nasconde il suo tradizionalismo becero e inconcludente e, in modo surrettizio, lotta a viso coperto l’attuale pontefice, divenuto il punto di riferimento di quanti, con il disappunto dei tradizionalisti, vogliono non solo una Chiesa ripulita dalle sozzure dei suoi preti, quindi una Chiesa rinnovata “in capite et in membris”, ma anche un mondo migliore.

Non si può interpretare in senso anticonciliare e constatativo di un ritorno al Modernismo, estrapolandola dal contesto, un’espressione di Papa Montini, quando dice: “La Chiesa attraversa oggi un momento di inquietudine molti si esercitano nell’autocritica si direbbe persino nell’auto demolizione”.

II Modernismo, quello degli anni Venti, al tempo di Paolo VI, periodo che personalmente io ho vissuto,  era stato totalmente debellato e non poteva ritornare e che quindi Papa Montini, con quelle parole, si riferiva ad alcuni problemi grandi e delicati, sollevati e non causati da un ritorno al Modernismo e  dal Concilio Vaticano Secondo: come quello del rapporto tra fede ed esperienza, fra Rivelazione e teodicea, fra il sistema tomistico e scolastico e la filosofia moderna, fra Stato e Chiesa, come il problema del rapporto tra la funzione del sacerdote e quella del laico o come quello della libertà religiosa.

Molti di questi problemi ancor oggi la Chiesa è chiamata ad affrontare.

Essi probabilmente sfuggono all’autore dell’articolo ma non possono sfuggire a quanti conoscono veramente, dopo anni di studio alquanto severo e dopo aver constatato “de visu” l’arretratezza culturale di quanti si atteggiano a “consevatori” attenti della fede e dei costumi, le dinamiche dentro cui si muove la teologia, che non può fare a meno del pensiero filosofico, della sociologia, della psicologia e della scienza che diventano strumenti essenziali per interpretare la stessa parola di Dio.

Questi sono i veri problemi che la Chiesa, servendosi dei documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965) e soprattutto cercando l’equilibrio fra le difficoltà in campo intellettuale e nei rapporti con la cultura dominante insite nell’esigenza di affrontare i quesiti sollevati dal processo di secolarizzazione, ha cercato e cerca ancora di affrontare.

Credo che quanti lottano, seguendo il pensiero di Papa Francesco, non facciano, quindi, correre alcun rischio alla Chiesa di una nuova ondata di Neo-Modernismo.

Il rischio più grande per la Chiesa oggi proviene dal suo interno, dalla sua stessa gerarchia, caratterizzata dal carrierismo, piaga endemica che Papa Francesco cerca di curare e, da un punto di vista culturale, dal “tradizionalismo”, che si articola anche attraverso vari Movimenti, che, pur proclamandosi “cattolici” non intendono abbandonare il loro settarismo di protesta ad ogni tentativo di innovazione. Essi, profittando di una visione religiosa limitata, grossolana, riducono il messaggio cristiano a visioni arcaiche, superate dal tempo.