La mostra “Divine Creature” a Pesaro Capitale della Cultura 2024

di Roberto Malini

Nell’ambito delle celebrazioni di Pesaro Capitale della Cultura 2024, la città ospita un evento straordinario: la mostra fotografica “Divine Creature”, dal 6 al 14 luglio presso la Galleria Rossini. Organizzata dalla Pastorale per le Persone con disabilità, questa mostra si distingue per la sua profonda umanità e innovazione. L’idea alla base del progetto è semplice, ma potente: reinterpretare dieci capolavori della pittura sacra dal 1400 al 1900 attraverso la raffigurazione di persone disabili e di alcuni dei loro genitori.

Curato da Adamo Antonacci, con la collaborazione di Leonardo Baldini, “Divine Creature” è un progetto che unisce l’arte pittorica sacra con la realtà della disabilità. Le opere esposte non sono semplici riproduzioni, ma interpretazioni intense che catturano le emozioni profonde dei dipinti originali, arricchite dall’umanità e dalla forza dei volti rappresentati. L’uso sapiente delle ombre e la ricostruzione degli oggetti e degli ambienti conferiscono a queste opere una qualità iconica indimenticabile.

Durante la mia visita alla mostra, sono stato profondamente colpito dalla capacità di Antonacci e Baldini di trasmettere le emozioni della pittura antica attraverso queste nuove rappresentazioni. Le loro opere sono tra le più originali e significative della rassegna di eventi per Pesaro Capitale della Cultura 2024.

L’Arte come strumento di riflessione e crescita

Come accennato sopra, il progetto “Divine Creature” ha come focus la disabilità, vista attraverso la lente dell’arte pittorica sacra. L’iniziativa è incentrata sulla reinterpretazione di quadri famosi raffiguranti soggetti religiosi, utilizzando fotomodelli con disabilità. Tra le opere di Antonacci e Baldini troviamo le nuove versioni di dipinti celebri come il “Lamento sul Cristo morto” di Andrea Mantegna, l'”Annunciata di Palermo” di Antonello da Messina, la “Cena in Emmaus” del Caravaggio, il “Cristo e il Cireneo” di Tiziano Vecellio e l'”Angiolino Musicante” di Rosso Fiorentino.

La mostra non valorizza solo l’arte sacra, ma pone anche un forte accento sull’inclusione e sulla valorizzazione delle persone con disabilità. Queste persone, spesso animate da un profondo sentimento religioso, riescono a trasmettere emozioni potenti che risvegliano in chi osserva le opere una rinnovata attenzione al significato profondo del messaggio cristiano e dell’amore incondizionato verso i bisognosi.

Le fotografie esposte offrono uno spaccato della vita del Cristo, dall’Annunciazione alla Resurrezione, creando un vero e proprio excursus religioso e filosofico. Diretto da Adamo Antonacci, Leonardo Baldini, fotografo di lungo corso nel mondo della disabilità, ha saputo dare vita e forma fotografica ai quadri d’origine, creando contemporaneamente, insieme al team di Stranemani International e allo storico staff del Larione 10, un documentario che racconta il making of della mostra.

Durante la mostra, alcuni dei ragazzi coinvolti nel progetto fungono da guide, aiutando i visitatori a comprendere il significato e il processo dietro ogni opera esposta. Questa interazione diretta non solo arricchisce l’esperienza dei visitatori, ma offre anche un’opportunità di educazione e sensibilizzazione sulla realtà quotidiana delle persone con disabilità.

“Divine Creature” è molto più di una semplice mostra fotografica. È un progetto che unisce arte, inclusione e riflessione, invitando la comunità a guardare oltre le apparenze e a riconoscere il valore intrinseco di ogni individuo. Un evento imperdibile per chiunque desideri esplorare le profondità dell’umanità attraverso la lente dell’arte sacra e della disabilità.

Consiglio di non perdere l’opportunità di visitare entro il 14 luglio questa mostra unica, che non solo celebra la bellezza dell’arte, ma ci ricorda anche l’importanza dell’inclusione, della conoscenza e del rispetto dell’altro. Pesaro Capitale della Cultura 2024 ci sta offrendo un evento che lascia un segno duraturo nel cuore e nella mente di chi lo vive. Nella foto di Steed Gamero, l’autore dell’articolo vicino a una delle opere.