Premio Nobel per la Letteratura 2020 a Louise Glück (New York, 22 aprile 1943), poetessa ebrea statunitense, già vincitrice del titolo di Poet Laureate e del Pulitzer.
Qui di seguito, la sua poesia Il passato nella traduzione inedita di Roberto Malini.
Il passato
di Louise Glück
Una piccola luce si accende in cielo,
improvvisamente tra
due rami di pino, i loro aghi sottili
ora sono incisi sulla superficie radiante
e soprattutto in alto,
sul piumato paradiso.
Senti il profumo dell’aria. Sa di pino bianco,
più intenso quando il vento lo attraversa
e il suono è strano nello stesso modo
di quello del vento nei film.
Le ombre si muovono. Le corde
fanno il suono che fanno. Quello che ora senti
sarà il canto dell’usignolo Cordato,
del maschio che corteggia la femmina.
Le corde si spostano. L’amaca
ondeggia al vento,
legata saldamente ai tronchi di due pini.
Senti il profumo dell’aria. Sa di pino bianco.
Quella che senti, è la voce di mia madre
o è solo il suono che producono gli alberi
quando l’aria li attraversa,
perché quale sarebbe il suo suono
se attraversasse il nulla?
The Past
by Louise Glück
Small light in the sky appearing
suddenly between
two pine boughs, their fine needles
now etched onto the radiant surface
and above this
high, feathery heaven—
Smell the air. That is the smell of the white pine,
most intense when the wind blows through it
and the sound it makes equally strange,
like the sound of the wind in a movie—
Shadows moving. The ropes
making the sound they make. What you hear now
will be the sound of the nightingale, Chordata,
the male bird courting the female—
The ropes shift. The hammock
sways in the wind, tied
firmly between two pine trees.
Smell the air. That is the smell of the white pine.
It is my mother’s voice you hear
or is it only the sound the trees make
when the air passes through them
because what sound would it make,
passing through nothing?