La rete al tempo del Coronavirus: La cultura e la teoria del complotto

di ANDREA FILLORAMO

La cultura e la teoria del complotto e delle congiure è un’attività molto diffusa: la Rete è piena. Essa si diffonde a macchia d’olio, crea persuasioni occulte, semina dubbi, cerca e trova spazio nelle coscienze di quanti ritengono che ci debbano essere soluzioni alternative, senza però trovarle, all’ufficialità delle notizie globali, che concernono l’economia, la politica e la stessa pandemia, che aggredisce tutto il mondo, alla quale particolarmente intendo fare qui riferimento.

Molte, quindi, sono le notizie concernenti il Covid-19, diffuse dai cultori del complotto, a iniziare dalla sua creazione in laboratorio, fino all’affermata ma non dimostrata inefficacia di un vaccino e addirittura alla sua presunta pericolosa assunzione, contraddetta dalle sperimentazioni riconosciute e validate dagli Enti di controllo internazionale.

Essi, perciò, forniscono un’autorevolezza soltanto percepita nelle persone, soprattutto se confermano e divulgano le proprie credenze sfidando, così, la conoscenza scientifica comune e confermando le loro versioni alternative della realtà, il cui scopo non è quello d’introdurre un nuovo abito interpretativo condivisibile, ma di prosperare in modo parassitario sulle spalle dello stesso pensiero scientifico.

I teorici del complotto, in parole più comprensibili, non vogliono soppiantare le opinioni comuni e le conoscenze acquisite, perché questa sostituzione eliminerebbe l’elemento–chiave della loro forza, che è la capacità di vellicare l’opinione pubblica con la prospettiva della segretezza.

Non curandoci delle apocalittiche interpretazioni dei “catastrofisti”, che, si servono della Rete per aggredire più del virus, abbiamo la certezza che la speranza nel vaccino contro il Covid-19 è ben riposta, che è dimostrata la sua efficacia e che solo con la somministrazione del vaccino possiamo lentamente tornare ad una vita normale.

Ci affidiamo, quindi, alla sanità pubblica, che ha il compito di difenderci da questo virus e non a questo o a quell’altro scienziato o pseudo scienziato, che, dissociandosi dalle scelte o deliberazioni ufficiali e dalla comunità scientifica internazionale, “extra corum canet”: “ canta, cioè, fuori dal coro, facendo sua la teoria del complotto.

La Costituzione italiana, nell’art.32 sancisce e garantisce assieme agli Enti di controllo internazionale  in quanto sistema pubblico di carattere “universalistico”,  il diritto alla salute, cioè l’assistenza sanitaria, le cure necessarie a tutti i cittadini, la sicurezza, l’efficacia e la certezza  dei risultati.

Lo Stato, quindi, pur con le sue deficienze istituzionali, organizzative e strutturali, non può quindi “barare”, non può mai offrici una “bufala”, consistente in un vaccino con il quale possiamo fermare il contagio di un virus che ha fatto morire tanta gente. Il vaccino è, infatti, l’unico presidio farmacologico che ci permetterà di uscire dalla pandemia e limitare l’infezione Sars Cov 2 a focolai residuali. Sta, quindi, a ciascuno di noi, difendere la salute nostra e quella degli altri, particolarmente degli anziani e quindi non possiamo privare i nostri nipoti dei nonni, necessario supporto alla loro crescita.

Non dimentichiamoci che dovremo affrontare la più grande campagna vaccinale della storia e che necessita di allestire in breve tempo un numero elevato di postazioni vaccinali con risorse umane dedicate e non possiamo andare dietro alle teorie del sospetto. Abbiamo l’obbligo personale e morale, di difendere la nostra salute e quella degli altri e di non condannare alla morte sicura gli anziani.

Cerchiamo di aderire e di operare bene e di non farci trovare impreparati.